Valle Vigezzo

Lago di Panelatte m. 2063

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:1-Novembre-2013                                                    

 Partenza da: Arvogno m. 1247
 Dislivello totale: m. 841
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,15

Come arrivare: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera, salire per la SS 337 della Valle Vigezzo fino a Santa Maria, superato l’abitato, al bivio si prende a sinistra seguendo le indicazioni per Toceno/Arvogno,  dove si arriva dopo pochi chilometri.
 

Parcheggiata l’auto nei pressi del rifugio, da dove abbiamo subito un'anteprima di quanto ci aspetta, ultimiamo i preparativi e ci incamminiamo sulla strada asfaltata giungendo ad attraversare in pochi minuti il ponte sul fiume Melezzo che, con una magnifica cascata, si tuffa in una limpida pozza. Superato il ponte imbocchiamo sulla destra la scorciatoia, che raggiunge la strada sterrata che percorriamo sino ad arrivare al ponte sul Rio Verzasco. Valicato il ponte iniziamo  a risalire la seicentesca mulattiera, realizzata con circa duemila gradini e ancora  scrupolosamente conservata, che  ci conduce prima all'Alpe Verzasco m.1333 (h0,30), costituito da un buon numero di baite, e successivamente tra faggi, abeti rossi e larici arriviamo all'Alpe Villasco m. 1642 (h0,50;1,20). Volgendo lo sguardo alla Bocchetta di Ruggia ci soffermiamo ad osservare il tripudio di colori che l’autunno ha messo in scena, offrendoci straordinari effetti cromatici di rara suggestione ed immagini uniche da immortalare in una serie infinita di fotografie. Grazie a questo fenomeno naturale, i boschi si trasformano in tante sale di esposizioni dove vengono mostrati coloratissimi quadri che destano una serie interminabile di emozioni e conveniamo che a buona ragione la Valle Vigezzo si merita l’appellativo di “ Valle dei pittori ”. Continuando nel nostro cammino raggiungiamo la radura su cui si alza l’Alpe ai Motti m. 1815 (h0,35;1,55), contraddistinto da due lunghissime stalle. Dopo una breve sosta per ammirare lo straordinario scenario che ci viene offerto dai larici che sembrano infiammarsi alla flebile luce di un timido sole che non riesce a farsi strada fra le nuvole, proseguiamo con una salita regolare, sino alla cappelletta di San Pantaleone m. 2024 (h0,25;2,15) edificata nei pressi del Passo di Fontanalba m. 2024. Qui alcuni cartelli segnavia indicano varie direzioni, noi ci dirigiamo a sinistra seguendo i segni bianco-rosso, arrivando in breve alla conca in cui è adagiato il Lago di Panelatte m. 2062 (h0,10;2,25). Purtroppo la giornata non è delle migliori e salendo di quota la densa foschia, che speravamo si diradasse, è andata trasformandosi in nebbia abbastanza fitta che contribuisce ad offrirci una lugubre e deludente visione dello specchio lacustre che rispetto alla nostra ultima visita, ritroviamo molto ridotto. Le suggestive fotografie che pensavamo di scattare, rimangono un pio desiderio e ci dobbiamo accontentare di quanto ci viene offerto dalla grigia atmosfera che avvolge la zona. In questo scenario, cerchiamo un minimo riparo dietro una roccia e consumiamo velocemente il nostro pranzo; nel frattempo l’aria si è fatta freschina e decidiamo di iniziare a scendere velocemente in quanto la situazione non da nessuna speranza di miglioramento. Caricati gli zaini ci incamminiamo sulla via del ritorno quando, dalla nebbia, vediamo emergere l’amico Oliviero, anche lui salito al lago con l’intento di effettuare una nuova ascensione. Purtroppo le condizioni sono proibitive per cui anche Oliviero decide di unirsi a noi per scendere in compagnia. Scendiamo parlando delle varie esperienze fatte in montagna ed Oliviero, che è un abile affabulatore, ci racconta delle tante ascensioni  effettuate e delle oltre mille cime da lui raggiunte. A causa della nostra lenta andatura Oliviero, che è atteso a Villette per la castagnata, ci saluta e scende velocemente scomparendo alla nostra vista. Noi continuiamo tranquilli parlando del più e del meno e a nostra volta raggiungiamo di nuovo Arvogno (h2,00;4,15) dove ci aspetta l’auto e, al termine di una giornata non ottimale, meteo parlando, ma comunque molto interessante che ci ha permesso di apprezzare e conoscere l’indescrivibile ricchezza di toni e colori  che avvolgono la natura accompagnandola verso l’inverno, concordiamo nell’affermare che questa è la stagione ideale per visitare la valle.