Val Formazza

Rupe del Gesso m.2434

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:7-Marzo-2012                                                      

 Partenza da: Riale m.1731
 Dislivello totale: m. 774
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,45

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Montecrestese. Di qui si prosegue sulla SS 659 delle valli Antigorio e Formazza, si superano Crodo e Baceno per poi raggiungere Formazza che dista km. 36 da Domodossola. Si supera la Cascata del Toce e si parcheggia l’auto all’ingresso del paese di Riale.

Con la Traccia Bianca, pensavamo di aver esaurito le uscite con le ciaspole e, mentre ci stavamo preparando per tornare a calpestare la nuda terra, ecco che questo anomalo ed altalenante inverno, ci ripropone una nevicata che di nuovo torna ad imbiancare il terreno rendendo indispensabile l’uso delle ciaspole. Dopo una veloce verifica sulle singole disponibilità, decidiamo di fare questa nuova “ racchettata ” e Falvio ( www.cappef.com ), propone come itinerario di salire in Val Formazza per raggiungere l’altura che si trova a metà tra il bacino del Lago Toggia e la Punta del Termine che prende il nome di  Rupe del Gesso, escursione sicura e dalle contenute pendenze che esclude il pericolo di valanghe. Arriviamo a Riale quando il villaggio sembra ancora essere immerso nel sonno, e la temperatura mattutina è di –6° e l’aria è resa frizzante dalla recente nevicata. Posteggiata l’auto, ci incamminiamo lungo  la strada che sale verso il Rifugio Maria Luisa che si presenta battuta dal passaggio del gatto delle nevi. Salendo di quota, il panorama si ampia e cominciano ad apparire le innumerevoli cime, illuminate dal sole, che fanno da contorno al Lago di Morasco, mentre saliamo la zona del Centro Fondo, si allontana sempre più. Continuiamo a salire seguendo in parte la strada e, dove possibile, tagliamo gli innumerevoli tornanti sostenuti da robusti muraglioni, fino a che raggiungiamo il pianoro che contraddistingue l’inizio della Val Toggia. Proseguiamo in direzione della omonima diga e, nei pressi di una isolata baita (h1,30), abbandoniamo la via che dirige al rifugio, e deviamo a destra indirizzandoci verso il Lago Castel. Risalito il ripido pendio, dirigiamo in direzione dell’Alpe, visibile sullo sfondo, per poi piegare a sinistra e, seguendo le tracce lasciate dal passaggio  di due sci alpinisti diretti alla Bocchetta di Val Maggia, iniziamo a percorrere il lungo diagonale che ci porta a raggiungere gli specchi d’acqua dei due Laghi del Boden di cui, dato l’abbondante coltre di neve che li ricopre, intuiamo solo la depressione in cui si trovano. Flavio si è assunto l’onere di fare da apripista per tutto il percorso e continua imperterrito a calpestare i quasi trenta centimetri di neve fresca che hanno completamente cancellato le tracce di precedenti passaggi, per cui nel candido manto che contrasta con il cielo blu che fa da sfondo, è bellissimo vedere il marcato solco creato dal nostro passaggio. Dopo il lungo traverso, giungiamo  ai piedi del caratteristico sperone che rappresenta la Rupe del Gesso e ad uno ad uno, compiendo l’ultimo sforzo, risaliamo l’erto pendio che ci permette di arrivare nel punto in cui sorge uno spartano ometto di sassi che indica la massima elevazione m. 2434 (h1,30;3,00). Dopo la lunga camminata, ci concediamo una sosta per il pranzo e per goderci il fantastico spettacolo che la giornata, e la zona, ci offre: il panorama spazia dalle cime della Val Bedretto, al Monte Giove, ai Corni di Nefelgiù, al ghiacciato bacino del Toggia  su cui incombono le Punte  di Valrossa e d’Elgio. Abbrustoliti dal sole che ha riscaldato notevolmente la giornata, scattiamo la foto ricordo e ci apprestiamo ad intraprendere la discesa che effettuiamo seguendo un itinerario diverso da quello di salita ed ognuno di noi si diverte a disegnare la propria traccia di discesa, fino a ricongiungerci con la traccia di salita percorsa al mattino e da cui, in breve, ritorniamo alla casetta sulla via del Toggia. Sotto un cielo che va velandosi lievemente, scendiamo lungo la strada che con i suoi lenti e numerosi tornanti ci riporta in vista di Riale  da dove, al termine di una giornata super, o meglio come dice Flavio “ giornatona ” raggiungiamo l’auto (h1,45:4,45) dove incontriamo e conosciamo Enzo e Giuseppe che ringraziamo per averci battuto in parte il percorso di salita. In tema di gratitudini, non possiamo scordare quanto fatto da Flavio durante tutta la giornata e, a lui in particolare, vanno tutti i nostri più grati e sentiti ringraziamenti per averci fatto, oltre che da guida, anche da apripista accollandosi il gravoso impegno di battere  tutto il tracciato risparmiandoci una gran bella dose di fatica. Grazie Flavio, se non ci fossi ti dovremmo inventare.