Valle Anzasca

 Miniere dei Cani m.1475

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:16-Giugno-2013                                                    

 Partenza da: Fraz. Ronchi m. 730
 Dislivello totale: m. 745
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,30

Come arrivare: Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del Sempione , sino all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SS549 della Val Anzasca che si percorre sino a raggiungere la località Vanzone da cui si prosegue per la Frazione Ronchi di Fuori.


Le miniere aurifere dei Cani, poste sulla ripida montagna sopra Vanzone, sono scarsamente conosciute e ignorate dagli escursionisti. Allo scopo di ri/scoprire le antiche miniere d’oro, tesori che hanno segnato la storia dei secoli passati; il CAI di Macugnaga, al fine di non smarrire il ricordo di come il benessere attuale sia frutto del lavoro e del sacrificio di intere generazioni che hanno lavorato in miniera, non per scelta ma per necessità,  propone una serie di uscite che permettano di fare un tuffo nel mondo che ha segnato la vita dei paesi della Valle Anzasca. Nell’intento di far conoscere questi luoghi storicamente molto interessanti e carichi di memorie, il CAI ha programmato per la giornata di oggi la visita alla Miniera dei Cani; il sito minerario sfruttato per l’estrazione dell’oro e da cui sgorgano acque arsenicali ritenute le più ricche di minerali al mondo. Non avendo ancora visitato questa zona, non ci lasciamo sfuggire l’occasione e ci aggreghiamo alla compagnia che, all’orario convenuto, si ritrova in quel di Vanzone per trasferirsi successivamente in auto alla frazione Ronchi Fuori da cui inizia l’escursione. Ad accoglierci troviamo, gli amici
Piero e Bodri oltre a Teresio Valsesia che, prima di iniziare l’escursione, ci relaziona con una breve cronistoria alla visita del luogo che stiamo andando a visitare. Dal piccolo parcheggio, iniziamo a risalire il ripido sentiero che sale ripido nel bosco e, tra castagni e faggi raggiunge il bivio per Mugnalp da cui, prendendo a destra, superiamo il ponte e tocchiamo l’Alpe Albera m. 1.067 (h1,10). Qui effettuiamo una breve sosta e Teresio ci relaziona dandoci ulteriori notizie sulle miniere e sui trascorsi storici, poi ci saluta in quanto precedenti impegni lo richiamano in valle. Lasciamo le baite dell’alpe e continuiamo a risalire il ripido e selvaggio versante della montagna che rasenta il torrente dalle acque rosse e la “ strada degli inglesi ″ lungo la quale venivano fatti scivolare a valle i carichi di minerale. Poco dopo aver guadato il rio si raggiunge la base della grande tramoggia nella quale veniva scaricato il minerale estratto che arrivava a valle già in parte frantumato, accelerando in tal modo il passaggio al “ mulinetto ″. Qui troviamo anche una galleria, parzialmente chiusa da un muro m. 1.214. Il sentiero prosegue in direzione dei ruderi che costituivano gli alloggiamenti e, superati per mezzo di un’aerea passerella che agevola il passaggio un tratto di frana, risaliamo la scala che ci immette sul piano dove si apre l’imbocco della galleria principale m. 1475 (h0,45;2,15). Mentre un gruppo sale a vedere i baraccamenti, noi ci prepariamo per entrare a visitare la galleria da cui scaturisce l’acqua mineralizzata arsenico-ferruginosa conosciuta con il nome  “ vanzonis ″ che, poco più a valle, incanalandosi nel greto del Crotto Rosso la tinge di ocra conferendogli la caratteristica colorazione: un tempo questa acqua di colorazione giallo paglierino, fresca ed inodore,veniva imbottigliata ed usata per scopi terapeutici. Per entrare in galleria ci viene suggerito di dotarci di stivali di gomma e di indumenti "usa e getta" perché i minerali presenti possono macchiare irrimediabilmente gli abiti. Indossata l’attrezzatura consigliata, ci apprestiamo ad entrare nella miniera aiutati da Marco ed Alberto che unitamente a Massimo sono meglio conosciuti come “ i tre di Croppo ″ e ci addentriamo nello stretto cunicolo abbondantemente invaso dall’acqua nel quale procediamo con cautela facendo attenzione alle testate, per fortuna ho avuto la buona idea di indossare il caschetto di protezione. Causa le condizioni del fondo, purtroppo non possiamo arrivare alla camera principale in cui sgorga la sorgente ma ci dobbiamo accontentare di fotografare bellissime formazioni calcaree e stalattiti che scendono dalle vecchie gallerie. Ritornati alla luce del sole, ci accomodiamo per la sosta pranzo e per scambiarci i commenti sul quasi irreale luogo che abbiamo appena visitato. Terminata la pausa, Flavio scatta la rituale foto ricordo e iniziamo a scendere ripercorrendo il sentiero fatto in salita sino ad arrivare al cartello che indica la deviazione per Mugnalp di Sopra m.1146 (h0,30;2,45) che seguiamo per raggiungere il borgo dove ci aspetta la Famiglia Vittone (h0,15;3,00) che molto gentilmente ci ha organizzato un graditissimo rinfresco con tanto di caffè e dolciumi e bevande varie. Scambiate le piacevolissime “ quattro chiacchiere ″, che moltiplicate per il numero dei partecipanti, sono diventate molto di più: salutiamo, ringraziamo per la cortese ospitalità e ci incamminiamo lungo il sentiero che, transitando per Mugnalp di Sotto m.1060 ci riporta sul percorso seguito al mattino. Ancora una ripida discesa e ci ritroviamo nuovamente al parcheggio di Ronchi dentro dove salutiamo la simpatica e bella compagnia dandoci appuntamento ad una prossima occasione. Ringraziamo il CAI di Macugnaga per la particolare escursione che ci ha dato la possibilità di visitare un  sito ricco di storia, i volontari che hanno ripulito e segnato il sentiero, tutti i partecipanti per la compagnia e gli amici Piero e Bodri   cha hanno guidato l’escursione.

Per ulteriori informazioni sulla Miniera dei Cani: www.acquavanzonis.it e più in generale sulle miniere della Valle Anzasca: http://www.ossola.com/valle-anzasca/la-valle-dell-oro.html