Valle Vigezzo

Carnevale alla Colma a Craveggia

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:14-Febbraio-2013                                                    

 Partenza da: Prestinone/La Piana m.1726
 Dislivello totale: m.53
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h:0,40

Come arrivare: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino a che, superata Santa Maria Maggiore, si seguono le indicazioni per Prestinone e si parcheggia alla partenza della funivia.

 

Quando Mario ci ha incontrati per la prima volta, caso vuole proprio un anno fa, invitandoci molto amichevolmente ad entrare nella sua baita offrendoci un caffè, mai si sarebbe immaginato che nel tempo l’amicizia si sarebbe consolidata e che la sua baita sarebbe stata eletta a “ sede sociale ″ della godereccia SPA. Così, grazie alla sua grande disponibilità e alla laboriosa collaborazione della sua gentile consorte, che ci ha preparato un ottimo salmi di cervo, questa volta prendiamo a pretesto: come tema principale il carnevale, poi San Valentino ed infine l’anniversario e  organizziamo una  “ ciaspolenta ″ ritrovandoci ancora una volta alla Colma a far bisboccia. Come già fatto in occasione della notturna, ci ritroviamo alla partenza della moderna e panoramica  cabinovia ad 8 posti che partendo da Prestinone di Craveggia m. 825, raggiunge la Piana di Vigezzo m. 1726. Raggiunta la stazione di arrivo, ci avviamo lungo il pianeggiante sentiero, più ghiacciato che innevato, che si stacca sulla destra e ci conduce in circa 20 minuti alla Colma di Craveggia m.1673 dove è situata la baita di Mario ( visto le volte che siamo saliti, avremmo potuto benissimo fare l’abbonamento stagionale ). Il programma redatto per la particolare occasione dal nostro Past President richiede che i partecipanti alla “ carnevalata ″ si presentino, se non in costume, almeno indossando una maschera. Raggiunta la baita e scaricati gli zaini, mentre gli addetti alla cucina avviano le operazioni per la preparazione della polenta alcuni, per ingannare il tempo, si allungano fino a visitare il vicino Oratorio di San Rocco. L’oratorio, posto alla quota più elevata tra quelli della Valle Vigezzo, è caratterizzato dal piccolo campanile e dal portico in facciata che ne segnalano la destinazione sacra. Flavio e Gian Mario provvedono a liberare dal ghiaccio il tratto più pericoloso del sentiero per rendere più agevole il passaggio a Franco e Teresa che arrivano più tardi in compagnia di Nick ed Ezio salendo con la corsa delle ore 10. Riunito di nuovo il gruppo dei partecipanti ( siamo in 12 ) e, dato che il Carnevale è la festa più allegra dell’anno, quella durante la quale è lecito lasciarsi andare a piccole follie ed è impossibile immaginare un Carnevale senza le sue maschere, i suoi scherzi e i colori sgargianti, diamo libero sfogo alla nostra fantasia e provvediamo ad assumere i più bizzarri aspetti carnevaleschi. Dopo la cerimonia di inaugurazione della sede sociale, ognuno di noi indossa il mascheramento preparato per l’occasione e…guardandoci a vicenda, abbiamo il coraggio di ridere dell’aspetto altrui!?!( i singoli mascheramenti sono illustrati nel fotoalbum ) Il divertimento continua e con il passare del tempo aumentano le manifestazioni canzonatorie, gli scherzi e la baldoria: nel frattempo la polenta è giunta a perfetta cottura e i festeggiamenti vengono momentaneamente sospesi. Tutti prendono diligentemente posto a tavola e si iniziano a servire le abbondanti porzioni di polenta abbinata ad un superbo  salmì cucinato con l’abilità di un grande chef dalla Signora Ester. Come d’incanto terminano le ciarle e tutti ci ritroviamo intenti a mangiare senza proferir parola, tanto da farci riesumare un famoso spot pubblicitario degli anni 80 che recitava : “ Silenzio, parla Agnesi ″, con la sostanziale differenza che nei nostri piatti, la pasta ha lasciato il posto ad una abbondante razione di cervo in umido con il suo golosissimo intingolo in cui è un piacere “ pucciare ″ la meravigliosa polenta fatta a regola d’arte con farina gialla derivata dal migliore grano "rosso” piemontese e macinata a pietra che Carlo ha acquistato dal mulino di proprietà della famiglia Bernasconi di Malnate che, da ben cinque secoli, opera nel settore della molitura e che ancora fa funzionare il mulino risalente al 1722 "raro esempio, tuttora operante, di struttura produttiva conservatasi nei secoli”. Seguono salumi e formaggi vari di produzione locale e “ dulcis in fundu ″ non potevano mancare: le tradizionali “ chiacchiere ″, il caffè e una serie di bevande complementari.  Quando si è in compagnia il tempo trascorre ancora più velocemente ed in breve giunge l’ora di provvedere a rigovernare le stoviglie, fare le pulizie e riassettare il locale per poi chiudere e, scattata la foto di gruppo, incamminarci di nuovo verso la Piana da dove riscenderemo a valle. E’ doveroso da parte nostra rivolgere un sentito ringraziamento a Mario ed Ester per la loro cortesia e disponibilità che ci ha consentito di trascorrere un’altra indimenticabile giornata in compagnia degli amici della SPA.   

Ritornando verso casa rivolgendo la nostra attenzione all’etimologia della parola Carnevale che, se come sembra, deriva dal latino carne levare, cioè "togliere la carne" dalla dieta quotidiana durante i quaranta giorni di quaresima, arriviamo alla conclusione che nel nostro caso il termine andrebbe notevolmente ampliato in quanto avremmo molte altre cose da levare dalla nostra dieta.