Come arrivare:
Da Verbania, superato l’abitato di Intra, proseguire
sulla SS34 “ del Lago Maggiore ″ fino a Cannobio dove
svoltando a sinistra si prende la SP75 “ della Val
Cannobina ″. Risalire la valle per circa 16 Km. sino
alla deviazione per Gurro. Dal bivio la strada, molto
tortuosa ed in ripida salita, porta in circa tre Km. a
raggiungere il paese. Parcheggio nella piazzetta della
chiesa.
Il
piccolo parcheggio si trova proprio nel centro del borgo
dove ha sede il
Museo Etnografico
della Valle Cannobina, istituito
nel 1975 per iniziativa di Don Cirillo Bergamaschi,
originario di Gurro, studioso e ricercatore del
Centro Studi Rosminiano di Stresa che unitamente ad
altri abitanti di Gurro e della valle, si fece promotore
di iniziative e
pubblicazioni
tendenti a conservare la memoria degli usi e dei costumi
della popolazione locale. Nel museo, che visiteremo al
ritorno, sono conservate le testimonianze della vita
quotidiana, della religiosità e della storia della Valle
Cannobina che raccontano la vita di un tempo. Lasciata
l’auto ci incamminiamo, a destra della chiesa, seguendo
il viottolo
(
Via Falmenta
) che conduce ad una valletta, usciamo dal paese ed
intersechiamo il sentiero che proviene dall’Alpe Piazza.
Continuiamo a seguire la stradina
che, raggiunta una
cappella della via Crucis,
lascia le ultime case e incomincia ad innalzarsi per
giungere alla
Sella della Mergugna
m. 1026 (h0,30). La Mergugna è il passo che i
pellegrini di Falmenta diretti al santuario di Re
valicavano dopo aver sostato in preghiera presso la
Cappella e rappresenta anche il punto in cui si uniscono
i confini comunali di Falmenta e Gurro. Da questo punto
iniziamo a risalire la dorsale che si innalza sulla
valle di Falmenta e, tenendosi sotto il Mater,
raggiungiamo i pascoli di
Vanzone
m. 1172 e Brana (h 0,45;1,15). Sono questi gli
unici alpeggi di Gurro dai quali si puo’ intravedere in
lontananza
il Lago Maggiore.
Attraversato l’alpeggio, proseguiamo verso il vertice
del monte seguendo il sentiero che, in salita, prima
entra in un bel bosco di faggi per poi spianare e
raggiungere la
Cappella ricovero della Fulka
m. 1432 (h0,45;1,45). L’originale Cappella della
Fulka, dedicata al “ Miracolo di Cannobio ″, fu
costruita nel 1857; andata in rovina, negli anni 80 un
gruppo di volontari ha riedificato un bivacco-rifugio.
Dalla cappella continuiamo nel faggeto e, deviando a
destra, (
cartello indicatore
) abbandoniamo lo spartiacque per seguire
il
sentiero che ci conduce all’Alpone (Dalp )
m. 1539 (h0,45;2,30). Questo antico alpeggio dei
gurresi è il più elevato della Valle Cannobina e sorge
su di una terrazza che si affaccia sulla val Calagno,
molte baite sono state ristrutturate
e sono ancora frequentate. Qui effettuiamo la sosta
pranzo e facciamo conoscenza con
Umberto
che ci intrattiene piacevolmente raccontandoci i molti
lavori eseguiti all’alpe. Discutendo veniamo a sapere,
fra tante altre cose, che Umberto è il fratello di Don
Cirillo, lo storico locale che si è manualmente
adoperato per realizzare il sentiero da noi appena
percorso e a lui
dedicato.
Veniamo raggiunti anche da Sergio e Antonio e tutti
insieme scattiamo la
foto a ricordo
della simpatica ed affabile compagnia. La compagnia è
bella ma ci resta ancora da compiere un lungo cammino
per cui, nostro malgrado, salutiamo gli amici e
iniziamo a scendere lungo il
ripido sentiero,
alquanto scivoloso, che infilandosi in un bellissimo
bosco di faggi, raggiunge l’alpeggio di
Pra
del Rù
(h0,50;3,20). Da questo punto non ci resta che
percorrere la pista agro-silvo-forestale che superate le
baite di Terrabona,
ci conduce a raggiungere la
località Piazza
m.1000 (h0,40;4,00). Seguiamo per un breve tratto
la strada asfaltata ed in corrispondenza della Edicola
di Ponte Raska, scendiamo a destra e, superato l’omonimo
ponte,
percorriamo il sentiero che ci conduce nuovamente a
Gurro ( 0,30;4,30). Data l’occasione, ci rechiamo
a visitare il museo ricavato in una vecchia casa che
ripresenta l’ambiente di un tempo con le varie stanze
che vanno dalla cucina al solaio. In ogni locale
sono ordinatamente esposti suppellettili, indumenti,
oggetti d’arredamento per la casa, attrezzi ed utensili
per lo più realizzati in legno utilizzati per diversi
lavori e svariate attività. In
luminose vetrine
diversi manichini indossano i costumi tradizionali della
valle che variano da villaggio a villaggio e per
finire non manca un
meraviglioso strumento
utilizzato nei momenti di festa. Ultimata la visita al
museo, ci rimane la curiosità di vedere la
Casa di San Carlo
che ospitò l’arcivescovo della Diocesi di Milano nel
lontano 1574 durante la sua visita pastorale in Val
Cannobina. Le condizioni in cui si trova attualmente la
struttura dimostrano, tristemente, l’età che ha.
Lasciamo il caratteristico paese e ci rimettiamo in auto
per far ritorno a casa dopo aver trascorso una
bellissima giornata visitando un alpeggio molto bello e
ben tenuto, situato in una valle a noi ancora per lo più
sconosciuta.
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