Alto Verbano

La dorsale cannobina

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:25 Settembre-2013                                                    

 Partenza da: Trarego m. 793
 Dislivello totale: m. 554
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,15

Come arrivare: da Verbania proseguire costeggiando il lago verso il confine elvetico sino a Cannero Riviera, dove si svolterà  a sinistra seguendo le indicazioni per Trarego Viggiona. Diverse sono le possibilità di parcheggio nelle apposite aree. 

In previsione di più approfondite escursioni che intendiamo fare in Valle Cannobina, valle per lo più a noi ancora sconosciuta, oggi intendiamo ispezionare la dorsale che separa la Valle dall' Alto Verbano  con l'intento di prendere confidenza con l'ambiente ricco di fitti boschi di latifoglie e praterie montane tanto da essersi meritata l'appellativo di conca verde : operazione non riuscita in quanto una nebbia bassa e persistente ci ha negato la visione di quello che doveva essere un gran bel panorama. Nonostante le condizioni poco favorevoli, partiamo da Trarego, villaggio immerso nel verde che sorge alle pendici del Monte Carza, e che guardando al Lago Maggiore, dovrebbe offrire una stupenda vista panoramica sul bacino lacuale. Arrivati all'ingresso di Trarego, lasciamo l'auto dove inizia la strada per colle, in Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto e ci incamminiamo in direzione del Municipio. Usciamo dal paese incamminandoci lungo Via Al Borgo dove si trovano i cartelli che indicano le varie località  raggiungibili, noi seguiremo il segnavie N°14. Percorriamo la strada in cemento che entra nella vallecola del Rio Piumesc e, superata la zona del Pontetto, arriviamo in località  Passo Piazza m. 1048 (h0,45). Dal passo dove termina la strada, in breve, avvolti dalla nebbia che non ci vuole abbandonare, raggiungiamo la ben curata area attrezzata per il pic-nic con fontana e griglie a disposizione dei turisti, nei cui pressi sorge la chiesetta di S. Eurosia, patrona dei raccolti agresti a cui si riconosce: " il dono di sedare le tempeste ovunque sia invocato il suo nome ″.  L'Oratorio di S. Eurosia,  fu edificato tra il 1805 ed il 1808 su di un primitivo tempietto del 1667 e successivamente restaurato nel 1997,  è luogo di una partecipata festa popolare la prima domenica di agosto. Un Priore, eletto annualmente, organizza la festa in cui vengono esposte le sante reliquie care alla devozione popolare. Alle spalle della chiesa parte la mulattiera che sale diagonalmente tra i faggi seguendo alcune trincee della Linea Cadorna; innalzandosi raggiungiamo lo spartiacque che delimita la separazione tra l'Alto Verbano e la  Val Cannobina da cui pensavamo di poter osservare i vari paesi della valle incastonati nel verde dei fitti boschi scoscesi, purtroppo per la ragione accennata in precedenza, niente di tutto questo è possibile per cui non ci rimane altro da fare che proseguire sperando in un miglioramento delle condizioni atmosferiche, speranza che si dimostrerà vana. Il nostro cammino continua e, seguendo la conformazione della montagna, percorriamo l'ombrosa faggeta che,attraversata, ci porta a valicare la bocchetta del Monte Tondone (h0,35;1,20). Continuiamo per cresta per poi raggiungere in successione la Cima Forcola m. 1303, il Monte Pianbello m. 1325 (h0,40;2,00),  la Cima Ologno m. 1132 e l'inizio della salita al Monte Carza (h1,00;3,00) che, date le negative condizioni di visibilità , decidiamo di non raggiungere e di scendere direttamente a Pra Redond. Costretti a guardare dove mettiamo i piedi, veniamo premiati dal ritrovamento di alcuni boleti che sporgevano dal fogliame e il fatto ci consola. Soddisfatti, del raccolto, scendiamo sino ad arrivare a Pro Redond (h0,15;3,15) dove incontriamo Marco intento a preparare il suo squisito formaggio di capra che, molto gentilmente ci offre per un consistente assaggio. Terminata la sosta, acquistiamo alcune forme frutto del suo lavoro e ci indirizziamo seguendo il sentiero che scende a Cheglio. Lungo il percorso, la densa foschia lascia spazio a qualche sprazzo di visibilità  e questo ci permette di scorgere quello che avrebbe potuto essere lo stupendo panorama. Ci accontentiamo di quello che per oggi sembra essere il massimo del paesaggio visibile e tra una chiacchiera e l'altra, giungiamo a Piazza del Pozzo (h0,30;3,45) dove incrociamo la strada asfaltata che seguiamo per un breve tratto sino a che troviamo il sentiero che conduce a Cheglio. Giunti all'Oratorio di San Rocco, prendiamo il sentiero che ci riporta a Trarego a poca distanza dal luogo dove abbiamo lasciato l'auto ( H0,30;4,15 ). Bella escursione tra i fitti boschi che costellano tutto il percorso da compiersi in una limpida giornata che permetta di gustare appieno la visuale sul Lago Maggiore. Nonostante la giornata poco propizia siamo tornati verso casa ugualmente soddisfatti.