Come arrivarci:
Dall’autostrada A26 Voltri-Sempione, prendere l'uscita
di Brovello Carpugnino. All'uscita svoltare a sinistra
in direzione Massino Visconti.
Nonostante le recenti abbondanti nevicate, oggi è il
primo giorno di primavera e noi ne vogliamo festeggiare
l’arrivo con una escursione “ terrena ″. Per evitare di
calpestare la neve ci dobbiamo mantenere a quote basse
per cui stabiliamo di visitare la zona collinare
dell’Alto Vergante, che solitamente trascuriamo attratti
dalla smania di raggiungere località più montane.
Decidiamo di percorrere l’itinerario che da Massino
Visconti, sale al Monte San Salvatore. Raggiungiamo il
borgo che, al nostro arrivo si presenta già molto
soleggiato, e circondato dalle montagne che si snodano
fino alla vetta della nostra meta odierna: il Monte San
Salvatore. Il paese, divenuto feudo dei Visconti sin dal
1134, ne assunse il nome definitivo che ha mantenuto
anche dopo essere diventato comune. Il nucleo antico del
borgo, è caratterizzato dal
Castello
che, prima di diventare la residenza di campagna dei
Visconti, inizialmente era un convento di monaci.
Verso la metà del 500 la struttura fu trasformata in
castello con tanto di mura e torri sino ad arrivare ai
giorni nostri; ancora oggi proprietà degli eredi dei
Visconti di San Vito, si propone come suggestiva ed
autentica dimora medioevale in grado di ospitare eventi
e ricevimenti in uno scenario d'altri tempi; situato. in
posizione panoramica da cui si gode di un’ottima vista
sul comprensorio del Lago Maggiore, sorge all’ingresso
del paese. e, a buona ragione, il comune viene oggi
anche identificato con l’appellativo di “ finestra sul
Lago Maggiore ″. Lasciata l’auto in piazza della chiesa
dedicata a S. Michele, nota per il suo
campanile pendente
e per
il
monumento ai " Lusciat "(
ombrellai ), ci incamminiamo dapprima lungo via
Zanetta per poi piegare a sinistra in via Marconi
e successivamente, seguendo
il segnavie H7,
proseguiamo per via Ronchetti. Risaliamo la scalinata
mulattiera che sale rapidamente nel bosco di castagni e
faggi e, superate alcune ville, raggiungiamo la
località Monte
m. 627. Da questo punto prende avvio l’anello basso
contrassegnato dal simbolo H 6 che, seguendo l’asfaltata
via S. Salvatore, raggiunge l’area attrezzata per
pic-nic su cui sorge
la
cappella del Crott.
La cappella conserva
l’immagine della Madonna della Cintura,
la cui devozione si deve ai monaci Eremitani di S.
Agostino, che furono presenti in zona fino al 1660.
Continuando nella nostra salita, in breve raggiungiamo
la sommità del
monte San Salvatore
m. 799 su cui sorge l’omonimo santuario le cui origini
sembrano risalire agli anni tra 800-900 e
successivamente rimaneggiato in più occasioni a causa
della forte pendenza su cui è stato edificato.
Il
complesso monumentale,
circondato da faggi e betulle, è un luogo mistico in cui
regna il silenzio e dal
piazzale
si ha un splendida visuale panoramica sul lago e sui
monti e lo sguardo può spaziare sull'ampio
panorama sottostante:
il Lago Maggiore, le prealpi lombarde con i laghi e la
pianura che si estende a perdita d'occhio. Visitato
esternamente il complesso monastico, entriamo nel
cortile della trattoria
e restiamo letteralmente stupiti dalla o stupendo
panorama che abbraccia tutto il basso verbano, la
pianura novarese e milanese e tutta la catena dei monti
che si estende dal Monte Rosa, al Leone, alla ValGrande
sino al Limidario. Nel frattempo è stata aperta la
chiesa e possiamo visitarne anche
l’interno.
Terminata la visita, ci incamminiamo lungo la via del
ritorno che effettuiamo seguendo in parte il percorso
fatto in salita; ripercorriamo ritroso
via
Panoramica,
per la visuale che si gode da quassù, non poteva
essere nominata altrimenti, e scendiamo sino a
raggiungere
la deviazione per via Bellavista
da cui ci immettiamo sul sentiero seguendo le
indicazioni del segnavie H6. Sul pilastro di un cancello
d’ingresso,
una
targa attira la nostra attenzione
e quanto in esso riportato ci sembra molto di attualità
riportandoci alla mente le recenti parole del nuovo
Papa. Continuiamo nella discesa e, percorriamo uno dei
tanti sentieri tagliafuoco e, seguendo sempre il
sentiero H6, entriamo nel bosco, raggiungiamo la
“
Cascina da Prej picul ″
ed in breve ritorniamo alla frazione Monte dove sostiamo
nella graziosa area attrezzata per consumare il nostro
consueto spuntino. Dopo esserci rifocillati e crogiolati
al caldo sole veramente primaverile, gironzoliamo per la
frazione dove siamo attratti da una casa in costruzione
che presenta una curiosa
copertura del tetto realizzata in paglia
e da molte altre piccole e civettuole decorazioni.
Ricaricati gli zaini, ci immettiamo nuovamente sul
sentiero H7 e facciamo ritorno a Massino dove ci
attardiamo per visitare il paese percorrendo le sue
minuscole e caratteristiche stradine interne che, oltre
al
lavatoio,
ancora conservano numerosi segni del passato. Dopo aver
dedicato una maggiore attenzione ai
fregi
e alle
decorazioni che ornano il muro del Castello,
riteniamo conclusa anche questa escursione che, pur
nella sua semplicità, ci ha offerto una moltitudine di
spunti sia panoramici che di riflessione convincendoci
ancor più che spesso, attratti da località che godono di
maggior considerazione, trascuriamo le innumerevoli
bellezze che abbiamo sulla porta di casa. Anche in
questo caso, l’effettivo tempo di cammino è puramente
indicato a titolo statistico in quanto tante sono le
occasioni di sosta che rendono difficile calcolare il
tempo effettivamente impiegato. Una bellissima occasione
per visitare l’Alto Vergante fermandosi magari anche per
il pranzo o una semplice merenda alla Trattoria S.
Salvatore.
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