Val Sesia

Alpe Cuna m. 1260

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:8-Ottobre2013                                                      

 Partenza da: Campertogno fraz. Tetti m. 827
 Dislivello totale: m. 433
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,00

Come arrivarci: Percorrere la A 26, da cui si esce al casello di Romagnano Sesia /Ghemme. Si prosegue lungo la Statale 229 fino a Varallo: da qui la strada per  Alagna Valsesia si snoda lungo la Val Grande, attraversa i paesi di  Balmuccia, Scopa, Scopello, Piode per giungere  dopo circa 23 Km a Campertogno.

Da giorni la nebbia e la pioggia impediscono di fare escursioni appaganti ma per la giornata di oggi sono previste schiarite e scarse possibilità di pioggia per cui, per accontentare gli scalpitanti scarponi, optiamo per una gita breve e poco impegnativa e nella peggiore delle ipotesi, fattibile anche con l’ombrello. Decidiamo così di andare a far visita all’amico Sergio: il pastore di Campertogno con il quale abbiamo stabilito un vero rapporto di amicizia e che ritorniamo a trovare almeno una volta all’anno. La descrizione del percorso è da noi già stata descritta ampiamente in occasione delle precedenti salite per cui, essendo la via di accesso sempre la stessa, ci limitiamo ad una veloce operazione di “ copia-incolla ″  Arrivati a Campertogno, attraversiamo il fiume Sesia e raggiungiamo la frazione Tetti dove parcheggiamo l’auto. Lasciamo l’abitato e ci incamminiamo lungo la mulattiera che inizia a salire per portarsi, in località Scarpiolo, sulla balza scoscesa dove sorge l’Oratorio della Madonna degli Angeli. Mantenendoci sullo sperone che discende dal Sasso Bruciato entriamo nel territorio del Selletto m. 975 ed incontriamo il bivio per l’itinerario N° 72 che lasciamo sulla destra. Inoltrandoci  nel bosco, attraversiamo un piccolo rio e continuiamo a risalire la bella mulattiera ai cui lati sorgono le quindici edicole votive dedicate alla Vergine Maria. All’uscita dal bosco, perveniamo allo spiazzo su cui sorge il santuario della Madonna del Callone m. 1092 (h0,35) dedicato alla visitazione, eretto nel 1512 e successivamente ampliato. Il piazzale antistante l’antica chiesetta è un vero e proprio balcone sulla valle dal quale si possono ammirare quasi tutte le frazioni di Campertogno. Proseguiamo lungo il percorso che si inoltra nella faggeta, che risaliamo lentamente nella vana speranza di raccogliere qualche fungo, e perveniamo al  pianoro dell'Argnaccia m. 1183 (h0,40;1,15), che si stende su un'ampia terrazza glaciale, dalla nebbia emerge la cappella denominata "del laghetto". Lasciata l'Argnaccia, con le sue case quasi tutte restaurate, proseguiamo in leggera salita e raggiungiamo l’Alpe Cuna m. 1260 (h0,30;1,45), il suono dei campanacci ci fa intendere che stiamo per ritrovare l’amico. Infatti così è, raggiungiamo le casere dell’alpe e troviamo Sergio che sta ultimando la mungitura delle sue bovine. Dopo averci salutato calorosamente, ci fa accomodare e con l’usuale generosità e cordialità, tipiche del montanaro, subito si adopera per metterci a nostro agio e ci invita a fermarci per consumare in sua compagnia un piatto di pasta. Accettiamo di buon grado il cortese invito e, mentre aspettiamo l’ora di pranzo, Sergio scende più in basso per recuperare il gregge di capre che, diligentemente, risalgono il pendio ritornando all’alpe per la mungitura pomeridiana. Nel frattempo noi ci aggiriamo per l’alpeggio che è popolato da molte specie di animali e tra oche e galline, spiccano due maiali di cinta senese di notevoli dimensioni che a loro volta sono in attesa del pranzo. Terminato di accudire alle bestie, è giunta l’ora di pensare agli umani ed in men che non si dica, Sergio prepara un ottimo sugo al pomodoro e funghi, degno del miglior ristorante, che servirà a condire un superbo piatto di penne, seguono i suoi squisiti formaggi e per finire un corroborante caffè, logicamente corretto. A tavola conversiamo della sua vita da pastore e di come, in giornate bigie come quella odierna, trascorre il suo tempo. Tra una chiacchiera e l’altra non ci accorgiamo che il tempo scorre inesorabilmente e che è giunta l’ora di pensare al rientro, a malincuore salutiamo l’amico e ci incamminiamo sulla via del ritorno. Sergio ci raccomanda, di osservare l’asinello nato sabato e che staziona con la mamma nei pressi dell’Arniaccia. Ritorniamo all’Argnaccia, e fortunatamente la densa coltre di nubi ha allentato la sua morsa dandoci la possibilità di fotografare la famigliola di asini che con molta attenzione accudiscono al nuovo arrivato che, nonostante la giovane età, già zampetta allegramente sulle su lunghe gambe. Lasciamo la zona ed iniziamo a scendere lungo la lastricata e bellissima mulattiera che percorriamo prestando molta attenzione a dove posiamo i piedi in quanto le foglie umide che la ricoprono  sono molto scivolose e la paura di finire a terra ci induce a procedere molto prudentemente. Giunti di nuovo in frazione Tetti (h1,15;3,00), recuperiamo l’auto e ci indirizziamo verso casa. Sulla via del ritorno, ritornati verso la pianura, notiamo le vigne dei Colli Novaresi, cariche di grappoli giunti a maturazione che preannunciano come la  vendemmia sia oramai imminente, altrettanto dicasi del riso che giunto anch’egli al giusto punto di maturazione, ricopre la pianura con le sue spighe che conferiscono un suggestivo color giallo oro alla immensa pianura.

Nonostante le non ottimali condizioni meteo, ritorniamo a casa soddisfatti dalla bella giornata trascorsa in compagnia di un amico veramente “ speciale ″. 

L’itinerario “escursionistico ” è annoverato tra i “ Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia ” e si sviluppa nel territorio dell’Alta Valgrande del Sesia. Maggiori informazioni al riguardo sono reperibili consultando il sito: http://www.giannimolino.it/Home.php