
Le
abbondanti precipitazioni nevose di questi ultimi
giorni hanno reso pericoloso avventurarsi a quote
elevate dove il pericolo valanghe è molto alto per
cui è vivamente sconsigliato avventurarsi su terreni
innevati. La voglia di muoversi è comunque tanta e
approfittando di uno spiraglio di bel tempo
decidiamo di fare un’uscita tranquilla, ad una quota
non superiore agli 800 metri, dove il terreno sia
sgombro dalla neve: la scelta cade sullo sconosciuto
Alpe Basciot. Giunti a Premosello, ci riuniamo agli
amici e tutti assieme ci incamminiamo lungo
Via don G. del Boca,
che seguiamo fino a raggiungere la
fontana di Via Garibaldi.
Svoltando a sinistra proseguiamo su di una bella
mulattiera ed uscendo dal paese giungiamo al
trascurato Oratorio
(h0,10)
e all’adiacente cappella votiva posta all’incrocio
di diversi sentieri. Da questo punto continuiamo
sulla destra seguendo la larga mulattiera che porta
a raggiungere in successione: un baitino, una baita
con rinnovati terrazzamenti ed infine
l’Alpe Mota Rossa
m. 356 (h0,15;0,25).
Raggiunto un bel punto panoramico, proseguiamo su di
un agevole sentiero fino all’Alpe
Pian del Manico
m.479 (h0,20;0,45).
Dalle baite, salendo nel bosco, lasciamo sulla
destra il
bivio per l’Alpe Sciarina
e proseguiamo su vecchi scalini che ci permettono di
raggiungere la radura su cui sorge
l’Alpetto Cornala
m. 638 (h0,35;1,20).
Dall’alpe il sentiero entra lungamente nella valle
del Rio Crot e, dopo un lungo saliscendi perveniamo
all’unico punto in cui si può effettuare
l’attraversamento (h0,40;2,00).
Guadato il Rio Crot,
risaliamo nel bosco in cui ancora sono presenti
alcuni
grossi esemplari di alberi di castagno
che ci preavvertono dell’arrivo all’Alpe
Basciot
m.790 (h0,15;2,15).
Si tratta dell’alpe segnato sulla cartografia IGM
come “ I Tre Asciot ″, curioso esempio di errore di
trascrizione, dall’originale “ Basciot ″. ( A tale
proposito si veda quanto pubblicato da Ferruccio
Rossi alla voce Toponimi e Cartine:
http://www.in-valgrande.it/Crot/Rio-Crot-Rio-del-Teu.html
).
Dall’alpe si sale ancora sino a raggiungere la quota
di m. 906 dove si trova un
balmo
che nelle intenzioni dei vecchi frequentatori era
destinato a diventare un ricovero più sicuro e
confortevole. Ritornati all’Alpe Basciot,
ci aggiriamo fra le sue rovine
ed il pensiero corre riconoscente a coloro che, per
necessità, hanno frequentato questo luogo impervio.
Nel frattempo, in conseguenza dell’elevata
temperatura, i rami delle piante rilasciano la neve
che vi si era depositata e la inattesa doccia ci
convince a ritornare velocemente sui nostri passi.
Ritornati al Rio Crot, lo superiamo nuovamente e,
giunti nei pressi di una
vecchia condotta dell’acqua,
ci innalziamo diagonalmente seguendo un sentiero non
segnalato che, al termine di un lungo traverso, ci
conduce a sbucare
sulla strada che sale all’Alpe La Motta.
Svoltiamo a sinistra ed in breve raggiungiamo l’area
feste, su cui sorge la
nuova costruzione,
ed il vicino
Oratorio dell’Alpe Lut
m.772 (h1,00;3,15)
dove sostiamo nell’area predisposta per ammirare
lo splendido panorama
e per consumare il nostro pasto. Terminato il
pranzo, ci incamminiamo lungo
il sentiero a gradini
che scende ad incontrare la strada asfaltata (h0,15;3,30)
che percorriamo in discesa sino a raggiungere la
diga del bacino della “Società cooperativa elettrica
Pro Colloro” che dal 1929 fornisce energia ai soci
nei Comuni di Premosello e Vogogna. Scattata la
foto ricordo,
continuiamo a seguire la strada asfaltata e
raggiungiamo la solare terrazza che domina l’Ossola
su cui è adagiata la frazione di Colloro in cui si
nota
lo svettante campanile
che sovrasta la chiesa dedicata a San Gottardo,
Santo Patrono che si festeggia il 4 di Maggio con
una processione nelle vie del paese che termina con
la distribuzione del pane nero benedetto. Ci
rechiamo al locale circolo (h0,30;4,00)
dove ci concediamo una breve pausa per consumare un
corroborante caffè. Rinfrancati nel corpo e
nello spirito, riprendiamo il cammino e scendiamo
lungo la vecchia mulattiera che porta a Premosello.
Superiamo
la Cappella
continuiamo sino a pervenire al bivio per il “
Ponte Luet
″ (h0,15;4,15)
da cui proseguiamo sino a raggiungere l’antico ponte
in pietra a schiena d’asino, di cui le prime notizie
risalgono al 600 ma che si pensa sia addirittura più
antico, e oggi innalzato a simbolo del paese.
Raggiunta la vicina baita, iniziamo la discesa che
ci porta a raggiungere di nuovo l’oratorio superato
al mattino (h0,15;4,30).
Dalla Cappella del vetusto oratorio, svoltiamo a
destra e ripercorriamo il sentiero che, con bella
vista sulle
cascate del Rio del Ponte,
ci porta nuovamente a percorrere
via Garibaldi
e la successiva Via Don del Boca che ci permette di
ritornare al parcheggio in cui abbiamo lasciato
l’auto (h0,30;5,00).
Altra bella escursione che ci ha permesso di
raggiungere un alpe a noi sconosciuto facendoci
assaporare il selvaggio fascino della ValGrande.
Link:
www.in-valgrande.it