Come arrivare:
dalla A26, prendere l'uscita in direzione di Verbania e
proseguire diritti lungo la SS34 del Lago Maggiore:
arrivati ad Intra seguire le indicazioni per
Arizzano-Bèe-Premeno.
Gli abitati del comune di Bèe si adagiando fra i boschi
alle pendici del Monte Cimolo (m 958) e del Monte San
Salvatore (m 825). E’ un tipico territorio montano
dell’entroterra verbanese in cui oggi abbiamo deciso di
percorrere un itinerario ad anello che compie il periplo
del Monte Cimolo; elevazione montuosa modesta che
tuttavia offre suggestivi sguardi sui laghi e i monti
dell’entroterra verbanese. Dalla piazza principale di
Bée, accanto al
giardino pubblico,
ci indirizziamo a sinistra entrando in via Tanzi che
porta alla frazione di Roncaccio, dove su di una casa si
può ammirare il caratteristico
affresco della “Divina Pastora”.
La tempera settecentesca ritrae la Madonna mentre
custodisce il gregge con il bambino sulle ginocchia che
tiene al laccio una pecorella. Poco oltre le ultime case
si incontra la
cappella dello “Sciuvlino”
cioè del gerlo, un punto di sosta per i contadini che
rientravano dalla campagna, al cui interno sono ancora
visibili dipinti del Seicento. Superata la cappella, una
strada sterrata entra in falsopiano nel bosco di
castagni e si perviene ad un bivio: a destra si sale al
Monte Cimolo, mentre proseguendo in saliscendi si
raggiunge
la
località “ Pian Rugul ″
luogo in cui è stata ricavata un’area dove si svolgono
merende e feste paesane. Ritorniamo sui nostri passi
fino al bivio incontrato in precedenza, e iniziamo a
salire seguendo le indicazioni per il Monte Cimolo
seguendo un tratto del Sentiero delle Coppelle. Dopo una
breve salita, raggiungiamo la località Cröss di
Roncaccio dove su di un masso è ben visibile un
raggruppamento di coppelle
che potrebbero risalire all’età del ferro. Proseguendo
raggiungiamo la strada forestale e, voltando a sinistra,
ci dirigiamo in direzione di
Pian Nava
m. 725. Raggiunta la provinciale in prossimità del bivio
per Esigo, risaliamo per pochi metri sulla destra ed
imbocchiamo il segnalato sentiero che risale la dorsale
boscosa e conduce in vetta al Monte Cimolo m. 958.
Purtroppo dalla vetta la visione sui paesi della Valle
Intrasca, diligentemente allineati lungo l’asse della
valle, risulta disturbata dalla boscaglia che a tratti
ostacola la visuale. In vetta un
masso
ricorda il “Bosco Roma ″, messo a dimora alla fine
dell’Ottocento dalla Sezione Verbano-Intra del CAI.
Scattiamo la
foto ricordo
e ritorniamo sui nostri passi per giungere di nuovo
sulla provinciale dove, vista l’ora, decidiamo di
allungare il percorso rientrando da Albagnano. Svoltiamo
a sinistra e percorrendo per un buon tratto la strada
asfaltata, raggiungiamo
Premeno
e, seguendo le indicazioni per Pollino, arriviamo
all’inizio
del
sentiero contrassegnato dal N° 2
che si inoltra nella valle omonima. Per un tratto la
strada risulta asfaltata poi, superata una cappelletta,
si trasforma in sterrato ed in breve si raggiunge
il
diruto nucleo di Porteia
m. 674. Si entra ora in un bosco di vetusti castagni in
cui si svolge il
largo sentiero
che sfocia in via Zara ad Albagano. Qui ci accomodiamo
su di una
comoda panchina
e riscaldati da un tiepido sole quasi primaverile,
consumiamo il nostro pranzo. Quando ci rimettiamo in
cammino, stabilito di scendere in località Mulini per
poi far rientro a Bèe, dopo aver percorso pochi metri,
veniamo colti dal dubbio di aver sbagliato percorso;
infatti, come per incanto ci ritroviamo in
un
piccolo angolo di Tibet.
Davanti a noi si para il
Tempio di Borobudur,
un tempio del Paradiso, in quanto porta tutte le
caratteristiche necessarie per la meditazione: vi si
trovano
tante statue
e dipinti del Buddha, e di Essi contiene tutte le
benedizioni e per visitatori occasionali come siamo noi,
è il Museo della Pace (http://www.peacetimesnews.com)
Dopo aver girato le
“
Ruote di Preghiera
″, lasciamo questo luogo e scendiamo fino alla
località Mulini
dove in tempi andati erano in funzione diversi mulini
mossi dalla forza motrice generata dalle acque del Rio
Ballona. Da Questa località ci incamminiamo lungo il
sentiero contrassegnato dal N° 4 e, dopo una breve
risalita, aggiriamo il campo di calcio e tornando sulla
strada asfaltata, raggiungiamo la
chiesa di Santa Croce
e successivamente la piazza da cui ha avuto inizio
questa altra nostra escursione che ci ha portato alla
scoperta di un “altro mondo ″.
Il tempo di cammino è indicato a puro titolo di
riferimento in quanto lungo il percorso sono tanti i
motivi di interesse meritevoli di attenzione per cui:
l’orologio “lascia il tempo che trova ″.
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