Val Vigezzo

Alpe Sassoledo 1600

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:24-Maggio-2012                                                      

 Partenza da: Verigo m.591
 Dislivello totale: m. 1264
 Difficoltà: E/EE
 Effettivo cammino h: 6,15

Come arrivarci: da Trontano, raggiungibile in auto da Domodossola (6 km) o dall'uscita Masera/Valle Vigezzo della superstrada della Val d'Ossola, ) si raggiunge in auto la frazione di Verigo e si parcheggia, al termine della strada asfaltata, in un ampio spiazzo poco oltre le case del piccolo abitato.
 

Nelle innumerevoli volte che siamo transitati dalla superstrada della Val d’Ossola, giunti in corrispondenza dell’uscita di Masera, guardando verso la sinistra orografica della Valle Vigezzo, siamo sempre stati attratti dalla grande radura su cui si innalzano le baite dell’Alpe Roi. Da sempre affascinati dalla montagna e alla ricerca dei luoghi più veri, ci sembra sia giunto il momento di visitare questo luogo e il vicino Alpe Sassoledo: ricco di graffiti ed incisioni di alberiformi che hanno stimolato la fantasia di un grafico ad elaborare questi segni e realizzare l’immagine stilizzata de “ l’uomo-albero ″ divenuto il  logo del Parco. Decidiamo pertanto di soddisfare questa nostra voglia di scoperta e siamo curiosi di vedere le opere degli antenati dei moderni “ Writers ″. Lasciamo l’auto nei pressi della Cappella della Valegia e ci incamminiamo sullo sterrato che scende a valicare il Rio Margologio. Poco prima di giungere al ponte, sulla sinistra, incontriamo la Cappella Arvinela che curiosamente ha la sua facciata principale rivolta a picco verso il torrente. Superato il ponte, affrontiamo una ripida salita e, quando il percorso torna pianeggiante, ci incamminiamo lungo la quasi invisibile la traccia che sale sulla destra e supera la linea ferroviaria per continuare nel bosco. Oltrepassati i ruderi di Pianezza (h0,30), il sentiero diventa una mulattiera che entra nella pineta, raggiunge un primo bivio dal quale continuiamo a salire sulla sinistra fino a raggiungere il successivo e con un ultimo ripido strappo, perveniamo al prato dell’Alpe Erta m. 1030 (h0,40;1,10). Dopo esserci riforniti di acqua presso la fontana dell’alpe, raggiungiamo le baite superiori ed entriamo nel Bosco dell’Erta che risaliamo seguendo la linea di massima pendenza, facendo attenzione a non perdere i rari segni di vernice che indicano il percorso, non sempre visibile. Il sentiero risale la dorsale che delimita la destra idrografica del Rio Margologio, supera alcune aie carbonili per uscire poi allo scoperto quando siamo in vista delle baite dell’Alpe Roi, fuori sentiero saliamo nel prato arrivando alle baite superiori m. 1532 (h1,05;2,15). Finalmente abbiamo raggiunto la radura che da sempre ha attirato la nostra attenzione e da cui si gode la spettacolare visione della Piana Ossolana, della Val Vigezzo e dell’Alpe Noccola che appare sul crinale di fronte a noi. Dalle baite più elevate, tenendoci a destra, ( cartelli segnavie ) seguiamo il sentiero che sale nel bosco per superare prima  uno sperone roccioso e successivamente un canalino leggermente esposto. Superato il punto più difficoltoso di tutta l’escursione, percorriamo il lungo traverso che in continuo saliscendi si dirige verso il versante ovest del Pizzo Marcio. Salendo il panorama si va progressivamente ampliando e dopo la lunga salita siamo finalmente arrivati nell’anfiteatro delimitato dal Tignolino e dalla Colma di Basagrana,  su cui sorgono le baite dell’Alpe Sassoledo superiore m. 1600 (h0,45;3,00). Le baite si trovano a ridosso della dorsale che scende dal Pizzo Marcio: ed è sulla parete rocciosa che sale lungo il crinale, e che si presenta come una grande lavagna a cielo aperto, che sono osservabili le numerose incisioni rupestri fatte nei secoli da generazioni di pastori che hanno lasciato il segno della loro presenza o del loro passaggio. Le incisioni cruciformi, gli alberi, le coppelle e le scalette tracciate sulle rocce dell’Alpe Sassoledo, molto probabilmente, sono i primi segni lasciati dall’uomo in Val Grande, a cui seguono: date, iniziali di nomi e molti altri simboli di non sempre facile comprensione. Il momento è particolarmente emozionante, le nostre fotocamere si surriscaldano per riprendere anche il più piccolo segno, mentre fra noi è un continuo richiamarsi per vedere e far vedere nella speranza di non perderci nulla. Esaminata la parete, scendiamo alle baite di Sassoledo inferiore m. 1568 che raggiungiamo dopo aver superato un piccolo rio, effettuiamo una breve sosta e ci riforniamo di acqua che, data la giornata molto calda, consumiamo in gran quantità. Durante la sosta, decidiamo di fare il giro ad anello che prevede la salita alla Costa di Bagnoli e la successiva discesa che ci riporta a Verigo. Iniziamo a risalire il sentiero che, in alcuni tratti, percorre ed attraversa ripetutamente una serie infinita di ruscellamenti dovuti allo scioglimento della neve, entriamo nell’anfiteatro ancora innevato e raggiunta quota 1830, intersechiamo il sentiero che: proveniente da Trontano, sale alla Colma di Basagrana (h1,00;4,00). Giriamo a  destra e iniziamo finalmente a scendere lungo il sentiero segnato e sempre molto ben evidente, superati i residui di una valanga perveniamo alla Costa dei Bagnoli m. 1820 (0,30;4,30) dove ci fermiamo per mettere qualcosa sotto i denti. Dopo tanta acqua, sia attraversata che bevuta, la “ premiata enoteca Gabri ″ http://www.inmontagnacongabriesuni.it/ offre in degustazione un ottimo barbera che rimette le cose a posto. Terminato di rifocillarci, lanciamo un ultimo sguardo agli oramai lontanissimi Alpi Sassoledo, e iniziamo a scendere in direzione del sottostante Alpe Campo. Raggiunto il pascolo dell’alpe (h0,25;4,55), pieghiamo a destra e raggiungiamo le baite da cui, mantenendoci al di sotto delle stesse parte un sentierino non indicato, che entra nella faggeta. Dopo poco, segni di vernice rossa sugli alberi, confermano il percorso che seguiamo fino a sbucare sui verdi prati dell’Alpe Briasca m. 905 (h1,00;5,45). Scendiamo in breve lungo la sterrata e, raggiunta la Cappella di San Rocco, sulla curva entriamo nel bosco e scendiamo a raggiungere la strada di servizio all’alpe (h0,25;6,10). Dalla sbarra, seguiamo la strada sino a che, in vista di Verigo, seguiamo una scorciatoia che ci porta nel piazzale antistante la chiesa. Dopo una bella rinfrescata presso il lavatoio, entriamo fra le case, raggiungiamo la stazione e, attraversati i binari pieghiamo a destra ed in breve siamo alla macchina (0,5;6,15).

Bellissima escursione che ci ha portato a scoprire gli antichi segni rimasti a testimonianza di una diffusa presenza dell’uomo in Val Grande: riscoprirne le tracce è  indiscutibilmente molto appassionante.

Per pianificare questa escursione ci siamo riferiti a quanto ampiamente e dettagliatamente descritto da:

Achille Quarello http://www.montagnavissuta.it/sassoledo.htm

Ferruccio Rossi http://www.in-valgrande.it/Sassoledo/Sassoledo-e-il-Rio-Margologio.html