Alto Vergante

Ameno e l'Alpe Verdina

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:3-Aprile-2013                                                    

 Partenza da: Ameno fraz. Tabarino m.520
 Dislivello totale: m.240
 Difficoltà: T/E
 Effettivo cammino h:4,00

Come arrivare: : Dalla A 26, uscire a Borgomanero, proseguire per Gozzano e da qui seguire le indicazioni per Ameno. Raggiunto il paese, seguire le indicazioni per le frazioni di oltre-Agogna proseguendo per stretta strada asfaltata. Superato il ponte sull'Agogna, proseguire sino alla frazione Tabarino dove potremo lasciare l'auto nel comodo parcheggio dopo la cappella.

In attesa che la primavera faccia sentire la sua influenza, continuiamo nei nostri vagabondaggi a bassa quota che ci permettono di conoscere meglio il vicino territorio del Vergante. Rivolgiamo la nostra attenzione al paese di Ameno, paese di origini antichissime, posto sulla sponda orientale del Lago d’Orta in posizione collinare immerso nei boschi; il cui solo toponimo fa ben sperare. Decidiamo pertanto di effettuare un itinerario che ci permetterà di riscoprire le vecchie, nascoste frazioni di Ameno, affacciate sulla valle dell'Agogna per poi risalire tra fitti boschi di castagno, querce, betulle sino alla ridente Alpe Verdina, da dove è possibile ammirare uno splendido panorama sulla vallata, sul monte Falò, sul Mottarone. Dalla frazione Tabarino, proseguire lungo la strada asfaltata in salita, che più avanti diventa sterrata, dopo poco si perviene alla deviazione per Cassano che raggiungiamo per visitare l’antico borgo in cui ancora si notano antichi balconi e molte case oramai abbandonate. Ritornati sulla strada sterrata proseguiamo seguendo gli ampi tornanti, per poi sbucare sulla cresta sovrastante la vallata del rio Tassera e continuando in piano raggiungiamo l’ampio spazio su cui sorge la Cappella del Vago. La Cappella è un punto nodale del Vergante, un'importante crocevia da dove si diramano ben quattro sentieri, le destinazioni e i relativi tempi di percorrenza sono segnalati da cartelli del CAI. Seguendo l’Alta Via del Vergante (V) riprendiamo il cammino, superata una breve salita,  la strada, delimitata da una ben fatta recinzione, piega decisa a destra, per raggiungere l’alpe comunemente chiamato Alpe Verdina, che in realtà sarebbe l’Alpe Gallone. All’alpe sono in corso lavori di ristrutturazione di una delle baite presenti e sul piazzale antistante è in via di completamento un’area con tanto di tavolo e panchine. Ci aggiriamo per l’alpe da cui si gode di una vista, oggi purtroppo offuscata da nuvole di vapore, sul Mottarone ed il Monte Falò, visitato la settimana scorsa. Ritorniamo all’alpe e per pratoni attraversiamo il bel bosco di betulle per ritornare al punto da cui abbiamo deviato per raggiungere l’alpe Verdina. Dai segnavia, seguiamo le indicazioni del sentiero U1-S1 e proseguiamo sullo sterrato che percorre il luminoso bosco, lasciamo sulla destra i ruderi dell’Alpe Cascinone e pieghiamo a sinistra seguendo la quasi invisibile indicazione U1, che cerchiamo di ravvivare con gli strumenti a nostra disposizione. Continuiamo a seguire il percorso che discende nel bosco sino a raggiungere la radura su cui sorge l’Alpe Sculera con la sua unica casa ancora frequentata ed il bell’oratorio dedicato a Sant’Eurosia. Il sentiero prosegue perdendo rapidamente quota, sino a giungere la desolata frazione di Tacchino in cui tutto sta mestamente crollando. Ancora un breve tratto in discesa e sbuchiamo sulla strada asfaltata in corrispondenza della frazione Milanetto da cui, con una breve risalita, ritorniamo al parcheggio in frazione Tabarino. Consumato il nostro pasto, ci concediamo un caffè nella vicina Osteria della faina e poi ci dirigiamo verso Ameno dove sostiamo per visitare il bellissimo Palazzo Tornielli con il suo antistante parco racchiuso da un coreografico fondale scenografico. Visto che è in allestimento la mostra sulle opere realizzate utilizzando come materia creativa la plastica; approfittiamo per visitarla, scoprendo con nostra grande sorpresa gli usi artistici più disparati e bizzarri. Vista l’ora stabiliamo che ci rimane ancora il tempo per salire al Monte Mesma, dove sorge il complesso monumentale costituito dal convento edificato nel 1600 sui resti di un esistente castello trecentesco, per raggiungerlo saliamo lungo il percorso processionale della Via Crucis ai cui lati sorgono le cappelle. Dalla sommità del monte, lo sguardo spazia sul Lago d’Orta con la bella isola di San Giulio. Ridiscesi nuovamente all’auto, ci avviamo sulla via del ritorno ma non prima di essere saliti a visitare anche la svettante Torre di Buccione risalente alla seconda metà del XII secolo e costruita allo scopo di proteggere la stazione dei pedaggi che venivano riscossi ai piedi del colle presso gli ingressi della Riviera orientale sulla strada di collegamento fra Gozzano e la Val d’Ossola. Stupisce la perfezione e l’accuratezza con cui sono state costruite le possenti mura e tutto il complesso difensivo. Terminata la visita, ridiscendiamo nuovamente ed esauriti i motivi di interesse, ritorniamo definitivamente verso casa al termine di un’altra giornata di grande soddisfazione. Anche in questa occasione il tempo impiegato per coprire l’intera giornata è indicato a puro titolo informativo, nello specifico il giro ad anello dell’Alpe Verdina richiede circa ore 2,30.