Come arrivare:
da Verbania proseguire costeggiando il lago verso il
confine elvetico sino a Cannero Riviera, dove si
svolterà a sinistra seguendo le indicazioni per
Trarego Viggiona. Diverse sono le possibilità di
parcheggio nelle apposite aree.

In previsione di più approfondite escursioni che
intendiamo fare in Valle Cannobina, valle per lo più a
noi ancora sconosciuta, oggi intendiamo ispezionare la
dorsale che separa la Valle dall' Alto Verbano con
l'intento di prendere confidenza con l'ambiente ricco di
fitti boschi di latifoglie e praterie montane tanto da
essersi meritata l'appellativo di conca verde :
operazione non riuscita in quanto una nebbia bassa e
persistente ci ha negato la visione di quello che doveva
essere un gran bel panorama. Nonostante le condizioni
poco favorevoli, partiamo da Trarego, villaggio immerso
nel verde che sorge alle pendici del Monte Carza, e che
guardando al Lago Maggiore, dovrebbe offrire una
stupenda vista panoramica sul bacino lacuale. Arrivati
all'ingresso di Trarego, lasciamo l'auto dove inizia la
strada per colle, in
Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto
e ci incamminiamo in direzione del
Municipio.
Usciamo dal paese incamminandoci lungo
Via Al Borgo
dove si trovano
i cartelli
che indicano le varie località raggiungibili, noi
seguiremo il segnavie N°14. Percorriamo la strada in
cemento che entra nella vallecola del
Rio Piumesc
e, superata la zona del
Pontetto,
arriviamo in località
Passo Piazza
m. 1048 (h0,45).
Dal passo dove termina la strada, in breve,
avvolti dalla nebbia
che non ci vuole abbandonare, raggiungiamo la ben curata
area attrezzata per il pic-nic con
fontana
e
griglie
a disposizione dei turisti, nei cui pressi sorge la
chiesetta di S. Eurosia,
patrona dei raccolti agresti a cui si riconosce: " il
dono di sedare le tempeste ovunque sia invocato il suo
nome ″. L'Oratorio di S. Eurosia, fu
edificato tra il 1805 ed il 1808 su di un primitivo
tempietto del 1667 e successivamente restaurato nel
1997, è luogo di una partecipata festa popolare la
prima domenica di agosto. Un Priore, eletto annualmente,
organizza la festa in cui vengono esposte le sante
reliquie care alla devozione popolare. Alle spalle della
chiesa parte la mulattiera che sale diagonalmente tra i
faggi seguendo
alcune trincee della Linea Cadorna;
innalzandosi raggiungiamo lo spartiacque che delimita la
separazione tra l'Alto Verbano e la Val Cannobina
da cui pensavamo di poter osservare i vari paesi della
valle incastonati nel verde dei fitti boschi scoscesi,
purtroppo per la ragione accennata in precedenza, niente
di tutto questo è possibile per cui non ci rimane altro
da fare che proseguire sperando in un miglioramento
delle condizioni atmosferiche, speranza che si
dimostrerà vana. Il nostro cammino continua e, seguendo
la conformazione della montagna, percorriamo l'ombrosa
faggeta che,attraversata, ci porta a valicare la
bocchetta del Monte Tondone (h0,35;1,20).
Continuiamo per cresta per poi raggiungere in
successione la Cima Forcola m. 1303, il Monte Pianbello
m. 1325 (h0,40;2,00),
la Cima Ologno m. 1132 e l'inizio della salita al Monte
Carza (h1,00;3,00)
che, date le negative condizioni di visibilità ,
decidiamo di non raggiungere e di scendere direttamente
a Pra Redond. Costretti a guardare dove mettiamo i
piedi, veniamo premiati dal ritrovamento di alcuni
boleti
che sporgevano dal fogliame e il fatto ci consola.
Soddisfatti, del raccolto, scendiamo sino ad arrivare a
Pro Redond
(h0,15;3,15)
dove incontriamo
Marco
intento a preparare il suo squisito formaggio di
capra
che, molto gentilmente ci offre per un consistente
assaggio. Terminata la sosta, acquistiamo alcune forme
frutto del suo lavoro e ci indirizziamo seguendo il
sentiero che scende a Cheglio. Lungo il percorso, la
densa foschia lascia spazio a
qualche sprazzo di visibilità
e questo ci permette di scorgere
quello che avrebbe potuto essere lo stupendo panorama.
Ci accontentiamo di quello che per oggi sembra essere il
massimo del paesaggio visibile e tra una chiacchiera e
l'altra, giungiamo a Piazza del Pozzo (h0,30;3,45)
dove incrociamo la strada asfaltata che seguiamo per un
breve tratto sino a che troviamo il sentiero che conduce
a Cheglio. Giunti all'Oratorio
di San Rocco,
prendiamo il sentiero che ci riporta a Trarego a poca
distanza dal luogo dove abbiamo lasciato l'auto ( H0,30;4,15
). Bella escursione tra i fitti boschi che costellano
tutto il percorso da compiersi in una limpida giornata
che permetta di gustare appieno la visuale sul Lago
Maggiore. Nonostante la giornata poco propizia siamo
tornati verso casa ugualmente soddisfatti.
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