Val Vigezzo

Cimone di Straolgio 2151

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:5-Giugno-2012                                                      

 Partenza da: Fondighebi m.1256
 Dislivello totale: m. 983
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 5,15

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera, salire per la SS 337 della Valle Vigezzo fino a Malesco. Da Malesco seguire la strada per Finero, attraversare il paese e all’uscita, dopo la chiesa, al bivio prendere a destra la strada della Val Loana  al termine della quale si parcheggia in località Fondighebi (6 Km.).
 

Lasciata l’auto procediamo lungo la pista alta che, superate le baite dell’Alpe Loana, scende ad attraversare il torrente omonimo per poi tramutarsi in un sentiero che si inoltra nel bosco e con numerosi tornanti risale le pendici sudorientali del Cimone di Straolgio. Raggiunta  la zona delle “ Fornaci ″ (h0,30), toponimo che deriva dalla presenza di antiche fornaci per la calce oggi restaurate e parte integrante dell’”Ecomuseo della pietra ollare e degli scalpellini)”.  Continuiamo a salire lungo la vecchia e solidissima scalinata in pietra, che si fa largo fra cespugli di mirtilli, volgendo lo sguardo verso valle, lo scenario che ci si presenta è già di notevole rilievo e permette uno splendido colpo d’occhio sulla piana della Val Loana. Superiamo alcuni ruscellamenti che scendono sul lastricato della mulattiera  e iniziamo a percorrere la lunga diagonale che ci porta a raggiungere l’Alpe Cortenuovo m. 1792 (h1,00;1,30), qui incontriamo Gianfry, il mitico frequentatore della Val Grande, che ci mostra i suoi “ scarponi ″ e con il quale ci soffermiamo per scambiare quattro amichevoli chiacchiere. Visionato il suo provvisorio domicilio,  ci rimettiamo in cammino e dopo una ulteriore breve ascesa, siamo in vista delle baite di Scaredi m. 1841 (h0,10;1,40). Dall’alpe, che per anni ha rappresentato la porta settentrionale di accesso alla Val Grande per raggiungere i pascoli interni, si gode di un ampio panorama sulle Alpi e sul Monte Rosa. Raggiungiamo il bivacco escursionistico del Parco e diamo un’occhiata all’interno per controllare che tutto sia in ordine, verificato che tutto è a posto, ci dirigiamo verso il Colle della Loana sulla cui sella spunta la Cappella di Terza m. 1859 (h 0,05;1,45) che raffigura al suo interno i Santi: Antonio, patrono degli animali, Gioacchino protettore dei pastori e Santa Genoveffa patrona di Parigi località in cui emigrarono parecchi abitanti della valle. Sulla nostra destra si innalza il Cimone di Straolgio, la nostra meta odierna, a questo punto ci si presentano due possibilità di salita: seguire il sentiero che esce in piano verso sinistra e raggiunge l’Alpe Straolgio da cui prosegue più ripido, oppure salire direttamente per prati il costone erboso che si presenta di fronte a noi. Noi vogliamo visitare l’Alpe Straolgio per cui ci inoltriamo a sinistra seguendo il tracciato del sentiero che risalendo la dorsale del Cimone ci offre la visione di panorami di incomparabile bellezza, in cui spicca il Monte Rosa. Lungo il percorso per l’Alpe Straolgio incontriamo la simpatica Henrice che precede mamma Antie, la sorella Salomè e papà Carl che hanno pernottato a Straolgio e ora sono diretti alla Bocchetta di Campo. Percorsi ancora pochi passi, vediamo Ezio e Carlo in conversazione con un baffuto signore che: “ armato di un potente cannone ″ gira per i monti a caccia di immagini, anche noi veniamo inquadrati dal suo potente mezzo e, giunti a distanza di sicurezza, riconosco essere Raffaele, un amico che seguo da tempo su facebook per cui la conoscenza, fino ad ora virtuale si consolida in una reale. Altra piacevole sosta, e dopo parecchie chiacchiere, ci congediamo da Raffaele  e raggiungiamo le rimodernate costruzioni dell’Alpe Straolgio (h0,45;2,30). che ci appaiono inserite, come una nave incagliata in un mare di erba, tristemente chiuse, fatta eccezione per il bivacco completamente disadorno e privo di qualsiasi  comfort: sta bene il bivacco spartano, ma questo ci sembra decisamente eccessivo e le note sul libro firme confermano la nostra impressione. Anche le stanghe delle barriere che appaiono segate, sono completamente sparite e molto probabilmente saranno finite in cenere, pensare che per l’alpe era stato concepito un progetto faraonico che prevedeva l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia come quella dell’utilizzo dell’idrogeno per la produzione di energia elettrica con l’obiettivo di arrivare alla piena autosufficienza dell’alpe rendendo nullo l’impatto ambientale. Come per molti altri progetti tutto è andato fallito, speriamo che a qualcuno non vengano in mente ulteriori stravaganti progetti! Delusi ed amareggiati da tanto spreco di denaro pubblico, ci apprestiamo a risalire l’evidente pietraia che incombe sulle nostre teste ed armati di pazienza, seguendo l’esempio dei nostri amici “ ascensionisti ″ iniziamo a percorrere il tratto in direttissima che ci porta a raggiungere la traccia di sentiero che volgendo a destra ci permette di raggiungere la sommità del Cimone m. 2151 (1,00;3,30). Da questa posizione privilegiata, lo sguardo spazia  a 360°, la Val Grande e le montagne che le fanno da corona appaiono come un plastico sul quale volare con lo sguardo. Ci accomodiamo per consumare il nostro meritato spuntino e, dopo l’amaro che Claudio serve sfoggiando il nuovo set da liquore, scattiamo la foto di gruppo. In discesa percorriamo il sentiero, tralasciato al mattino per raggiungere l’Alpe Straolgio, che scende in direttissima al pianoro su cui sorge la Cappella di Terza (h0,30;4,00). Dal pianoro voltiamo a sinistra e velocemente raggiungiamo nuovamente l’Alpe Cortenuovo (h0,15;4,15) da cui ci immettiamo sul sentiero percorso in mattinata che ridiscendiamo raggiungendo la piana di Loana in cui,  molto ben inserite, fanno bella mostra le belle baite dell’Alpe Cascine. Siamo oramai giunti al termine di una gita stupenda e come degno completamento della giornata, incontriamo nuovamente Raffaele che salutiamo cordialmente con la speranza reciproca di incontrarci di nuovo in un prossimo futuro.