Come arrivare:
Percorrere l’autostrada A26 in direzione
Domodossola, uscire allo svincolo di Mergozzo e
svoltando a sinistra in direzione Premosello, superata
Candoglia in breve si giunge ad Albo.
Parcheggio retrostante alla fermata del
bus.
Nelle
innumerevoli volte che siamo transitati dalla
superstrada della Val d’Ossola in direzione Sempione,
giunti in corrispondenza dell’uscita di Mergozzo,
guardando a destra, siamo sempre stati attratti da due
cappellette, una di colore giallo limone, verso nord, e
una di tono arancione più a sud che, grazie alle loro
colorazioni, sono molto visibili e si distinguono
nettamente sulla costa della montagna che dal versante
ossolano sale fino ai Corni di Nibbio: la
selvaggia catena montuosa che delimita il confine
tra Val d'Ossola e Val Grande. Rispettivamente sono la
Cappella della Vardarola o Cappella nuova e la Cappella
di Scarpia o Cappella vecchia. Consultando quella che
noi riteniamo una vera enciclopedia in materia di
Valgrande ( lo stupendo sito di Ferruccio Rossi
http://www.in-valgrande.it
),
troviamo la
descrizione dell’itinerario che, passando dalla cappella
della Vardarola, poi prosegue sino a raggiungere l’Alpe
Corte Lorenzo, situato
sotto la parete ovest della cima che prende il nome
dall’alpeggio, che a questo punto diventa anche la
nostra meta.
Parlandone con gli amici
troviamo in Attilio e Maurizio, grandi conoscitori della
valle e delle zone adiacenti, la disponibilità ad essere
della compagnia, ed il sapere di poter contare sulla
loro esperienza ci rende ancora più tranquilli e
contenti della scelta fatta. Come concordato ci
ritroviamo ad Albo da dove prende avvio la nostra
escursione odierna. Raggiunto il paese, lasciamo l’auto
nel parcheggio e ci dirigiamo a sinistra percorrendo per
un breve tratto la strada asfaltata in direzione di
Cuzzego. Superato il ponte sul rio si perviene ad una
casa sulla destra dove al termine della siepe di
recinzione si trova la traccia di sentiero che,
contrassegnato da radi bolli gialli, porta ad incontrare
un canale che non si attraversa per svoltare subito dopo
a sinistra. Il sentiero si fa ripido e risale degli
scalini scavati nella
roccia per poi
spianare leggermente e dirigere a destra sino a
raggiungere il torrente che, attraversato perviene alla
radura su cui si erge la ben ristrutturata
Cappella della vardarola
m. 332 (h0,25)(per gentile concessione di
Ferruccio possiamo vedere lo stato in cui era ridotta
prima del restauro).
Il nome dialettale del luogo è significativo: Vardarola ovvero
“guardiola”, postazione da cui si osserva: la cappella
si trova infatti in straordinaria posizione panoramica
da cui si domina la Piana Ossolana. Lasciamo sulla
destra la cappelletta e, seguendo i bolli rossi
raggiungiamo la
deviazione per Scarpia ( percorso
che seguiremo al ritorno ), proseguiamo in ripida
salita e superati i ruderi dell’Alpe Vardarola,
raggiungiamo i Balmesc m.434 (h0,20;0,45).
Superato un
muricciolo
prendiamo a sinistra e continuiamo a salire lungo
la traccia che sale ripida e senza tregua ci porta
a raggiungere l’Alpe
Mundasc
m. 485 (h0,10;0,55) dove troviamo il
caratteristico
balmo
m. 510: il rifugio naturale costituito da una grande
roccia sporgente posta orizzontalmente a fare da
copertura all’anfratto nel quale è stato ricavato il
riparo sotto roccia che, in epoche remote, è certamente
servito da ricovero. Come in molti altri casi, la “
balma ″ è protetta da
muri esterni
che hanno reso
il locale più ampio per renderlo agibile anche ai
pastori quando ancora non erano state costruite le baite
e magari è stata utilizzata come punto di appoggio
durante la costruzione delle baite stesse. A parziale
conferma di quanto pensiamo, all’interno notiamo
lastre di pietra
posate come mensole sulle
quali molto probabilmente venivano riposte le forme di
formaggio durante la stagionatura e che ne testimoniano
l’uso abitativo. Lasciamo ciò che resta dell’alpe e
procedendo sulla destra raggiungiamo la sommità della
balza su cui si erge il
Curt Sgiuana ( Corte
Giovanna ) m. 841 (h1,20;2,15). Da questo punto
il percorso diventa molto più impegnativo, ( non che non
lo sia stato finora ) e i segni rossi sulle piante
ci guidano a superare, con un lungo giro, il costone
roccioso che risaliamo a fatica per poi piegare a
sinistra e, usciti dal bosco, ci ritroviamo sul pianoro
non, a caso conosciuto come
La Piana,
su cui si trovano le diroccate baite dell’Alpe
Corte Lorenzo m. 1023
(h0,45;3,00), sovrastato dall’omonima e ben più
titolata cima. L’Alpe, non segnato sulle carte, sorge su
di un panoramico pianoro ed un tempo era “ caricata ″
con pecore e capre, l’ambiente è veramente wilderness,
ben poco contaminato ed i segni lasciati dall’uomo sono
poco visibili. Dopo un veloce spuntino, consumato
ammirando lo splendido panorama
che si gode dall’alpe,
scattata la
foto ricordo,
ci rimettiamo in cammino e
ripercorriamo a ritroso la via percorsa in salita sino a
raggiungere nuovamente la deviazione per Scarpia (h
1,50;4,50). Da questo punto, seguendo la precisa
descrizione redatta da Ferruccio, percorriamo il costone
che scende ad attraversare il Rio su una
cengia rocciosa
che permette di guadare il torrente passando sotto
la
briglia.
Risaliamo sul versante opposto per poi scendere di nuovo
per un breve tratto in direzione del paese, incontriamo
altri ruderi di baite, terrazzamenti e muretti a secco,
giungiamo alla Scarpia (o Capela
Vegia)
ristrutturata recentemente almeno nelle sue opere
murarie. Anche in questo caso, grazie alla
documentazione concessaci da Ferruccio, abbiamo modo di
vedere
lo
stato di degrado in cui versava.
Dalla Capela Vegia, proseguiamo seguendo i bolli di
vernice gialli ed in breve scendiamo di nuovo ad Albo.
Bellissima escursione che ci ha portato a camminare su
sentieri dimenticati permettendoci di scoprire gli
angoli meno famosi, più nascosti e decentrati della
bassa Ossola sulle tracce degli alpigiani che le avevano
vissute per necessità nei secoli passati..
P.S. Un sentito ringraziamento all’amico Ferruccio per
averci dato lo spunto ad effettuare l’escursione, e ad
Attilio e Maurizio che pazientemente ci hanno
accompagnato in questo impegnativo cammino.
link:
http://www.in-valgrande.it/balma/balme.html
|