Val Bognanco

Passo di Monscera m.2103

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:4-Dicembre-2013                                                    

 Partenza da: S. Bernardo m. 1628
 Dislivello totale: m. 530
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivare: Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del Sempione, sino all’uscita per Domodossola. Usciti dalla Statale, si svolta a destra, si continua per Domodossola, per poi  seguire sulla provinciale 68 della valle Bognanco. Raggiunta la località termale si prosegue, risalendo diversi tornanti,  per Graniga/ S. Bernardo fino a raggiungere il parcheggiando nei pressi della chiesetta.
 

Le rigide temperature di questi ultimi giorni hanno mantenuto il manto nevoso depositatosi a seguito delle recenti precipitazioni per cui, se vogliamo continuare a camminare sui monti, è giunto il momento di staccare dal chiodo gli attrezzi invernali e riprendere le ciaspole. Per questa prima nostra uscita sulla neve scegliamo di andare sul sicuro e optiamo per la salita al Passo di Monscera, meta priva di pericoli, conosciuta e ampiamente collaudata negli anni. Giunti a S. Bernardo parcheggiamo l’auto sul piazzale del piccolo Oratorio dove su di una bellissima bacheca è scolpito un saluto di benvenuto che anticipa l’ambiente che ci aspetta. Ci incamminiamo lungo il sentiero, ancora abbondantemente innevato, identificato dal segnavia  (D8) che, inoltrandosi nel bosco ci porta a raggiungere il ponte sul Rio Rasiga (h0,15) che superiamo per iniziare a salire lungo la pista battuta che ci permette di arrivare nei pressi dell’Alpe Arza m. 1754 (h0,30;0,45) dove, al cospetto della Cima Verosso sorge il Rifugio Al Dosso, tristemente chiuso e alla ricerca di un gestore. Continuiamo a seguire la pista e, tralasciando le indicazioni per l’Alpe Paioni e per il Lago di Agro, ci ritroviamo ai piedi del ripido pendio che risaliamo per sbucare sul pianoro su cui sorgono le casere dell’Alpe Monscera m. 1971 (h0,30;1,15) con il suo grande stallone. Strada facendo incontriamo Gigi e Rino, due sci alpinisti diretti al Pizzo Pioltone, con i quali condividiamo un tratto del comune percorso. Giunti alla deviazione, salutiamo gli amici e continuiamo sulla strada che, in uno spettacolare ambiente alpino, si sviluppa fra uno scenografico bosco di larici, sullo sfondo appare l’inconfondibile parete inclinata del Pizzo Pioltone, che sovrasta l’ampia sella del Passo di Monscera m. 2105, deturpato dalla presenza dell’invadente elettrodotto con il quale importiamo l’elettricità dalla Svizzera. Per secoli il Passo di Monscera è stato un'antica via di comunicazione e di commercio tra la Val d'Ossola e il Canton Vallese e venne anche utilizzato come via di transito delle truppe vallesane che scendevano per conquistare le terre d’Ossola e, nel 1275  da Papa Gregorio X di ritorno dal concilio di Lione. Passando alti sul piccolo lago del passo, raggiungiamo la sommità (h1,00;2,15) dove: una palina e un enorme traliccio delimitano il valico che mette in comunicazione l’Ossola con il Vallese. La spettacolare giornata ci permette di osservare in tutta la sua grandiosità il famoso “ trittico del Sempione ″ e di scattare un considerevole numero di foto. Una gelida aria, che sempre spira sul passo, ci convince ad abbandonare la zona, ritornando sui nostri passi, raggiungiamo la Croce della Pace da cui ci dirigiamo in diagonale sulla destra in direzione del Rifugio Gattascosa m.1993 che raggiungiamo agevolmente (h0,30;2,45). Vista l’ora, sostiamo per il pranzo che consumiamo ammirando le suggestive cataste di legna che, tagliata in piccoli pezzi è ordinatamente impilata ad asciugare al sole ed al vento. Visto il periodo prenatalizio alcuni addobbi già adornano il rifugio e le stesse cataste di legna ci ricordano il classico panettone. Terminato il veloce spuntino, riaffardelliamo gli zaini e, con l’intento di fare il giro ad anello, ci incamminiamo in direzione del Lago di Ragozza. La discesa avviene sul pendio oramai completamente in ombra lungo la ben marcata traccia che ci conduce a fiancheggiare il Lago di Ragozza che ci appare nella sua veste invernale, continuando a seguire la traccia, percorriamo  i ripidi costoni del secolare lariceto fino ad uscire dal bosco e raggiungere la stupenda piana di Ridorosso m. 1831, nota come la Torbiera di Gattascosa.  Rientrati nel bosco, si discende ancora per un tratto fra gli enormi larici fino a sbucare sulla strada consortile che si segue in discesa fino a raggiungere la radura su cui sorge il Rifugio S. Bernardo (h1,15;4,00). Siamo oramai al termine di questa splendida giornata trascorsa  in un ambiente da favola che la presenza della neve ha reso veramente “ paradisiaco ″.