Come arrivarci:
Percorrere l’autostrada A26
Voltri-Sempione, prendere l'uscita di Meina e proseguire
quindi in direzione
per Ghevio e poi bivio per Colazza.
Ringraziamo
l’Epifania che ci ha liberato da tutte le feste, durante
le quali abbiamo accumulato un eccesso di calorie e per
la prima uscita dell’anno, ritorniamo a camminare lungo
i sentieri delle nostre montagne con il duplice intento
di: smaltire i grassi in eccesso ( ma sarà dura ) e
rifare gradatamente la gamba. In questo strano ed
anomalo “ primaverile inverno ″ la voglia di pestar neve
è poca per cui optiamo per una camminata poco
impegnativa in una zona che solitamente si trascura in
quanto considerata sull’uscio di casa. Nelle
innumerevoli volte che siamo transitati sulla A 26,
giunti in corrispondenza dell’uscita di Meina, guardando
la collina che sorge sulla sinistra, siamo sempre stati
attratti dal bellissimo borgo di Colazza situato in
splendida posizione panoramica sul Lago Maggiore che
appare già illuminato dal sole sin dal primo mattino e
stabiliamo che sia giunto il momento di vederlo da
vicino. Raggiunta la parte alta del paese di
Colazza, parcheggiamo l’auto dietro alla
chiesa parrocchiale
dell’Immacolata
negli
spazi antistanti il cimitero e ci incamminiamo lungo via
per Fosseno ed in breve raggiungiamo la
cappelletta di San Rocco
con
paline che indicano i percorsi per varie localtà.
Noi prendiamo a salire sulla destra sino a che, la via
per Fosseno, si trasforma in un sentiero che entra in un
bosco di castagni e raggiunge
un’area attrezzata con panchine
e griglia. Scendiamo fino ad incontrare una larga
traccia che si sviluppa tra muretti di sasso e pieghiamo
a sinistra risalendo gradatamente
il fitto bosco
reso quasi spettrale dalla fitta nebbia che purtroppo
grava sulla zona. Raggiungiamo una radura in cui sono in
corso opere di disboscamento e sul rilievo superiore
notiamo il grosso masso erratico identificato come
“ Sass Preiatecia ″ o
sasso del Diavolo
che
riporta una
incisione commemorativa.
Risaliamo a sinistra per portarci sul sentiero
principale e un
cippo di confine
che delimita il territorio di Pisano da quello di
Tapigliano ci conferma che siamo sul sentiero che scende
alla
croce di Tapigliano
(h0,50),
una vasta area invasa dai rovi e da cui si dovrebbe
avere una bella visuale sul lago e i paesi sottostanti,
oggi purtroppo visibili solo con l’immaginazione.
Scendiamo sino a confluire sulla sterrata che proviene
da Colazza, ed identificata con il segnavie N° F1, e
raggiungiamo la strada asfaltata che sale da Tapigliano.
Pieghiamo a sinistra e raggiungiamo
il lavatoio in località Case Sparse a Fosseno,
da cui iniziamo a risalire seguendo le indicazioni del
sentiero F6 in direzione del Sass dal Pizz che per un
tratto coincide con la tappa N° 15 del “ Sentiero Novara
″. Sbuchiamo su di una strada poderale e in
corrispondenza di una bacheca illustrativa, troviamo le
indicazioni che ci indirizzano verso il Sass dal Pizz
(h0,40;1,30). Continuiamo a risalire il
bellissimo bosco che, a buona ragione è indicato come
“ Antico Sentiero del Castagno ″,
dopo una breve salita raggiungiamo la sommità del Sass
dal Pizz m. 763 (h0,20;1,50) su cui, avvolta
dalla nebbia, svetta
l’imponente
croce
affiancata, visto il periodo dalla stella cometa che
illumina la notte. Raggiungiamo l’area attrezzata con
panchine sovrastante la palestra di roccia e, dato
l’alto tasso di umidità, ci fermiamo giusto il tempo per
addentare velocemente un panino. Le pessime condizioni
di visibilità ci fanno desistere dal continuare lungo il
percorso in direzione del Monte Cornaggia e decidiamo di
ritornare sui nostri passi per visitare con calma
i paesi che incontreremo sulla via del ritorno. Ci
rimettiamo in moto e, ripercorsi i sentieri fatti in
salita, torniamo a Fosseno (h0,40;2,30)
dove, addentrandoci lungo gli stretti vicoli che
percorrono il paese, visitiamo gli angoli più
caratteristici. Visitato il “ panoramico ″ sagrato della
chiesa di S. Agata, continuiamo in discesa lungo la
strada asfaltata seguendo le indicazioni per Nebbiuno,
superiamo giardini in cui
la primavera ha già messo il turbo,
e ci ritroviamo alla deviazione per Tapigliano e
volgiamo a destra per raggiungere il poggio tra i
torrenti Valle e Selva Nocca su cui sorge la
chiesa risalente al XIII secolo dedicata a San Leonardo
(h0,30;3,00).
La densa foschia che ricopre la zona, purtroppo ci
impedisce di ammirare l’amplissimo panorama che nelle
giornate limpide spazia dalla Conca di Nebbiuno a quella
di Monvalle, a Sesto Calende con possibilità di
individuare all’orizzonte la Val Cuvia e il Sacro Monte
di Varese, le Grigne, la pianura lombarda, la valle del
Ticino ed il novarese. Ritorniamo sulla via principale e
pieghiamo a sinistra giungendo in via Novara da cui,
seguendo sempre la strada asfaltata, raggiungiamo
l’oratorio della Madonna di Viganella.
Di fronte all’oratorio ha inizio
Via per Tapigliano, una sterrata
che inoltrandosi tra prati e frutteti ci permette
di far ritorno a Colazza (h0,45;3,45), che
attraversiamo percorrendo le strette viuzze arricchite
da un gran numero di
fontane,
cappellette votive
e
tavole
che citano per ogni mese dell’anno, il corrispondente
proverbio dialettale. Nonostante le condizioni meteo non
ci abbiano permesso di gustare il paesaggio con i suoi
scorci panoramici, l’escursione ci ha comunque
soddisfatti dandoci modo di conoscere ed apprezzare un
territorio che si sviluppa fra immensi boschi e frutteti
e che ci ripromettiamo di visitare nuovamente in un
prossimo futuro.
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