Val Grande

Festa a Corte Buč m. 888

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:31-Agosto-2014                                                     

 Partenza da: Ompio m. 980
 Dislivello totale: m. 600
 Difficoltŕ: E
 Effettivo cammino h: 3,45

Come arrivarci: Da Verbania si sale in direzione di Santino da cui si svolta a sinistra seguendo le indicazioni Alpe Ompio che si raggiunge dopo aver percorso circa 7 Km. di strada asfaltata che sale armoniosamente tra i boschi del versante meridionale del Monte Castello.
 

Come ogni anno, l’ultima domenica di Agosto, il Gruppo Escursionisti Valgrande organizza presso il proprio Rifugio, localizzato all’Alpe Corte Buč, la tradizionale festa alla quale partecipiamo volentieri per ritrovare i molti amici con i quali condividiamo, diverse escursioni nel corso dell’anno. La festa di quest’anno assume particolare importanza in quanto ricorre il 20° anniversario dell’Associazione fondata nel 1994 da un gruppo di appassionati della montagna. Per l’occasione, presso l’alpeggio, sarŕ concelebrata la Santa Messa da Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, e da Monsignor Fausto Cossalter Vicario Generale. Giunti al termine della carreggiata, parcheggiamo l’auto,  ultimiamo i preparativi e ci incamminiamo lungo la strada cementata raggiungendo il Rifugio Fantoli (h0,15) che oltrepassiamo per risalire il sentierino che, superate le baite superiori di Ompio, prosegue diagonalmente sino a raggiungere una sella su cui, a destra, č posta una grande croce ed una bacheca che delimita il “ confine tra due mondi ” (h0,15;0,30). Lasciamo a sinistra il sentiero che conduce alla cima del Monte Faič e ci inoltriamo nella valle del Sasso dove in primavera fioriscono le primule rosse di montagna (i fiori del sasso). Sempre seguendo il sentiero, che alcuni soci volontari dell’associazione hanno provveduto a ripulire dalla vegetazione invadente, raggiungiamo Belmel Freddo dove una lapide ricorda il luogo in cui cadde un aereo. L’aereo, un ricognitore Ro.1 del Regio Esercito con a bordo il sergente pilota Aristide Marchi ed il tenente osservatore Raffaele Antonelli, impegnato in una missione di aerocooperazione con le truppe, il 13 Agosto 1935 impattava, causa il maltempo, le pendici del Monte Ompio causando la morte dell’equipaggio. Nel 2008 il Gruppo Escursionisti Valgrande ha recuperato e ripristinato la croce sul luogo dell’incidente. Dopo aver condotto ricerche storiche, Pietro Pisano, socio fondatore consigliere del GEV e guida escursionistica ambientale, ha pubblicato sulla rivista "Vallintrasche 2010" (editore Magazzeno Storico Verbanese) l'articolo "L'ala che li disperse li raccolse" che ricostruisce, dalle testimonianze di chi ricordava, l’incidente aviatorio avvenuto. Proseguiamo seguendo tutte le pieghe della montagna e, superate alcune vallette, siamo in vista dei diversi nuclei di baite dell’Alpe Corte Buč m. 888 (h1,15;1,45), ora tristemente deserto e semidiroccato. Secondo quanto raccolto e pubblicato da Daniele Barbaglia e Renato Cresta in ( Genti e luoghi di Valgrande, Alberti Libraio Editore, Marzo 2002 ): “ Bué č un antico corte risalente probabilmente al XIV secolo in cui salivano una ventina di famiglie di Rovegro, con una sessantina di bovine, con la loro piccola corte di pecore, capre, maiali. Nel 1965 ancora un centinaio di anime animava questo angolo di Valgrande. Sui brevi appezzamenti si coltivavano anche segale e patate, per non dimenticare che i boschi circostanti fornivano abbondante raccolto di castagne ″. Fra tanta desolazione si rimane sorpresi di trovare il bel Rifugio ricavato da una vecchia baita che l’Associazione ha acquistato e successivamente ristrutturata a spese della stessa con il contributo gratuito e volontario dei soci che in seguito hanno provveduto a riadattare un’altra baita, concessa in uso quinquennale dalla Famiglia Serena che, a seguito di una convenzione con il Parco Nazionale Valgrande e il Comune di San Bernardino Verbano, i volontari del GEV, hanno sapientemente restaurata facendola diventare il “Bivacco Serena″ messo a disposizione di tutti gli escursionisti che in numero sempre maggiore frequentano la selvaggia zona del Parco. Al nostro arrivo troviamo gli amici intenti in ogni sorta di attivitŕ ed č tutto un fermento per preparare la cerimonia a cui farŕ seguito il pranzo. Lasciamo gli amici al lavoro e ci aggiriamo fra le baite del corte dove risulta evidente come la natura, dopo l’abbandono degli uomini che per anni hanno fatto uso del territorio per ricavarne quanto utile al loro sostentamento,  si sia rimpossessata dei suoi spazi originali. Molti edifici sono oramai ridotti a ruderi e gli alberi sono ritornati a prevalere sui fabbricati che spesso sono invasi dai loro tronchi di notevoli dimensioni. Ci portiamo sullo spiazzo che oltre a costituire la piazzola di atterraggio dell’elicottero, č anche un ottimo punto panoramico da cui lo sguardo, nelle belle giornate, corre libero a scrutare tutti gli angoli piů nascosti della valle e sulle cime del  Togano, Pedum, Cima Tuss, Cima Sasso, la Colma di Belmello ed i Corti di Velina che, sul versante opposto della valle, emergono dal bosco, oggi purtroppo una densa foschia limita di molto la visuale. Nel frattempo il corte č stato raggiunto da un gran numero di persone e l’elicottero riesce ad effettuare il volo che permette l’arrivo degli officianti. Dopo i saluti di benvenuto, il Vescovo ed il Vicario Generale, si apprestano ad officiare la Santa Messa che, data la straordinaria occasione, risulterŕ molto seguita e partecipata a dimostrazione di quanto la montagna sappia radunare le persone. Al termine della funzione religiosa il Sindaco di San Bernardino Verbano consegna a Monsignor Brambilla una targa a ricordo della manifestazione. Successivamente tutti i presenti vengono invitati a riunirsi sul piazzale antistante al Rifugio dove l’Associazione  offre l’aperitivo a cui fa seguito il pranzo a base di polenta, spezzatino, formaggio, contorno, dolce e caffč.  I tavoli posti all’esterno del rifugio sono tutti occupati dalla moltitudine di persone che per l’occasione hanno raggiunto l’alpeggio, ed ai tavoli, oltre ad incontrare vecchi amici, si fanno nuove conoscenze con le quali si va inevitabilmente a parlare di montagna. Terminata la festa, assistiamo alla partenza di S.E. Monsignor Brambilla e,  salutata la compagnia, ci incamminiamo sulla via del ritorno che avviene seguendo a ritroso la via percorsa all’andata. Lasciato l’alpe, lungo il sentiero, ancora si sentono le voci di chi č rimasto per godere fino all’ultimo della particolare giornata che rimarrŕ negli annali dell’Associazione come la festa piů partecipata dalla sua fondazione. Da domani, quando gli ultimi volontari rimasti per riordinare il Rifugio lasceranno l’alpe, tutto tornerŕ alla normalitŕ ed il corte ricadrŕ nell’ oblio dal quale si ridesterŕ, solo e per poco tempo, al passaggio di qualche intrepido escursionista in cerca di emozioni forti che solo la Val Grande sŕ trasmettere.