Alto Verbano

Cannero-Alpe Ronno

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:18-Aprile-2013                                                    

 Partenza da: Cannero m.225
 Dislivello totale: m.557
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h:3,15

Come arrivare: In auto: dalla A26, uscita Verbania. Proseguire diritti lungo la SS33 del Lago Maggiore in direzione Cannero Riviera. In treno: la stazione ferroviaria più vicina è quella di Verbania-Pallanza. Da qui servirsi dei mezzi pubblici per recarsi nella località di Cannero Riviera.

Gli amici del CAI di Villadossola, con lo scopo di pubblicizzare e far conoscere il territorio e le sue potenzialità, stanno rivolgendo una particolare attenzione all’osservazione dei luoghi, manufatti, cultura e natura del territorio, collaudando una serie di itinerari nel Verbano Cusio Ossola (VCO) che prevedano l’utilizzo dei mezzi pubblici ed il pranzo in locali tipici con una spesa molto contenuta. Informati in merito a questa iniziativa, contattiamo Renato comunicandogli il nostro desiderio di aderire alla sperimentazione. Con l’abituale cordialità che contraddistingue l’attiva sezione di Villadossola, veniamo invitati a partecipare e ci diamo appuntamento al vecchio imbarcadero di Intra da dove è prevista la partenza con bus di linea per Cannero Riviera. Ci ritroviamo in 9, vivacizzati dallo stesso spirito goliardico che ci animava quando ci si apprestava a partecipare alle gite scolastiche ma, una inaspettata agitazione sindacale, manda in fumo il nostro progetto e ci costringe a ricorrere al piano “ B ″ che prevede l’utilizzo delle nostre autovetture. Senza perdersi d’animo, percorriamo la strada Litoranea, oggi SS N° 34 del Lago Maggiore, progettata e realizzata negli anni 1846/1868 per collegare Verbania con il Confine Elvetico, e raggiungiamo Cannero: la riviera mediterranea del Lago Maggiore dove gli inverni sono miti e le stagioni sono quelle del mare. Per non aver problemi di parcheggio, ci rechiamo nella zona del campo sportivo dove lasciamo le auto e, ultimati i preparativi, saliamo verso la chiesa da dove raggiungiamo di nuovo la litoranea che attraversiamo e, seguendo le indicazioni per Donego, superiamo splendidi giardini in cui la primavera ha fatto esplodere una gran quantità di fioriture che si rappresentano con magnifici colori. Il clima, la particolare conformazione del territorio e una ferrovia a cremagliera, ci ricordano la  Liguria. Saliamo a Ronchè, dove sul muro di una casa un simpatico dipinto ci accoglie con un saluto di benvenuto, giunti al villaggio pieghiamo a sinistra e seguiamo la bella mulattiera che, percorrendo in dolce ascesa il versante montuoso, ci offre continui scorci panoramici sul golfo e sui castelli di Cannero. Raggiunta e superata una cappella restaurata (h0,40), siamo in vista del borgo di Donego m. 420 e raggiunta la chiesa, saliamo per prati ad intersecare la provinciale per Oggiogno, non percorribile dai mezzi motorizzati a causa di una frana. Continuiamo nel nostro cammino ed entriamo in un bosco in cui ancora sono visibili gli antichi terrazzamenti che sorreggevano piccoli appezzamenti di terreno ed in cui sopravvivono enormi castagni. Siamo oramai giunti al termine della sterrata che conduce all’Alpe Ronno m. 782 e percorrendo l’ultimo tratto di sentiero, Marcello e Gianni si imbattono in un fungo dalle notevoli dimensioni, per poi arrivare subito dopo ad un capitozzato “castagno da guinness″. All’alpe Ronno (h1,20;2,00) termina la nostra ascesa e incominciamo a scendere lungo un sempre evidente sentiero che ci permette di raggiungere il paese di Oggiogno m.515 (h0,40;2,40) dove facciamo sosta allAgriturismo “ La Rondinella ″ gestito da Antonella e Carlo che, con cordialità e simpatia, intrattengono gli escursionisti che raggiungono la struttura. Terminato di pranzare, ci inseriamo fra gli stretti vicoli di Oggiogno e ci rechiamo a visitare il paese. Di questo “ piccolo mondo antico ″, nella parte bassa del paese, rimane a memoria il grande torchio da uva del 1742, usato da tutti i terrieri perfettamente conservato e visitabile. Il tronco che funge da braccio ha un lunghezza complessiva di m. 9,20 e, azionato da una grossa vite in legno, esercitava una forte pressione sulle vinacce. Rimase in funzione fino all’inizio degli anni sessanta, poi il graduale spopolamento ha assottigliato sempre più il numero degli abitanti. Successivamente visitiamo l’essicatoio per castagne, “ l’antica grà ″ ed il laboratorio di Ugo che, giustamente orgoglioso, ci mostra i suoi lavori in legno. Dopo esserci dilungati nella visita del tranquillo ed isolato borgo, iniziamo a scendere lungo la stupenda mulattiera, ancora ben conservata, lungo la quale si incontra la Cappella di S. Giuseppe che, in via di degrado, necessiterebbe di manutenzione. Presso la cappella, annualmente la prima domenica di maggio si svolge una partecipata festa popolare che rinnova l’incanto delle offerte contadine. Continuiamo nella nostra discesa ed in breve giungiamo al bivio da cui in mattinata ci eravamo diretti a sinistra, e siamo di nuovo a Cannero (h0,35;3,15) . Ritornati al parcheggio, raggiungiamo il bar del Lido dove, comodamente seduti al tavolo, a completamento di questa magnifica giornata e per mitigare la calura della giornata, ci concediamo una rinfrescante bibita. Dopo aver ringraziato gli amici, soddisfatti ed appagati, torniamo verso casa.

N.B. I tempi di percorrenza sono riportati esclusivamente a titolo indicativo in quanto il giro è da fare con comodo prendendosi tutto il tempo necessario per guardarsi in giro.