Come arrivare:
:
Dalla A
26, uscire a Borgomanero, proseguire per Gozzano e da
qui seguire le indicazioni per Ameno. Raggiunto il
paese, seguire le indicazioni per le frazioni di
oltre-Agogna proseguendo per stretta strada asfaltata.
Superato il ponte sull'Agogna, proseguire sino alla
frazione Tabarino dove potremo lasciare l'auto nel
comodo
parcheggio dopo la cappella.

In
attesa che la primavera faccia sentire la sua influenza,
continuiamo nei nostri vagabondaggi a bassa quota che ci
permettono di conoscere meglio il vicino territorio del
Vergante. Rivolgiamo la nostra attenzione al paese di
Ameno, paese di origini antichissime, posto sulla sponda
orientale del Lago d’Orta in posizione collinare immerso
nei boschi; il cui solo toponimo fa ben sperare.
Decidiamo pertanto di effettuare un itinerario che ci
permetterà di riscoprire le vecchie, nascoste frazioni
di Ameno, affacciate sulla valle dell'Agogna per poi
risalire tra fitti boschi di castagno, querce, betulle
sino alla ridente Alpe Verdina, da dove è possibile
ammirare uno splendido panorama sulla vallata, sul monte
Falò, sul Mottarone. Dalla
frazione Tabarino,
proseguire lungo la strada asfaltata in salita, che più
avanti diventa sterrata, dopo poco si perviene alla
deviazione per Cassano
che raggiungiamo per visitare l’antico borgo in cui
ancora si notano
antichi balconi
e molte case oramai abbandonate. Ritornati sulla strada
sterrata proseguiamo seguendo gli ampi tornanti, per poi
sbucare sulla cresta sovrastante la vallata del rio
Tassera e continuando in piano raggiungiamo l’ampio
spazio su cui sorge la
Cappella del Vago.
La Cappella
è un punto nodale del Vergante, un'importante crocevia
da dove si diramano ben quattro sentieri, le
destinazioni e i relativi tempi di percorrenza sono
segnalati da
cartelli del CAI.
Seguendo l’Alta Via del Vergante (V) riprendiamo il
cammino, superata una breve salita,
la
strada, delimitata da una ben fatta recinzione,
piega decisa a destra, per raggiungere l’alpe
comunemente chiamato
Alpe Verdina,
che in realtà sarebbe l’Alpe Gallone. All’alpe sono in
corso lavori di ristrutturazione di una delle baite
presenti e sul piazzale antistante è in via di
completamento
un’area con tanto di tavolo e panchine.
Ci aggiriamo per l’alpe da cui si gode di una vista,
oggi purtroppo offuscata da nuvole di vapore, sul
Mottarone
ed il Monte Falò, visitato la settimana scorsa.
Ritorniamo all’alpe e per pratoni attraversiamo il bel
bosco di betulle per ritornare al punto da cui abbiamo
deviato per raggiungere l’alpe Verdina. Dai segnavia,
seguiamo le indicazioni del
sentiero U1-S1
e proseguiamo sullo sterrato che percorre il luminoso
bosco, lasciamo sulla destra i ruderi dell’Alpe
Cascinone
e pieghiamo a sinistra seguendo la quasi invisibile
indicazione U1,
che cerchiamo di ravvivare con gli strumenti a nostra
disposizione. Continuiamo a seguire il percorso che
discende nel bosco sino a raggiungere la radura su cui
sorge
l’Alpe Sculera
con la
sua unica casa ancora frequentata ed il
bell’oratorio dedicato a Sant’Eurosia.
Il sentiero prosegue perdendo rapidamente quota, sino a
giungere la
desolata frazione di Tacchino
in cui tutto sta mestamente crollando. Ancora un breve
tratto in discesa e sbuchiamo sulla strada asfaltata in
corrispondenza della
frazione Milanetto
da cui, con una breve risalita, ritorniamo al parcheggio
in frazione Tabarino. Consumato il nostro pasto, ci
concediamo un caffè nella vicina
Osteria della faina
e poi
ci dirigiamo verso Ameno dove sostiamo per visitare il
bellissimo
Palazzo Tornielli
con il suo antistante parco racchiuso da un
coreografico fondale scenografico.
Visto che è in allestimento la mostra sulle opere
realizzate utilizzando come materia creativa la
plastica; approfittiamo per visitarla, scoprendo con
nostra grande sorpresa gli
usi artistici più disparati e bizzarri.
Vista l’ora stabiliamo che ci rimane ancora il tempo per
salire al Monte Mesma, dove sorge il complesso
monumentale costituito dal convento edificato nel 1600
sui resti di un esistente castello trecentesco, per
raggiungerlo saliamo lungo il
percorso processionale della Via Crucis
ai cui lati sorgono
le cappelle.
Dalla sommità del monte, lo sguardo spazia sul Lago
d’Orta con
la bella isola di San Giulio.
Ridiscesi nuovamente all’auto, ci avviamo sulla via del
ritorno ma non prima di essere saliti a visitare anche
la svettante
Torre di Buccione
risalente alla seconda metà del XII secolo e costruita
allo scopo di proteggere la stazione dei pedaggi che
venivano riscossi ai piedi del colle presso gli ingressi
della Riviera orientale sulla strada di collegamento fra
Gozzano e la Val d’Ossola. Stupisce la perfezione e
l’accuratezza con cui sono state costruite le possenti
mura e tutto il complesso difensivo. Terminata la
visita, ridiscendiamo nuovamente ed esauriti i motivi di
interesse, ritorniamo definitivamente verso casa al
termine di un’altra giornata di grande soddisfazione.
Anche in questa occasione il tempo impiegato per coprire
l’intera giornata è indicato a puro titolo informativo,
nello specifico il giro ad anello dell’Alpe Verdina
richiede circa ore 2,30.
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