Come arrivare:
Percorrere la A26 in direzione
Alessandria/Genova; imboccate il raccordo per Santhià;
dopo 7 km uscite a Vercelli Ovest; entrate nella
rotatoria e seguite per Centrale Enel/Crescentino/Torino;
dopo 12,6 km si trova il cartello con l’indicazione
Lucedio a sinistra da lì si percorrono ancora 3,2 km e
si perviene a Lucedio.
Solitamente
effettuiamo le nostre escursioni nelle “ Terre Alte ″,
camminando lungo antichi sentieri alla ricerca delle
tracce del passato; eccezionalmente oggi vogliamo invece
percorrere un itinerario tra le “ Terre d’Acqua ″,
espressione che generalmente si associa all’immagine del
paesaggio primaverile nelle terre cui viene coltivato il
riso: terre a loro volta ricche di storie del passato.
Le zone maggiormente vocate a questa coltivazione sono
la pianura Vercellese ed il Novarese dove il ciclo del
riso inizia con la primavera, periodo in cui prende
avvio la preparazione dei terreni. In queste zone, ogni
anno, con il rito della semina, si rinnova la favola
della coltura del riso: il territorio, caratterizzato da
centinaia di ettari di risaie separati da esili argini,
una volta preparato ad ospitare il prodotto, viene
allagato ed i campi sono ricoperti da un sottile velo
d’acqua che ha lo scopo di proteggere i teneri germogli
di riso dalle basse temperature notturne stabilizzando
la temperatura di crescita delle piantine. La pianura
assume l’aspetto visivo di un’immensa e
scintillante distesa d’acqua,
frazionata in regolari porzioni, che si susseguono a
perdita d’occhio, divisi da canali d’irrigazione;
trasformando il panorama piatto e grigio, in quello che
comunemente viene definito: “ il mare a quadretti ″, uno
spettacolo a cui non si può rimanere indifferenti. In
questo scenario quasi irreale, che assume il colore del
cielo, si riflettono come in uno specchio nubi, case,
persone e tutto il magico mondo che le circonda. In
questo territorio, nei pressi di Trino Vercellese, sorge
la principale struttura agraria: il Principato di
Lucedio da cui iniziamo questa nostra escursione.
Raggiunto Trino, ci rechiamo a visitare l’Abbazia
di Santa Maria di Lucedio:
fondata nel 1123 dai Monaci Cistercensi che iniziarono
le bonifiche dei terreni, occupati da un’immensa
foresta, di cui si conserva ancora una piccola porzione,
il Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, per
poi dedicarsi alla coltivazione del riso introducendo le
popolazioni contadine a quelle tecniche agricole che ne
permisero il miglioramento delle condizioni di vita. A Lucedio,
grazie all’opera dei monaci, fu sviluppato il sistema
delle Grange: unità agricole autonome, con case, chiese
e magazzini, dipendenti dall’abbazia che ne controllava
i raccolti. Giunti all’ingresso del complesso abbaziale,
che vanta quasi mille anni di storia,
incontriamo la dottoressa Paoletta
Picco, guida turistica
della Provincia di Vercelli: giornalista pubblicista e
attiva collaboratrice di numerose riviste/quotidiani,
tra cui il mensile “ Il risicoltore ″ che, molto
cortesemente, ci fa visitare la chiesa originaria ed il
suo contemporaneo
campanile
caratterizzato dalla sua originale torre a sezione
ottagonale, illustrandoci con competenza professionale
le caratteristiche dell’intero complesso. In loco si
organizzano visite guidate al complesso monumentale,
oggi di proprietà privata, per le quali suggeriamo di
rivolgersi alla Sig.ra Picco ( mail:
paoletta.picco@alice.it
). Saliamo alla sommità della torre, alta ben trentasei
metri, e dalle sue finestre
lo sguardo spazia sulle risaie
che la circondano riportando alla nostra mente storie di
faticoso lavoro di uomini che suscitano in noi
interesse ed emozioni. Terminata l’interessante visita,
raggiungiamo la vicina
Tenuta Darola da dove
successivamente procediamo seguendo le indicazioni
per Camino da cui deviamo per raggiungere il solitario
borgo di Rocca delle Donne che, per la sua posizione
sopraelevata, costituisce un ottimo punto di
osservazione sulla vasta distesa della pianura
vercellese in cui si identificano: il mare a quadretti
delle risaie, la corona alpina e le dolci colline del
Monferrato. Il piccolo borgo, appollaiato sull’ultimo
colle che sovrasta
la piana vercellese,
sorge su di un costone roccioso a picco sul Po e sulla
pianura: da questo privilegiato punto di osservazione le
risaie appaiono come un plastico sul quale volare con lo
sguardo. Dopo la pausa pranzo, scendiamo di nuovo in
direzione di Trino da cui ci dirigiamo verso Palazzolo
Vercellese dove abbiamo modo di osservare un
singolare monumento in
cemento armato che rappresenta un idrovolante dalla
curiosa storia.
Percorso un ulteriore breve tratto giungiamo a
Fontanetto Po dove conosciamo
la signora Gardano che,
molto affabilmente, ci guida nella
visita dell’Antico Mulino-Riseria
“ San Giovanni ″. Il
mulino è rimasta l’unica testimonianza, nella provincia
di Vercelli, di riseria azionata dalla forza motrice
dell’acqua e dal 2004 l’intero complesso fa parte
dell’Ecomuseo delle Terre d’acqua. Con entusiasmo,
passione ed esperienza la signora Gardano ci illustra le
varie fasi della trasformazione del riso, coinvolgendoci
a tal punto che ci sentiamo parte del processo di
lavorazione tanto che
Claudio
si presta ad assolvere al compito di aprire la paratoia
che permette di
allagare il locale
in cui è alloggiata l’originale centenaria turbina
Francis che, una volta
sommersa,
mette in funzione l’intero impianto. Come d’incanto,
tutti i
vecchi macchinari,
perfettamente conservati, risorgono a nuova vita e si
mettono in moto azionando le molteplici macchine che
permettono la complessa lavorazione del riso,
mentre il suono discreto di
cinghie, pulegge e ingranaggi,
mossi dall’antica forza dell’acqua creano un’atmosfera
molto suggestiva. Una
antica molassa
con macina in pietra e
la prima sbiancatrice
detta ad “ elice ″ restano, come simboli, a testimoniare
l’antica attività. Nelle ampie tettoie laterali, sono
conservate ed esposte, a cura dell’Associazione “
Macchine da riso ″,
macchine
ed attrezzature agricole del passato. Al termine
dell’interessante visita che ci ha riportato indietro
nel tempo, ci rechiamo al punto vendita presente
all’interno della riseria dove acquistiamo alcune
varietà di riso prodotto dall’Azienda Agricola dei
fratelli Grangia nel territorio di Fontanetto Po.
Soddisfatti ed appagati dalla inconsueta “ escursione ″
ritorniamo verso casa convinti che da ora in poi
riserveremo al tradizionale risotto tutta l’attenzione e
la cura che giustamente si merita.
Per
maggiori informazioni vedi:
http://www.principatodilucedio.it
http://www.anticariseriasangiovanni.com
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