Alto Vergante

Colazza-Fosseno-Tapigliano

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:9-Gennaio-2013                                                      

 Partenza da: Colazza m.543
 Dislivello totale: m. 420
 Difficoltà: T/E
 Effettivo cammino h: 3,45

Come arrivarci: Percorrere l’autostrada A26 Voltri-Sempione, prendere l'uscita di Meina e proseguire quindi in direzione per Ghevio e poi bivio per Colazza.

Ringraziamo l’Epifania che ci ha liberato da tutte le feste, durante le quali abbiamo accumulato un eccesso di calorie e per la prima uscita dell’anno, ritorniamo a camminare lungo i sentieri delle nostre montagne con il duplice intento di: smaltire i grassi in eccesso ( ma sarà dura ) e rifare gradatamente la gamba. In questo strano ed anomalo “ primaverile inverno ″ la voglia di pestar neve è poca per cui optiamo per una camminata poco impegnativa in una zona che solitamente si trascura in quanto considerata sull’uscio di casa. Nelle innumerevoli volte che siamo transitati sulla A 26, giunti in corrispondenza dell’uscita di Meina, guardando la collina che sorge sulla sinistra, siamo sempre stati attratti dal bellissimo borgo di Colazza situato in splendida posizione panoramica sul Lago Maggiore che appare già illuminato dal sole sin dal primo mattino e stabiliamo che sia giunto il momento di vederlo da vicino. Raggiunta la parte alta del  paese di Colazza, parcheggiamo l’auto dietro alla chiesa parrocchiale dell’Immacolata negli spazi antistanti il cimitero e ci incamminiamo lungo via per Fosseno ed in breve raggiungiamo la cappelletta di San Rocco con paline che indicano  i percorsi per varie localtà. Noi prendiamo a salire sulla destra sino a che, la via per Fosseno, si trasforma in un sentiero che entra in un bosco di castagni e raggiunge un’area attrezzata con panchine e griglia. Scendiamo fino ad incontrare una larga traccia che si sviluppa tra muretti di sasso e pieghiamo a sinistra risalendo gradatamente il fitto bosco reso quasi spettrale dalla fitta nebbia che purtroppo grava sulla zona. Raggiungiamo una radura in cui sono in corso opere di disboscamento e sul rilievo superiore notiamo il grosso masso erratico identificato come “ Sass Preiatecia ″ o sasso del Diavolo che riporta una incisione commemorativa. Risaliamo a sinistra per portarci sul sentiero principale e un cippo di confine che delimita il territorio di Pisano da quello di Tapigliano ci conferma che siamo sul sentiero che scende alla croce di Tapigliano (h0,50), una vasta area invasa dai rovi e da cui si dovrebbe avere una bella visuale sul lago e i paesi sottostanti, oggi purtroppo visibili solo con l’immaginazione. Scendiamo sino a confluire sulla sterrata che proviene da Colazza, ed identificata con il segnavie N° F1, e raggiungiamo la strada asfaltata che sale da Tapigliano. Pieghiamo a sinistra e raggiungiamo il lavatoio in località Case Sparse a Fosseno, da cui iniziamo a risalire seguendo le indicazioni del sentiero F6 in direzione del Sass dal Pizz che per un tratto coincide con la tappa N° 15 del “ Sentiero Novara ″. Sbuchiamo su di una strada poderale e in corrispondenza di una bacheca illustrativa, troviamo le indicazioni che ci indirizzano verso il Sass dal Pizz (h0,40;1,30). Continuiamo a risalire il bellissimo bosco che, a buona ragione è indicato come “ Antico Sentiero del Castagno ″, dopo una breve salita raggiungiamo la sommità del Sass dal Pizz m. 763 (h0,20;1,50) su cui, avvolta dalla nebbia, svetta l’imponente croce affiancata, visto il periodo dalla stella cometa che illumina la notte. Raggiungiamo l’area attrezzata con panchine sovrastante la palestra di roccia e, dato l’alto tasso di umidità, ci fermiamo giusto il tempo per addentare velocemente un panino. Le pessime condizioni di visibilità ci fanno desistere dal continuare lungo il percorso in direzione del Monte Cornaggia e decidiamo di ritornare sui nostri passi  per visitare con calma i paesi che incontreremo sulla via del ritorno. Ci rimettiamo in moto e, ripercorsi i sentieri fatti in salita, torniamo a  Fosseno (h0,40;2,30) dove, addentrandoci lungo gli stretti vicoli che percorrono il paese, visitiamo gli angoli più caratteristici. Visitato il “ panoramico ″ sagrato della chiesa di S. Agata, continuiamo in discesa lungo la strada asfaltata seguendo le indicazioni per Nebbiuno, superiamo giardini in cui la primavera ha già messo il turbo, e ci ritroviamo alla deviazione per Tapigliano e volgiamo a destra per raggiungere il poggio tra i torrenti Valle e Selva Nocca su cui sorge la chiesa risalente al XIII secolo dedicata a San Leonardo (h0,30;3,00). La densa foschia che ricopre la zona, purtroppo ci impedisce di ammirare l’amplissimo panorama che nelle giornate limpide spazia dalla Conca di Nebbiuno a quella di Monvalle, a Sesto Calende con possibilità di individuare all’orizzonte la Val Cuvia e il Sacro Monte di Varese, le Grigne, la pianura lombarda, la valle del Ticino ed il novarese. Ritorniamo sulla via principale e pieghiamo a sinistra giungendo in via Novara da cui, seguendo sempre la strada asfaltata, raggiungiamo l’oratorio della Madonna di Viganella. Di fronte all’oratorio ha inizio Via per Tapigliano, una sterrata che inoltrandosi tra prati e frutteti  ci permette di far ritorno  a Colazza (h0,45;3,45), che attraversiamo percorrendo le strette viuzze arricchite da un gran numero di fontane, cappellette votive e tavole che citano per ogni mese dell’anno, il corrispondente proverbio dialettale. Nonostante le condizioni meteo non ci abbiano permesso di gustare il paesaggio con i suoi scorci panoramici, l’escursione ci ha comunque soddisfatti dandoci modo di conoscere ed apprezzare un territorio che si sviluppa fra immensi boschi e frutteti e che ci ripromettiamo di visitare nuovamente in un prossimo futuro.