Valle Ossola

Cuzzago e la Vardarola

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:14-Marzo-2013                                                    

 Partenza da: Cuzzago m.228
 Dislivello totale: m.190
 Difficoltà: T
 Effettivo cammino h:2,30

Come arrivare: : Da Gravellona Toce si procede sulla Statale del Sempione fino all’uscita di Premosello, ( o Pieve Vergonte ???) usciti dalla Statale: si attraversa il ponte sul Fiume Toce, si prosegue sulla SP n. 166 e si raggiunge Cuzzago.

Questa di oggi più che un’escursione è un tranquilla camminata che si può fare quando, come nel nostro caso, si è in Ossola per altri motivi e prima di rientrare si avanza un minimo di tempo per sgranchirsi le gambe. Raggiunto Cuzzago, una bella frazione di Premosello-Chiovenda,  ci incamminiamo in direzione di Premosello e, alla fine dell’abitato, sull’altura che sovrasta la linea ferroviaria Domodossola-Milano, scorgiamo la Chiesa della Madonna dello Scopello. Ci immettiamo sulla mulattiera che sale a raggiungere la costruzione: adibita a lazzaretto durante la pestilenza del 1600 e successivamente trasformata in chiesa. Un monumentale Tasso plurisecolare di circa 3 metri di circonferenza e 16 metri di altezza, la cui età viene stimata in circa 500 anni di vita, molto simile ma meno famoso di quello esistente sul sagrato della chiesa di Cavandone, è presente anche qui e vigila sulle pareti della vecchia chiesa. L’albero, affascinante da vedere per la sua imponenza, sembra che fosse già presente nell’attuale posizione fin dai tempi della seicentesca pestilenza di Manzoniana memoria. Dal retro dell’oratorio prende avvio una strada asfaltata che porta a raggiungere la Cappella del 1600, ristrutturata nel 1972, alla confluenza della strada che sale da Cuzzago. Percorriamo la strada che in salita giunge fino alla baita “solitaria” (h0,20) posta al bivio per gli alpeggi bassi; si costeggiano le palestre di roccia di Cuzzago fino a Borgo Fogliaccio (h 0,10;0,30), quindi si devia sulla destra per strada pianeggiante. Questo tratto pianeggiante, con baite ristrutturate e scorci panoramici, porta fino alla località “La Vardarola” (h0,30;1,00), luogo dove gli Alpini, in ricordo dei partigiani, hanno posto un monumento in sasso e una lapide realizzando un’area di sosta: splendido punto panoramico sulla bassa Ossola e sui Laghi. Scattate le foto di rito, saliamo al vicinissimo Alpe Vargia m. 440 dove effettuiamo la pausa pranzo. Al termine della breve sosta, ritorniamo lungo la strada di salita fino alla baita “solitaria” (h0,30;1,30), quindi deviamo a sinistra seguendo le indicazioni del segnavie A44 percorriamo il sentiero che raggiunge  i ruderi dell’Alpe La Motta m. 410 e, proseguendo in discesa nel bosco, ci ritroviamo a dover superare un enorme manufatto che noi scambiamo per una via di lizza, ma che successivamente un anziano abitante del luogo, ci dice essere stato un riparo, che si fa risalire agli anni tra il 1500 e 1600, costruito per protegger il paese dalle esondazioni del vicino Rio Meggiola, sul quale erano in funzione diversi mulini utilizzati per la macinazione della segale. Oltrepassato questo ciclopico muraglione, giungiamo all’Alpe Le Crose m. 345  ed in breve raggiungiamo le prime case di Cuzzago (h 0,25;1,55). Da curiosi visitatori, effettuiamo la visita turistica e percorrendo le vie interne del paese, che conserva remoti segni che raccontano la sua storia, possiamo ancora vedere: antiche abitazioni patrizie che, ornate con archi e colonne, testimoniano le originarie ricchezze del paese, un arcaico edificio agricolo databile attorno al 1400-1500, un vecchio portico sulla strada in pietra, con accanto una vecchia fontana e oltrepassato il portico, sulla sinistra si può ammirare il vecchio forno del pane. Sulla strada provinciale esiste ancora l’edificio che, come testimonia la vecchia e oramai sbiadita insegna “ Vendita di Vino ″ era la Vecchia Osteria del paese con il suo particolare camino attorcigliato e i due abbaini che sporgono dal tetto in piode. Tra le varie curiosità, dipinta sulla facciata di una casa, una bella meridiana riporta un motto che filosoficamente invita a vivere la vita senza rimpianti o rinvii. Prima di concludere questa, se pur breve, bella ed interessante passeggiata non poteva mancare la visita alla dismessa stazione ferroviaria. Nella piccola stazione, ancora esistono la biglietteria, la cabina di manovra, il locale del capostazione e sbirciando al suo interno sono ancora visibili le varie leve che servivano a manovrare gli scambi e i segnali lungo il percorso, una serie di cappelli riposti sul bancone sembrano dare l’impressione che il tempo si sia momentaneamente fermato ma che un domani tutto possa tornare in esercizio; inoltre nel giardino della piccola stazione fa bella mostra di sé una riproduzione in miniatura della Torre di Pisa, costruita negli anni 80 dall’allora capostazione che, oltre ad abbellire la stazioncina, forse poteva far sorgere qualche dubbio nel viaggiatore distratto che si trovasse a guardare fuori dal finestrino nei momenti di sosta. Guardando oggi questa piccola stazione, che i treni superano velocemente, si nota come questo importante patrimonio abbandonato sia avviato verso un inesorabile decadimento destinato, purtroppo, a diventare ricettacolo di immondizie e luogo in cui poter compiere i più spregevoli atti vandalici, una scritta a pennarello ne riassume tristemente lo stato. Dopo la visita alla stazione, al termine di questa giornata che ci ha, permesso di scoprire e ripercorrere antiche vie della storia e delle tradizioni dei nostri territori, soddisfatti  facciamo ritorno al parcheggio in cui abbiamo lasciato l’auto e ci rimettiamo in cammino verso casa (h0,35;2,30).