Come arrivare:
Autostrada A26, casello di Borgomanero si
prosegue per Gozzano/Alzo di Pella, da qui si seguono le
indicazioni per Artò. Attraversato il paese si raggiunge
il campo sportivo dove si lascia l’auto nel comodo
parcheggio.
Passata
l’Epifania, alla quale riconosciamo il grande merito di
portarsi via tutte le feste, ci avviamo a iniziare il
nuovo anno facendo le stesse cose fatte in precedenza ma
in un anno diverso. La vita si ripresenta sempre uguale
ma camuffata da un’apparenza di cambiamento cha in
sostanza, e per fortuna, si traduce solo in un
numero: 2014, anziché 2013. Resettando tutto quanto
fatto in precedenza, partiamo pieni di entusiasmo con la
certezza che grandi cose saranno lì ad attenderci nel
corso del nuovo anno che siamo certi ci riserverà nuove
opportunità ed infinite emozioni in ambito
escursionistico. Come all’inizio dello scorso anno,
nonostante la neve sia caduta in abbondante quantità,
non abbiamo molta voglia di calpestarla per cui
cerchiamo percorsi a bassa quota che ci permettano di
camminare ancora sulla terra. Consultandoci con gli
amici stabiliamo che non abbiamo una grande conoscenza
della zona che circonda il Lago d’Orta per cui le nostre
ricerche si indirizzano a trovare un itinerario che ci
permetta di visitare quest’area da noi ancora poco
esplorata. Come si dice: “ l’unione fa la forza ″ ed
ecco che, dalle singole proposte, scaturiscono una serie
di percorsi a media quota che, escludendo la neve,
consentono di percorrere il territorio che in passato è
stato interprete della nostra storia. La scelta cade su
un itinerario ad anello che, con partenza dalla frazione
di Artò raggiunge la massima elevazione della giornata
rappresentata dal
Monte Briasco
m. 1182 per poi percorrere la cresta, che identifica il
confine fra il Cusio e la Valsesia, arrivare alla Colma
ed iniziare a scendere per rientrare di nuovo ad Artò.
Il Monte Briasco è denso di memorie partigiane: sulle
sue pendici si incontrarono i primi resistenti
borgosesiani guidati da Cino Moscatelli; ed il monte ha
rappresentato un punto d’incontro ed uno snodo
fondamentale per tutte le formazioni partigiane operanti
in Valsesia e nel Cusio. Lasciata l’auto nel comodo
parcheggio del campo sportivo, ci incamminiamo seguendo
le
indicazioni del segnavie N° T36
che porta a raggiungere il
bivio per l’Alpe Farauda
m. 777. Seguiamo la strada poderale che entra nel bosco
e lo percorre lungamente sino a raggiungere il
bivio per Piana dei Monti;
abbandoniamo il sentiero T36 e proseguiamo in direzione
dell’Alpe
dei Merli
m. 839 (h0,55) che superiamo per proseguire
diritti e arrivare successivamente a raggiungere
l’Alpe Soliva
m. 931 (h0,20;1,15). Risalendo la bellissima
faggeta percorriamo il versante in ombra e la neve
ricopre il suolo in misura ancora abbondante, perveniamo
alle dirute baite di quello che un tempo era
l’Alpe Crosiggia
m. (h0,35;1,50) che superiamo per raggiungere in
breve il passo chiamato
Sella del Gallo
m. 1052. Dalla sella il sentiero si alza ripidamente e
snodandosi tra stupendi faggi raggiunge una ripiano
attrezzato con
rudimentali tavoli e panche
e poco oltre si raggiunge la
sommità del Monte Briasco
m. 1182 (h0,25;2,20). Una grossa croce e alcune
targhe commemorative adornano la cima su cui sventola
orgogliosamente anche la bandiera tricolore. Scattiamo
la
foto ricordo
ci incamminiamo lungo l’innevato sentiero che scende in
direzione della colma, la neve è compatta e si procede
abbastanza agevolmente, anche se con le dovute cautele.
Percorrreno la cresta, superiamo il
Monte Ginivella
m. 1107 (h0,20;2,40) raggiungiamo la strada della
Colma proprio in prossimità del passo m. 942 (h0,40;3,20)
che delimita
il confine fra le Province del Verbano Cusio Ossola e di
Vercelli,
risaliamo per un breve tratto e raggiungiamo l’area su
cui sorge la
Cappelletta della Colma,
attrezzata con area pic-nic dove effettuiamo la
nostra
sosta pranzo.
Terminato il veloce spuntino, attraversiamo la strada e
ci immettiamo su quella che all’apparenza è una pista
forestale ma che in breve si trasforma in un poco
agevole sentiero solcato dal displuvio delle acque e
completamente privo di segnalazioni. Consultando la
cartina, continuiamo sul sentiero che, scendendo a
destra,
attraversa una valletta
e prosegue a tratti invaso da piante rovinosamente
cadute che ostacolano il cammino fino a che, finalmente
fuori dal bosco, raggiungiamo
l’Alpe Mangiarone
ed il limitrofo
Alpe Lauger
m. 667 (h0,45;4,05). Siamo ora sulla strada
asfaltata e da questo punto non ci rimane che percorrere
i circa due chilometri che ci riportano a raggiungere il
bivio superato al mattino e conseguentemente il
parcheggio dove ci attende l’auto (h0,25;4,30).
Sulla via del ritorno, dato che gli amici non sono mai
stati al
Santuario della Madonna del Sasso
lo raggiungiamo e dalla sua panoramicissima balconata,
prima che il sole ci abbandoni, scattiamo le ultime foto
al sempre bellissimo Lago d’Orta e alla sua suggestiva
Isola di San Giulio.
Poi tutti a casa al termine di una bella giornata
trascorsa in compagnia tra boschi e sentieri che gran
parte hanno avuto nella storia.
Vedi anche:
http://www.in-montagna.it
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