Come arrivare:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce,
continuare sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Masera da dove si sale per la SS 337 della Valle Vigezzo
fino al paese di Malesco. Seguendo la deviazione per
Finero, si prosegue lungo la statale della Valle
Cannobina sino a pervenire al paese dove si parcheggia
nell'apposita area sottostante alla chiesa.
Parcheggiata
l’auto nei pressi della chiesa parrocchiale, scendiamo
per un breve tratto la strada della Cannobina sino a
raggiungere la Colonia di Somma Lombardo “
la Casa Montana del
Sacro Cuore
″ da dove, sulla sinistra, prende avvio
la bella mulattiera
lastricata
in sasso che, innalzandosi sopra i pascoli alla
periferia del villaggio, percorrere il versante sud
della Costa della Colmine e, entrando nel vasto
bosco di pino
silvestre,
risale la valle di Creves e raggiunge la panoramica
sella, a cavallo tra la Val Vigezzo e la Val Cannobina,
su cui si ergono
le baite dell’Alpe
Pluni
m. 1461
(h1,45) indicato sulle carte come Alpe Polunia.
L’alpeggio posto
sul
crinale tra le valli dei torrenti Cannobino e Melezzo, e
che degrada dal Monte Torriggia, sorge in una posizione
straordinaria da cui si gode di uno dei più bei panorami
della Valle Cannobina; la vista, dominata dal
Monte Gridone,
spazia verso il vallone di Finero da una parte e verso
la Valle Vigezzo e Centovalli dall’altra. Una
baita dell’alpe, a cura dell’Associazione pro
Montevecchio, è stata trasformata in
bivacco
sempre aperto a disposizione degli escursionisti.
All’alpe incontriamo e conosciamo il simpatico e
cordiale
Angelo
che molto gentilmente ci accoglie e ci offre un
corroborante caffè, dopo poco tempo dal nostro arrivo,
raggiungono Angelo anche
Ornella ed Antonio
che
oggi sono suoi ospiti. Parlando del più e del meno, ma
sempre di montagna, Angelo ci racconta di alcuni
incontri da lui fatti all’alpe e questo ci permette di
scoprire che abbiamo molte conoscenze in comune e alcuni
sono anche della nostra compagnia. Saliamo sul dosso
alle spalle dell’alpe e in compagnia dei nuovi amici
scattiamo la
foto a ricordo del
piacevole incontro
che conserveremo gelosamente nell’archivio della
memoria. Ammirato lo spettacolo che si ha delle scoscese
rocce del vicino Gridone, salutiamo la compagnia e
riprendiamo il cammino indirizzandoci in direzione di
Montevecchio. Il sentiero attraversa diagonalmente il
versante occidentale del Monte Torriggia e passa sotto
ai
ruderi dell’Alpetta,
che si vede in lontananza sul crinale che sale alla
vetta del Monte Torriggia, per poi addentrarsi in una
fitta boscaglia di pino mugo.
Giunti
in corrispondenza di una sorgente di freschissima acqua
che riporta una
scritta ben augurale
m. 1530(h0,25;2,10), tralasciamo l’esile traccia
che salendo a sinistra raggiunge la croce di vetta e
proseguiamo lungo il crinale che, aggirato ci presenta
una bella visione della Valle Cannobina. Iniziamo ora a
percorrere il sentiero, sempre ben segnato e
recentemente ripulito dalle erbacce, che in ripida
discesa penetra dapprima in una
fitta ed ombreggiata
faggeta,
successivamente attraversa boschi di betulle e prati
incolti ed abbandonati, ci porta a raggiungere l’antico
nucleo rurale di Montevecchio m 1094 (h0,50;3,00).
All’ingresso dell’alpe è collocato il
monumento a ricordo
del Tenente Ezio Rizzato,
ucciso dai nazisti in una triste pagina della Resistenza
nel 1944, conosciuta come l’ eccidio di Fondotoce.
Raggiungiamo le prime baite dell’alpe e qui effettuiamo
la sosta per consumare il nostro pranzo, e per
concederci un attimo di meritato riposo. Terminati i “
festeggiamenti ″, riprendiamo il cammino e risaliti al
pianoro su cui, ordinatamente allineati svettano dei
monumentali faggi,
raggiungiamo di nuovo il cippo commemorativo da cui
prende avvio il sentiero che superati i tre
caratteristici fontanili utilizzati ai tempi dell’inalpamento
per abbeverare gli animali e denominati “
Funtan dau Giash
″,
attraversa un fresco bosco, supera alcune vallette e
giungiamo a
Cursolo
m. 886 (h0,30;3,30). Dal paese scendiamo lungo la
strada asfaltata che si immette sulla Strada
Statale della Cannobina e voltando a destra superiamo la
prima galleria per raggiungere dopo pochi metri
l’ingresso della seconda che non attraversiamo ma
pieghiamo a sinistra seguendo le
indicazioni per
l’Area Monumenti Caduti Partigiani:
dedicata alla memoria di due eroi della resistenza
protagonisti della storica Repubblica dell’Ossola, il
colonnello Attilio Moneta e Alfredo Di Dio. Raggiungiamo
l’area
seguendo il percorso della vecchia strada da cui si
scorgono le strapiombanti pareti che scendono a
raggiungere il letto del Torrente Cannobino che possiamo
ammirare sotto di noi mentre scorre nel suo tortuoso
percorso.
Ritorniamo sulla
Statale
in corrispondenza dell’uscita della seconda galleria
(h0,30;4,00) e da qui ci aspettano ancora circa
1500 metri di strada asfaltata che nella giornata
odierna, molto calda, risulta particolarmente pesante da
percorrere. Per nostra fortuna, veniamo raggiunti da una
gentile e compassionevole signora, votata a compiere
opere di bene, che ci offre un passaggio in auto fino al
parcheggio. Ringraziata la signora e la nostra buona
stella, recuperiamo l’auto e felici e contenti ce ne
torniamo accaldati verso casa.
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