Vercellese

 Nella terra del riso

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:4-Giugno-2013                                                    

 Partenza da: Samarate
 Dislivello totale: =
 Difficoltà: T
 Effettivo cammino h:=

Come arrivare: Percorrere la A26 in direzione Alessandria/Genova; imboccate il raccordo per Santhià; dopo 7 km uscite a Vercelli Ovest;  entrate nella rotatoria e seguite per Centrale Enel/Crescentino/Torino; dopo 12,6 km si trova il cartello con l’indicazione Lucedio a sinistra da lì si percorrono ancora 3,2 km e si perviene a Lucedio.

 

Solitamente effettuiamo le nostre escursioni nelle “ Terre Alte ″, camminando lungo antichi sentieri alla ricerca delle tracce del passato; eccezionalmente oggi vogliamo invece percorrere un itinerario tra le “ Terre d’Acqua ″, espressione che generalmente si associa all’immagine del paesaggio primaverile nelle terre cui viene coltivato il riso: terre a loro volta ricche di storie del passato. Le zone maggiormente vocate a questa coltivazione sono la pianura Vercellese ed il Novarese dove il ciclo del riso inizia con la primavera, periodo in cui prende avvio la preparazione dei terreni. In queste zone, ogni anno, con il rito della semina, si rinnova la favola della coltura del riso: il territorio, caratterizzato da centinaia di ettari di risaie separati da esili argini, una volta preparato ad ospitare il prodotto,  viene allagato ed i campi sono ricoperti da un sottile velo d’acqua che ha lo scopo di proteggere i teneri germogli di riso dalle basse temperature notturne stabilizzando la temperatura di crescita delle piantine. La pianura assume l’aspetto visivo di un’immensa e scintillante distesa d’acqua, frazionata in regolari porzioni, che si susseguono a perdita d’occhio, divisi da canali d’irrigazione; trasformando il panorama piatto e grigio, in quello che comunemente viene definito: “ il mare a quadretti ″, uno spettacolo a cui non si può rimanere indifferenti. In questo scenario quasi irreale, che assume il colore del cielo, si riflettono come in uno specchio nubi, case, persone e tutto il magico mondo che le circonda. In questo territorio, nei pressi di Trino Vercellese, sorge la principale  struttura agraria: il Principato di Lucedio da cui iniziamo questa nostra escursione. Raggiunto Trino, ci rechiamo a visitare l’Abbazia di Santa Maria di Lucedio: fondata nel 1123 dai Monaci Cistercensi che iniziarono le bonifiche dei terreni, occupati da un’immensa foresta, di cui si conserva ancora una piccola porzione, il Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, per poi dedicarsi alla coltivazione del riso introducendo le popolazioni contadine a quelle tecniche agricole che ne permisero il miglioramento delle condizioni di vita. A Lucedio, grazie all’opera dei monaci, fu sviluppato il sistema delle Grange: unità agricole autonome, con case, chiese e magazzini, dipendenti dall’abbazia che ne controllava i raccolti. Giunti all’ingresso del complesso abbaziale, che vanta quasi mille anni di storia, incontriamo la dottoressa Paoletta Picco, guida turistica della Provincia di Vercelli: giornalista pubblicista e attiva collaboratrice di numerose riviste/quotidiani, tra cui il mensile “ Il risicoltore ″ che,  molto cortesemente, ci fa visitare la chiesa originaria ed il suo contemporaneo campanile caratterizzato dalla sua originale torre a sezione ottagonale, illustrandoci con competenza professionale le caratteristiche dell’intero complesso. In loco si organizzano visite guidate al complesso monumentale, oggi di proprietà privata, per le quali suggeriamo di rivolgersi alla Sig.ra Picco ( mail: paoletta.picco@alice.it ). Saliamo alla sommità della torre, alta ben trentasei metri, e dalle sue finestre lo sguardo spazia sulle risaie che la circondano riportando alla nostra mente storie di faticoso lavoro  di uomini che suscitano in noi interesse ed emozioni. Terminata l’interessante visita, raggiungiamo la vicina Tenuta Darola da dove successivamente  procediamo seguendo le indicazioni per Camino da cui deviamo per raggiungere il solitario borgo di Rocca delle Donne che, per la sua posizione sopraelevata, costituisce un ottimo punto di osservazione sulla vasta distesa della pianura vercellese in cui si identificano: il mare a quadretti delle risaie, la corona alpina e le dolci colline del Monferrato. Il piccolo borgo, appollaiato sull’ultimo colle che sovrasta la piana vercellese, sorge su di un costone roccioso a picco sul Po e sulla pianura: da questo privilegiato punto di osservazione le risaie appaiono come un plastico sul quale volare con lo sguardo. Dopo la pausa pranzo, scendiamo di nuovo in direzione di Trino da cui ci dirigiamo verso Palazzolo Vercellese dove abbiamo modo di osservare un singolare monumento in cemento armato che rappresenta un idrovolante dalla curiosa storia. Percorso un ulteriore breve tratto giungiamo a Fontanetto Po dove conosciamo la signora Gardano che, molto affabilmente, ci guida nella visita dell’Antico Mulino-Riseria “ San Giovanni ″. Il mulino è rimasta l’unica testimonianza, nella provincia di Vercelli, di riseria azionata dalla forza motrice dell’acqua e dal 2004 l’intero complesso fa parte dell’Ecomuseo delle Terre d’acqua. Con entusiasmo, passione ed esperienza la signora Gardano ci illustra le varie fasi della trasformazione del riso, coinvolgendoci a tal punto che ci sentiamo parte del processo di lavorazione tanto che Claudio si presta ad assolvere al compito di aprire la paratoia che permette di allagare il locale in cui è alloggiata l’originale centenaria  turbina Francis che, una volta sommersa, mette in funzione l’intero impianto. Come d’incanto, tutti i vecchi macchinari, perfettamente conservati, risorgono a nuova vita e si mettono in moto azionando le molteplici macchine che permettono la complessa lavorazione del riso,  mentre il suono discreto di cinghie, pulegge e ingranaggi, mossi dall’antica forza dell’acqua creano un’atmosfera molto suggestiva. Una antica molassa con macina in pietra  e la prima sbiancatrice detta ad “ elice ″ restano, come simboli, a testimoniare l’antica attività. Nelle ampie tettoie laterali, sono conservate ed esposte, a cura dell’Associazione “ Macchine da riso ″, macchine ed attrezzature agricole del passato. Al termine dell’interessante visita che ci ha riportato indietro nel tempo, ci rechiamo al punto vendita presente all’interno della riseria dove acquistiamo alcune varietà di riso prodotto dall’Azienda Agricola dei fratelli Grangia nel territorio di Fontanetto Po. Soddisfatti ed appagati dalla inconsueta “ escursione ″ ritorniamo verso casa convinti che da ora in poi riserveremo al tradizionale risotto tutta l’attenzione e la cura che giustamente si merita.

Per maggiori informazioni vedi: http://www.principatodilucedio.it 

   http://www.anticariseriasangiovanni.com