Come arrivarci:
Per raggiungere la località di partenza, percorrere
l’autostrada A26 in direzione Gravellona Toce e uscire a
Verbania. Seguire le indicazioni per Verbania/Locarno.
Superato l’abitato di Intra, proseguire sulla SS 34 “
del Lago Maggiore ″ fino a Cannobio dove svoltando a
sinistra si prende la SP 75 “ della Val Cannobina ″ e
seguire per Cavaglio Spoccia.Risalire la valle per circa
12 Km. sino alla deviazione per Spoccia.
Oggi, orfano del mio socio Giorgio, approfitto
dell’invito ricevuto da Attilio, Maurizio, Franco e
Ferruccio (
www.in-valgrande.it ) per effettuare in loro
compagnia una escursione in Valle Cannobina: una valle
da noi ancora inesplorata e pertanto sconosciuta. Mi
unisco di buon grado alla compagnia e partiamo alla
volta della Val Cannobina per raggiungere la frazione di
Spoccia. Spoccia svetta su di uno sperone di roccia e
sulla roccia sono costruite la chiesa e le sue più
vecchie case, il paese è noto per le numerose fontane di
pietra fatte costruire alla fine del 1800 dal
benefattore Luigi Minoggio. Giunti a Spoccia, si è
subito colpiti dal suono del ruscellare dell’acqua,
molto abbondane in questa frazione; il suolo roccioso
non trattiene ma lascia colare l’acqua delle numerose
sorgenti che si raccoglie in pozze naturali o scorre a
lato delle vie; gli abitanti del paese, hanno
convogliato l’acqua in fontane e lavatoi e prima
dell’avvento dell’acquedotto, fino sull’uscio di casa o
addirittura, con canalizzazioni scavate nella roccia,
fin dentro le abitazioni.
Si lascia Spoccia
salendo la gradinata che porta al piccolo cimitero
ad occidente dell’abitato prendendo la mulattiera. Si
prosegue in piano (lasciando sulla destra il sentiero
che sale direttamente all’alpe di Spoccia, ) sino al
fondo di una valletta. Si sale per la
mulattiera tortuosa che incontra tre piccole
cappellette; la terza segna l’arrivo a
Cheibi m.1.004,(h.1,00). A ridosso di quest’ultima
edicola si stacca, a monte, un sentiero che conduce
all’Alpe di Spoccia. Si attraversa i monte nella sua
parte superiore, sotto grandi esemplari di faggio verso
le ultime baite donde si piega a sinistra. In
discesa verso il faggeto e ancora nella ombrosa
valletta che precede la radura di Niva m. 797(0,30-1,30)
con i suoi ruderi. Continuando a scendere si giunge al
riale che proviene dalle balze del Gridone m. 780. Si
attraversa il corso d’acqua risalendo il boschetto
che porta alle stalle di
Gulùgn(Ghilone) m. 843(0,15-1,45). Volgendo
lo sguardo verso il Gridone, un centinaio di metri sopra
l’alpe, al sommo di un dosso franoso e coperto di
betulle e felci, si intravede la
cappella di Suesca che raggiungiamo m. 943(h.0,15-2,00)
alla quale è legata una leggenda che fa riferimento a
una delle pestilenze del sedicesimo secolo.Tornati a
Gulùgn si ridiscende a destra nella valle e se ne esce
risalendola nel bosco per sbucare a
Bignàn (Bugnago) m. 854(0,20-2,20), un monte
di Orasso. Dai casolari si discende il prato verso il
bosco fino ad incontrare il vecchio sentiero che
fuoriesce dalla valle. Si prosegue a destra perdendo
ulteriormente quota. Dall’oratorio si raggiunge il
ponticello che supera il Rio Gana e
si rimonta il fianco della valletta con alcuni
tornanti. Si continua per la mulattiera dalla quale è
via via visibile quasi per intero il cammino percorso e
che conduce infine a
Orasso m. 703(0,40-3,00) Qui facciamo la
pausa pranzo
e prima di riprendere il percorso per Spoccia visitiamo
Oratorio della Madonna del Sasso, dal quale si gode
di un bel panorama sulla valle. Ad Orasso, scendiamo per
le vie del paese, si raggiunge via alla Chiesa, che
attraversa tutto il paese. Dietro la chiesa di San
Materno parte il sentiero nel bosco, nella valle del rio
Gridoni; prima di attraversare il corso d’acqua si
scorgono i resti di una cappella (Cappella du Mulin);
si risale quindi la valle per poi, dopo un breve
piano,
uscire sulla provinciale; risalito un tratto di
strada, sulla sinistra si incontra il sentiero per
Spoccia (h.1,00-4,00)
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