Come arrivare:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Montecrestese. Seguire le indicazioni per Altoggio;
superare le frazioni di Giosio, Oro e Naviledo e si
arriva ad Altoggio. Prima di entrare nell’abitato, sulla
sinistra, prende avvio la strada agro-silvo-pastorale
che in circa 10 Km. raggiunge l’alpe Agarina. N.B.
Il transito sulla strada per la Valle Agarina è
disciplinato da specifico
regolamento
emesso dal Comune di Montecrestese.
Dopo la
pausa invernale che ci ha portato a percorrere itinerari
ed ambienti diversi, ci ritroviamo nuovamente con
Flavio e Gian Mario
e Carlo per la prima escursione estiva. Claudio propone
di raggiungere il Lago di Matogno in alta Valle Isorno.
La Valle Isorno è una delle valli minori della Val
d'Ossola, che si dirama presso la località di
Montecrestese, inserendosi geograficamente tra la Val
Formazza e la Val Vigezzo ed è attraversata dall'omonimo
fiume. È stretta e incassata, con pochissimi
insediamenti umani tanto da essere definita anche come “
la valle dell’impossibile ″, perché all’imboccatura è
talmente stretta e incassata che sembra inverosimile
potervi accedere. Dopo l’alpeggio di Agarina si divide
in due convalli: a destra la Val Agrasino mentre a
sinistra la Valle del rio Nocca che proviene dal lago
Gelato. Nella parte alta di quest'ultima si estendono i
grandi pascoli dell'Alpe Matogno e della Val Cravariola,
che è stata in passato teatro di sanguinose battaglie
per il suo possesso. Lasciata l’auto ad Agarina,
proseguiamo lungo
la nuova
strada
realizzata per permettere agli automezzi di servizio di
raggiungere il cantiere dove è in costruzione una nuova
centralina idroelettrica. Percorso un buon tratto della
strada, arriviamo al
nuovo
Ponte Faugiol
(h0,40), il vecchio è stato distrutto da una slavina
negli anni passati, che valichiamo per poi iniziare a
salire lungo la bella ed antica
mulattiera
che corre alta sul sottostante
Rio Nocca,
superato un robusto ponte giungiamo in vista del
bellissimo e raccolto
Alpe Nocca
m.1611 (h0,45;1,25). Qui incontriamo e conosciamo
Clelia e
Gino
che, molto gentilmente ci invitano a bere
un
graditissimo caffè corretto.
Scambiate le solite quattro chiacchiere, ringraziamo per
la cordiale ospitalità e ci avviamo in salita lungo un
bel sentiero che, facendosi strada tra
un fitto tappeto di rododendri,
si inerpica spietatamente lungo la linea di massima
pendenza entrando in un bellissimo lariceto per
risalirlo interamente fino a sbucare, al margine
superiore del bosco, negli ampi pascoli dell’Alpe
Ratagina
m.1920 (h1,05;2,30). Dall’alpe
il
panorama si apre
e lo sguardo abbraccia tutte le bellissime montagne,
ancora abbondantemente innevate, che fanno da corona
alla stupenda conca in cui sono racchiusi i numerosi
alpeggi che emergono dai vasti pascoli che, liberati
dalla neve, si stanno ricoprendo di un nuovo manto
erboso che va assumendo una colorazione verde brillante.
Dall’alpe ci dirigiamo a destra e iniziamo a percorrere
un lungo traverso che, in moderata e costante ascesa,
aggira un costone dietro il quale si trova il pianoro su
cui sorgono le belle
baite dell’Alpe Lago
m. 2069
(h0,40;3,10) dove incontriamo
Mauro ed
Umberto
intenti a realizzare una
bella e
robusta recinzione.
Al termine di altre piacevoli chiacchiere, riprendiamo
il cammino indirizzandoci verso il sovrastante rilievo
che, raggiunto e superato ci permette di raggiungere il
Lago di
Matogno
m. 2087 (h0,05;3,15).Lo spettacolo che si presenta ai
nostri occhi è semplicemente fantastico; la
superficie
del lago
è ancora in buona parte gelata, spettacolo abbastanza
anomalo in questa stagione, e lastre di ghiaccio
cominciano a staccarsi solo ora dalle sponde. In questo
luogo, decidiamo di effettuare la
sosta
pranzo
per gustarci, oltre ai panini, anche questa particolare
ed entusiasmante visione. Terminato il pranzo, e dopo
aver scattato la
foto di
gruppo
ed una quantità industriale di altre foto, iniziamo il
percorso del ritorno ed iniziamo a scendere in direzione
dell’Alpe Matogno, raggiungiamo e superiamo la
ex caserma
della Guardia di Finanza e continuiamo a scendere lungo
i prati in cui abbondano grandi quantità di
coloratissime genziane.
In breve entriamo nei prati dell’Alpe
Matogno
in cui risultano armoniosamente inserite le baite
ristrutturate con cura. Qui incontriamo
Nori e
Gianfranco
che riconoscono Flavio per averlo già incontrato in
precedenti occasioni e, con l’abituale ospitalità che
contraddistingue la gente di montagna, ci invitano a
visitare la loro bella baita
arredata
con gusto,
ed ad accomodarci. Mentre la gentilissima
Nori
ci prepara il caffè,
Gianfranco
ci intrattiene dandoci delucidazioni sulle varie cime
circostanti, indicandoci nuovi itinerari e tenendo a
bada anche
le
caprette
incuriosite dai preparativi della tavola. Non si
finirebbe mai di
chiacchierare con i simpatici ed affabili amici,
ma purtroppo la strada da percorrere è ancora lunga per
cui, a malincuore, scattata la
foto
ricordo,
salutiamo la simpatica compagnia e scendiamo in
direzione dell’Alpe Nocca che raggiungiamo
nuovamente(h0,55;4,10). Per un breve tratto
ripercorriamo il sentiero fatto in salita sino a che,
giunti al cartello indicatore, decidiamo di scendere
lungo l’itinerario, contrassegnato dal
segnavie
L03a
ed indicato come “ sentiero balmuzzign ″, che entra nel
bosco e superate alcune placconate rocciose, ci riporta
sulla
strada
risalita al mattino
(h0,40;5,00). Non ci resta ora che ripercorre a ritroso
un tratto della strada asfaltata che ci riporta ad Agarina dove recuperiamo l’auto per fare ritorno verso
casa. Accaldati, un po’ stanchi ma soddisfatissimi, ci
congratuliamo a vicenda per la stupenda escursione
effettuata in un ambiente di rara bellezza, poco
conosciuto e frequentato a causa del lungo avvicinamento
che può avvenire unicamente percorrendo il lungo tratto
di strada vietato al transito delle auto non
autorizzate.
 |