Come arrivare:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce,
proseguire seguendo la Statale del Sempione, sino
all’uscita per Domodossola. Usciti dalla Statale, si
svolta a destra, si continua per Domodossola, per poi
seguire sulla provinciale 68 della valle Bognanco.
Raggiunta la località termale si prosegue, risalendo
diversi tornanti, per Graniga/ S. Bernardo fino a
raggiungere il parcheggiando nei pressi della chiesetta.
Le
rigide temperature di questi ultimi giorni hanno
mantenuto il manto nevoso depositatosi a seguito delle
recenti precipitazioni per cui, se vogliamo continuare a
camminare sui monti, è giunto il momento di staccare dal
chiodo gli attrezzi invernali e riprendere le ciaspole.
Per questa prima nostra uscita sulla neve scegliamo di
andare sul sicuro e optiamo per la salita al Passo di
Monscera, meta priva di pericoli, conosciuta e
ampiamente collaudata negli anni. Giunti a S. Bernardo
parcheggiamo l’auto sul piazzale del
piccolo Oratorio dove su di una bellissima
bacheca è scolpito un
saluto di benvenuto che anticipa l’ambiente
che ci aspetta. Ci incamminiamo lungo il sentiero,
ancora abbondantemente innevato, identificato dal
segnavia (D8) che, inoltrandosi nel bosco ci porta
a raggiungere il
ponte sul Rio Rasiga (h0,15) che
superiamo per iniziare a salire lungo la pista battuta
che ci permette di arrivare nei pressi dell’Alpe
Arza m. 1754 (h0,30;0,45) dove, al
cospetto della Cima Verosso sorge il
Rifugio Al Dosso, tristemente chiuso e alla
ricerca di un gestore. Continuiamo a seguire
la pista e, tralasciando le indicazioni per l’Alpe
Paioni e per il Lago di Agro, ci ritroviamo ai piedi del
ripido pendio che risaliamo per sbucare sul
pianoro su cui sorgono le casere dell’Alpe Monscera m.
1971 (h0,30;1,15) con il suo grande stallone.
Strada facendo incontriamo
Gigi e Rino, due sci alpinisti diretti al
Pizzo Pioltone, con i quali condividiamo un tratto del
comune percorso. Giunti alla deviazione, salutiamo gli
amici e continuiamo sulla strada che, in uno
spettacolare ambiente alpino, si sviluppa fra uno
scenografico
bosco di larici,
sullo sfondo appare l’inconfondibile parete inclinata
del
Pizzo Pioltone, che sovrasta l’ampia
sella del Passo di Monscera m. 2105,
deturpato dalla presenza dell’invadente elettrodotto con
il quale importiamo l’elettricità dalla Svizzera. Per
secoli il Passo di Monscera è stato un'antica via di
comunicazione e di commercio tra la Val d'Ossola e il
Canton Vallese e venne anche utilizzato come via di
transito delle truppe vallesane che scendevano per
conquistare le terre d’Ossola e, nel 1275 da Papa
Gregorio X di ritorno dal concilio di Lione. Passando
alti sul
piccolo lago del passo, raggiungiamo la
sommità (h1,00;2,15) dove: una palina e un enorme
traliccio delimitano il valico che mette in
comunicazione l’Ossola con il Vallese. La spettacolare
giornata ci permette di osservare in tutta la sua
grandiosità il famoso
“ trittico del Sempione ″
e di scattare un considerevole numero di foto. Una
gelida aria, che sempre spira sul passo, ci convince ad
abbandonare la zona, ritornando sui nostri passi,
raggiungiamo la
Croce della Pace da cui ci dirigiamo in
diagonale sulla destra in direzione del
Rifugio Gattascosa m.1993 che raggiungiamo
agevolmente (h0,30;2,45). Vista l’ora, sostiamo
per il pranzo che consumiamo ammirando le suggestive
cataste di legna che, tagliata in piccoli
pezzi è ordinatamente impilata ad asciugare al sole ed
al vento. Visto il periodo prenatalizio alcuni
addobbi già adornano il rifugio e le stesse
cataste di legna ci ricordano il classico panettone.
Terminato il veloce spuntino, riaffardelliamo gli zaini
e, con l’intento di fare il giro ad anello, ci
incamminiamo in direzione del Lago di Ragozza. La
discesa avviene sul pendio oramai completamente in ombra
lungo la ben marcata traccia che ci conduce a
fiancheggiare il
Lago di Ragozza che ci appare nella sua veste
invernale, continuando a seguire la traccia, percorriamo
i ripidi costoni del secolare lariceto fino ad uscire
dal bosco e raggiungere la stupenda
piana di Ridorosso m. 1831, nota come la
Torbiera di Gattascosa. Rientrati nel bosco, si
discende ancora per un tratto fra gli enormi larici fino
a sbucare sulla strada consortile che si segue in
discesa fino a raggiungere la radura su cui sorge il
Rifugio S. Bernardo (h1,15;4,00).
Siamo oramai al termine di questa splendida giornata
trascorsa in un ambiente da favola che la presenza
della neve ha reso veramente “ paradisiaco ″.
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