Alto Verbano

M.te Cimolo e dintorni

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:19-Febbraio-2013                                                    

 Partenza da: Bèe m.595
 Dislivello totale: m.450
 Difficoltà: T/E
 Effettivo cammino h:4,30

Come arrivare: dalla A26, prendere l'uscita in direzione di Verbania e proseguire diritti lungo la SS34 del Lago Maggiore: arrivati ad Intra seguire le indicazioni per Arizzano-Bèe-Premeno.

Gli abitati del comune di Bèe si adagiando fra i boschi alle pendici del Monte Cimolo (m 958) e del Monte San Salvatore (m 825). E’ un tipico territorio montano dell’entroterra verbanese in cui oggi abbiamo deciso di percorrere un itinerario ad anello che compie il periplo del Monte Cimolo; elevazione montuosa modesta che tuttavia offre suggestivi sguardi sui laghi e i monti dell’entroterra verbanese. Dalla piazza principale di Bée, accanto al giardino pubblico, ci indirizziamo a sinistra entrando in via Tanzi che porta alla frazione di Roncaccio, dove su di una casa si può ammirare il caratteristico affresco della “Divina Pastora”. La tempera settecentesca ritrae la Madonna mentre custodisce il gregge con il bambino sulle ginocchia che tiene al laccio una pecorella. Poco oltre le ultime case si incontra la cappella dello “Sciuvlino” cioè del gerlo, un punto di sosta per i contadini che rientravano dalla campagna, al cui interno sono ancora visibili dipinti del Seicento. Superata la cappella, una strada sterrata entra in falsopiano nel bosco di castagni e si perviene ad un bivio: a destra si sale al Monte Cimolo, mentre proseguendo in saliscendi si raggiunge     la località “ Pian Rugul ″ luogo in cui è stata ricavata un’area dove si svolgono merende e feste paesane. Ritorniamo sui nostri passi fino al bivio incontrato in precedenza, e iniziamo a salire seguendo le indicazioni per il Monte Cimolo seguendo un tratto del Sentiero delle Coppelle. Dopo una breve salita, raggiungiamo la località Cröss di Roncaccio dove su di un masso è ben visibile un raggruppamento di coppelle che potrebbero risalire all’età del ferro. Proseguendo raggiungiamo la strada forestale e, voltando a sinistra, ci dirigiamo in direzione di Pian Nava m. 725. Raggiunta la provinciale in prossimità del bivio per Esigo, risaliamo per pochi metri sulla destra ed imbocchiamo il segnalato sentiero che risale la dorsale boscosa e conduce in vetta al Monte Cimolo m. 958. Purtroppo dalla vetta la visione sui paesi della Valle Intrasca, diligentemente allineati lungo l’asse della valle, risulta disturbata dalla boscaglia che a tratti ostacola la visuale. In vetta un masso ricorda il “Bosco Roma ″, messo a dimora alla fine dell’Ottocento dalla Sezione Verbano-Intra del CAI. Scattiamo la foto ricordo e ritorniamo sui nostri passi per giungere di nuovo sulla provinciale dove, vista l’ora, decidiamo di allungare il percorso rientrando da Albagnano. Svoltiamo a sinistra e percorrendo per un buon tratto la strada asfaltata, raggiungiamo Premeno e, seguendo le indicazioni per Pollino, arriviamo all’inizio del sentiero contrassegnato dal N° 2 che si inoltra nella valle omonima. Per un tratto la strada risulta asfaltata poi, superata una cappelletta, si trasforma in sterrato ed in breve si raggiunge il diruto nucleo di Porteia m. 674. Si entra ora in un bosco di vetusti castagni in cui si svolge il largo sentiero che sfocia in via Zara ad Albagano. Qui ci accomodiamo su di una comoda panchina e riscaldati da un tiepido sole quasi primaverile, consumiamo il nostro pranzo. Quando ci rimettiamo in cammino, stabilito di scendere in località Mulini per poi far rientro a Bèe, dopo aver percorso pochi metri, veniamo colti dal dubbio di aver sbagliato percorso; infatti, come per incanto ci ritroviamo in un piccolo angolo di Tibet. Davanti a noi si para il Tempio di Borobudur, un tempio del Paradiso, in quanto porta tutte le caratteristiche necessarie per la meditazione: vi si trovano tante statue e dipinti del Buddha, e di Essi contiene tutte le benedizioni e per visitatori occasionali come siamo noi, è il Museo della Pace (http://www.peacetimesnews.com) Dopo aver girato le Ruote di Preghiera, lasciamo questo luogo e scendiamo fino alla località Mulini dove in tempi andati erano in funzione diversi mulini mossi dalla forza motrice generata dalle acque del Rio Ballona. Da Questa località ci incamminiamo lungo il sentiero contrassegnato dal N° 4 e, dopo una breve risalita, aggiriamo il campo di calcio e tornando sulla strada asfaltata, raggiungiamo la chiesa di Santa Croce e successivamente la piazza da cui ha avuto inizio questa altra nostra escursione che ci ha portato alla scoperta di un “altro mondo ″.  

 

Il tempo di cammino è indicato a puro titolo di riferimento in quanto lungo il percorso sono tanti i motivi di interesse meritevoli di attenzione per cui: l’orologio “lascia il tempo che trova ″.