Come arrivare:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce,
proseguire seguendo la Statale del Sempione , sino
all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SS549
della Val Anzasca che si percorre sino a raggiungere la
località Vanzone da cui si prosegue per la Frazione
Ronchi di Fuori.

Le miniere aurifere dei Cani, poste sulla
ripida montagna sopra Vanzone, sono scarsamente
conosciute e ignorate dagli escursionisti. Allo scopo di
ri/scoprire le antiche miniere d’oro, tesori che hanno
segnato la storia dei secoli passati; il CAI di
Macugnaga, al fine di non smarrire il ricordo di come il
benessere attuale sia frutto del lavoro e del sacrificio
di intere generazioni che hanno lavorato in miniera, non
per scelta ma per necessità, propone una serie di
uscite che permettano di fare un tuffo nel mondo che ha
segnato la vita dei paesi della Valle Anzasca.
Nell’intento di far conoscere questi luoghi storicamente
molto interessanti e carichi di memorie, il CAI ha
programmato per la giornata di oggi la visita alla
Miniera dei Cani; il sito minerario sfruttato per
l’estrazione dell’oro e da cui sgorgano acque arsenicali
ritenute le più ricche di minerali al mondo. Non avendo
ancora visitato questa zona, non ci lasciamo sfuggire
l’occasione e ci aggreghiamo alla compagnia che,
all’orario convenuto, si ritrova in quel di Vanzone per
trasferirsi successivamente in auto alla frazione Ronchi
Fuori da cui inizia l’escursione. Ad accoglierci
troviamo, gli amici
Piero e Bodri
oltre a
Teresio Valsesia
che, prima di iniziare l’escursione, ci relaziona con
una breve cronistoria alla visita del luogo che stiamo
andando a visitare. Dal piccolo parcheggio, iniziamo a
risalire il ripido sentiero che sale ripido nel bosco e,
tra castagni e faggi raggiunge il bivio per Mugnalp da
cui, prendendo a destra, superiamo il ponte e tocchiamo
l’Alpe
Albera
m. 1.067 (h1,10). Qui effettuiamo una breve sosta
e Teresio ci relaziona dandoci ulteriori notizie sulle
miniere e sui trascorsi storici, poi ci saluta in quanto
precedenti impegni lo richiamano in valle. Lasciamo le
baite dell’alpe e continuiamo a risalire il ripido e
selvaggio versante della montagna che rasenta il
torrente dalle acque rosse e la “ strada degli inglesi ″
lungo la quale venivano fatti scivolare a valle i
carichi di minerale. Poco dopo aver guadato il rio si
raggiunge la base della
grande tramoggia
nella quale veniva scaricato il minerale estratto che
arrivava a valle già in parte frantumato, accelerando in
tal modo il passaggio al “ mulinetto ″. Qui troviamo
anche
una galleria, parzialmente chiusa da un muro
m. 1.214. Il sentiero prosegue in direzione dei ruderi
che costituivano gli alloggiamenti e, superati per mezzo
di
un’aerea passerella
che
agevola il passaggio un tratto di frana, risaliamo
la scala
che ci immette sul piano dove si apre l’imbocco della
galleria principale m. 1475 (h0,45;2,15). Mentre
un gruppo sale a vedere i baraccamenti, noi ci
prepariamo per entrare a visitare la galleria da cui
scaturisce l’acqua mineralizzata arsenico-ferruginosa
conosciuta con il nome “ vanzonis ″ che, poco più
a valle, incanalandosi nel greto del
Crotto Rosso
la tinge di ocra conferendogli la caratteristica
colorazione: un tempo questa acqua di colorazione giallo
paglierino, fresca ed inodore,veniva imbottigliata ed
usata per scopi terapeutici. Per entrare in galleria ci
viene suggerito di dotarci di
stivali di gomma e di indumenti "usa e getta"
perché i minerali presenti possono macchiare
irrimediabilmente gli abiti. Indossata l’attrezzatura
consigliata, ci apprestiamo ad entrare nella miniera
aiutati da
Marco ed Alberto che unitamente a Massimo
sono meglio conosciuti come “
i tre di
Croppo
″ e ci addentriamo nello
stretto cunicolo
abbondantemente
invaso dall’acqua
nel quale procediamo con cautela facendo attenzione alle
testate, per fortuna ho avuto la buona idea di indossare
il
caschetto di protezione.
Causa le condizioni del fondo, purtroppo non possiamo
arrivare alla camera principale in cui sgorga la
sorgente ma ci dobbiamo accontentare di fotografare
bellissime formazioni calcaree
e
stalattiti
che scendono dalle vecchie gallerie. Ritornati alla luce
del sole, ci accomodiamo per la
sosta pranzo
e per scambiarci i commenti sul quasi irreale luogo che
abbiamo appena visitato. Terminata la pausa,
Flavio
scatta la rituale
foto ricordo
e iniziamo a scendere ripercorrendo il sentiero fatto in
salita sino ad arrivare al cartello che indica la
deviazione per Mugnalp di Sopra m.1146 (h0,30;2,45) che
seguiamo per raggiungere il borgo dove ci aspetta la
Famiglia Vittone
(h0,15;3,00) che molto gentilmente ci ha
organizzato un
graditissimo rinfresco
con tanto di caffè e dolciumi e bevande varie. Scambiate
le piacevolissime “ quattro chiacchiere ″, che
moltiplicate per il numero dei partecipanti, sono
diventate molto di più: salutiamo, ringraziamo per la
cortese ospitalità e ci incamminiamo lungo il sentiero
che, transitando per Mugnalp di Sotto m.1060 ci riporta
sul percorso seguito al mattino. Ancora una ripida
discesa e ci ritroviamo nuovamente al parcheggio di
Ronchi dentro dove salutiamo la simpatica e bella
compagnia dandoci appuntamento ad una prossima
occasione. Ringraziamo il CAI di Macugnaga per la
particolare escursione che ci ha dato la possibilità di
visitare un sito ricco di storia, i volontari che
hanno ripulito e segnato il sentiero, tutti i
partecipanti per la compagnia e gli amici
Piero e
Bodri
cha
hanno guidato l’escursione.
Per ulteriori informazioni sulla Miniera
dei Cani: www.acquavanzonis.it
e più in generale sulle miniere della Valle Anzasca:
http://www.ossola.com/valle-anzasca/la-valle-dell-oro.html
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