Come arrivare:
In auto: dalla A26, uscita Verbania. Proseguire diritti
lungo la SS33 del Lago Maggiore in direzione Cannero
Riviera. In treno: la stazione ferroviaria più vicina è
quella di Verbania-Pallanza. Da qui servirsi dei mezzi
pubblici per recarsi nella località di Cannero Riviera.
Gli
amici del CAI di Villadossola, con lo scopo di
pubblicizzare e far conoscere il territorio e le sue
potenzialità, stanno rivolgendo una particolare
attenzione all’osservazione dei luoghi, manufatti,
cultura e natura del territorio, collaudando una serie
di itinerari nel Verbano Cusio Ossola (VCO) che
prevedano l’utilizzo dei mezzi pubblici ed il pranzo in
locali tipici con una spesa molto contenuta. Informati
in merito a questa iniziativa, contattiamo Renato
comunicandogli il nostro desiderio di aderire alla
sperimentazione. Con l’abituale cordialità che
contraddistingue l’attiva sezione di Villadossola,
veniamo invitati a partecipare e ci diamo appuntamento
al
vecchio imbarcadero di Intra
da dove è prevista la partenza con bus di linea per
Cannero Riviera. Ci ritroviamo in 9, vivacizzati dallo
stesso spirito goliardico che ci animava quando ci si
apprestava a partecipare alle gite scolastiche ma, una
inaspettata
agitazione sindacale,
manda in fumo il nostro progetto e ci costringe a
ricorrere al piano “ B ″ che prevede l’utilizzo delle
nostre autovetture. Senza perdersi d’animo, percorriamo
la strada Litoranea, oggi SS N° 34 del Lago Maggiore,
progettata e realizzata negli anni 1846/1868 per
collegare Verbania con il Confine Elvetico, e
raggiungiamo Cannero: la riviera mediterranea del Lago
Maggiore dove gli inverni sono miti e le stagioni sono
quelle del mare. Per non aver problemi di parcheggio, ci
rechiamo nella zona del campo sportivo dove lasciamo le
auto e, ultimati i preparativi, saliamo verso
la chiesa
da dove raggiungiamo di nuovo la litoranea che
attraversiamo e,
seguendo le indicazioni per Donego,
superiamo splendidi giardini in cui la primavera ha
fatto esplodere una
gran quantità di fioriture
che si rappresentano con magnifici colori. Il clima, la
particolare conformazione del territorio e una
ferrovia a cremagliera,
ci ricordano la Liguria. Saliamo a Ronchè, dove
sul muro di una casa un
simpatico dipinto
ci accoglie con un saluto di benvenuto, giunti al
villaggio pieghiamo a sinistra e seguiamo la bella
mulattiera che, percorrendo in dolce ascesa il versante
montuoso, ci offre continui scorci panoramici sul golfo
e sui castelli di Cannero. Raggiunta e superata una
cappella restaurata
(h0,40), siamo in vista del borgo di Donego m.
420 e raggiunta la chiesa,
saliamo per prati
ad intersecare la
provinciale per Oggiogno, non percorribile dai mezzi
motorizzati a causa di una frana. Continuiamo nel nostro
cammino ed entriamo in un bosco in cui ancora sono
visibili gli
antichi terrazzamenti che sorreggevano
piccoli appezzamenti di terreno ed in cui sopravvivono
enormi castagni. Siamo oramai giunti al termine della
sterrata che conduce all’Alpe Ronno m. 782 e percorrendo
l’ultimo tratto di sentiero,
Marcello e Gianni si imbattono in un fungo
dalle notevoli dimensioni, per poi arrivare subito dopo
ad un capitozzato
“castagno da guinness″. All’alpe Ronno
(h1,20;2,00) termina la nostra ascesa e
incominciamo a scendere lungo un sempre evidente
sentiero che ci permette di raggiungere il paese di
Oggiogno m.515 (h0,40;2,40) dove
facciamo sosta
all’Agriturismo
“ La Rondinella ″ gestito da
Antonella e Carlo
che, con cordialità e simpatia, intrattengono gli
escursionisti che raggiungono la struttura. Terminato di
pranzare, ci inseriamo fra
gli stretti vicoli di Oggiogno e ci
rechiamo a visitare il paese. Di questo “ piccolo mondo
antico ″, nella parte bassa del paese, rimane a memoria
il grande torchio da uva del 1742,
usato da tutti i terrieri perfettamente conservato e
visitabile. Il tronco che funge da braccio ha un
lunghezza complessiva di m. 9,20 e, azionato da una
grossa vite in legno, esercitava una forte pressione
sulle vinacce. Rimase in funzione fino all’inizio degli
anni sessanta, poi il graduale spopolamento ha
assottigliato sempre più il numero degli abitanti.
Successivamente visitiamo
l’essicatoio per castagne,
“ l’antica grà ″ ed
il laboratorio di Ugo
che, giustamente orgoglioso, ci mostra i suoi lavori in
legno. Dopo esserci dilungati nella visita del
tranquillo ed isolato borgo, iniziamo a scendere lungo
la stupenda mulattiera,
ancora ben conservata, lungo la quale si incontra la
Cappella di S. Giuseppe
che, in via di degrado, necessiterebbe di manutenzione.
Presso la cappella, annualmente la prima domenica di
maggio si svolge una partecipata festa popolare che
rinnova l’incanto delle offerte contadine. Continuiamo
nella nostra discesa ed in breve
giungiamo al bivio
da cui in mattinata ci eravamo diretti a sinistra, e
siamo di nuovo a
Cannero
(h0,35;3,15) . Ritornati al parcheggio,
raggiungiamo il bar del Lido dove, comodamente seduti al
tavolo, a completamento di questa magnifica giornata e
per mitigare la calura della giornata, ci concediamo
una rinfrescante bibita.
Dopo aver ringraziato gli amici, soddisfatti ed
appagati, torniamo verso casa.
N.B.
I tempi di percorrenza sono riportati esclusivamente a
titolo indicativo in quanto il giro è da fare con comodo
prendendosi tutto il tempo necessario per guardarsi in
giro.
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