Come arrivare:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino a che,
superata Santa Maria Maggiore, si seguono le indicazioni
per Prestinone e si parcheggia alla partenza della
funivia.
Quando
Mario ci ha incontrati per la prima volta, caso vuole
proprio un anno fa, invitandoci molto amichevolmente ad
entrare nella sua baita offrendoci un caffè, mai si
sarebbe immaginato che nel tempo l’amicizia si sarebbe
consolidata e che la sua baita sarebbe stata eletta a “
sede sociale ″ della godereccia SPA. Così, grazie alla
sua grande disponibilità e alla laboriosa collaborazione
della sua gentile consorte, che ci ha preparato un
ottimo salmi di cervo, questa volta prendiamo a
pretesto: come tema principale il carnevale, poi San
Valentino ed infine l’anniversario e organizziamo
una “ ciaspolenta ″ ritrovandoci ancora una volta
alla Colma a far bisboccia. Come già fatto in occasione
della notturna, ci ritroviamo alla partenza della
moderna e panoramica cabinovia ad 8 posti che
partendo da Prestinone di Craveggia m. 825, raggiunge la
Piana di Vigezzo m. 1726. Raggiunta
la stazione di arrivo,
ci avviamo lungo il pianeggiante sentiero, più
ghiacciato che innevato, che si stacca sulla destra e ci
conduce in circa 20 minuti alla Colma di Craveggia
m.1673 dove è situata la baita di Mario ( visto le volte
che siamo saliti, avremmo potuto benissimo fare
l’abbonamento stagionale ).
Il programma
redatto per la particolare occasione dal nostro
“Past
President″
richiede che i partecipanti alla “ carnevalata ″ si
presentino, se non in costume, almeno indossando una
maschera. Raggiunta la baita e scaricati gli zaini,
mentre gli addetti alla cucina avviano le operazioni per
la preparazione della polenta alcuni, per ingannare il
tempo, si allungano fino a visitare il vicino
Oratorio
di San Rocco.
L’oratorio, posto alla quota più elevata tra quelli
della Valle Vigezzo, è caratterizzato dal piccolo
campanile e dal portico in facciata che ne segnalano la
destinazione sacra.
Flavio e Gian Mario
provvedono a liberare dal ghiaccio il tratto più
pericoloso del sentiero per rendere più agevole il
passaggio a Franco e Teresa che arrivano più tardi in
compagnia di Nick ed Ezio salendo con la corsa delle ore
10. Riunito di nuovo il gruppo dei partecipanti ( siamo
in 12 ) e, dato che il Carnevale è la festa più allegra
dell’anno, quella durante la quale è lecito lasciarsi
andare a piccole follie ed è impossibile immaginare un
Carnevale senza le sue maschere, i suoi scherzi e i
colori sgargianti, diamo libero sfogo alla nostra
fantasia e provvediamo ad assumere i più bizzarri
aspetti carnevaleschi. Dopo
la cerimonia di inaugurazione
della
sede sociale,
ognuno di noi indossa il mascheramento preparato per
l’occasione e…guardandoci a vicenda, abbiamo il coraggio
di ridere dell’aspetto altrui!?!( i singoli
mascheramenti sono illustrati nel fotoalbum ) Il
divertimento continua e con il passare del tempo
aumentano le manifestazioni canzonatorie, gli scherzi e
la baldoria: nel frattempo
la polenta è giunta a perfetta cottura
e i festeggiamenti vengono momentaneamente sospesi.
Tutti prendono diligentemente posto a tavola e si
iniziano a servire le abbondanti porzioni di polenta
abbinata ad un superbo salmì cucinato con
l’abilità di un grande chef dalla Signora Ester. Come
d’incanto terminano le ciarle e
tutti ci ritroviamo intenti a mangiare
senza proferir parola, tanto da farci riesumare un
famoso spot pubblicitario degli anni 80 che recitava : “
Silenzio, parla Agnesi ″, con la sostanziale differenza
che nei nostri piatti, la pasta ha lasciato il posto ad
una abbondante razione di cervo in umido con il suo
golosissimo intingolo in cui è un piacere “ pucciare ″
la meravigliosa polenta
fatta a regola d’arte con
farina gialla
derivata dal migliore grano "rosso” piemontese e
macinata a pietra che Carlo ha acquistato dal mulino di
proprietà della famiglia Bernasconi di Malnate che, da
ben cinque secoli, opera nel settore della molitura e
che ancora fa funzionare il mulino risalente al 1722
"raro esempio, tuttora operante, di struttura produttiva
conservatasi nei secoli”. Seguono salumi e formaggi vari
di produzione locale e “ dulcis in fundu ″ non potevano
mancare: le tradizionali “ chiacchiere ″, il caffè e
una serie di bevande complementari.
Quando si è in compagnia il tempo trascorre ancora più
velocemente ed in breve giunge l’ora di provvedere a
rigovernare le stoviglie, fare le pulizie e riassettare
il locale per poi chiudere e, scattata la
foto di gruppo,
incamminarci di nuovo verso la Piana da dove
riscenderemo a valle. E’ doveroso da parte nostra
rivolgere un sentito ringraziamento a Mario ed Ester per
la loro cortesia e disponibilità che ci ha consentito di
trascorrere un’altra indimenticabile giornata in
compagnia degli amici della SPA.
Ritornando verso casa rivolgendo la nostra attenzione
all’etimologia della parola Carnevale che, se come
sembra, deriva dal latino carne levare, cioè "togliere
la carne" dalla dieta quotidiana durante i quaranta
giorni di quaresima, arriviamo alla conclusione che nel
nostro caso il termine andrebbe notevolmente ampliato in
quanto avremmo molte altre cose da levare dalla nostra
dieta.
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