Come arrivarci:
Da
Gravellona Toce si procede sulla Statale del Sempione
fino all’uscita di Premosello. Usciti dalla Statale, si
attraversa il ponte sul Fiume Toce e si raggiunge
dapprima Cuzzago e successivamente il capoluogo da cui,
seguendo le indicazioni, si sale fino al caratteristico
paesino di Colloro (Km. 4). Raggiunta la piazza della
chiesa, si prosegue sino a pervenire alla diramazione
per Capraga dove si parcheggia nei pressi della piccola
diga posta a sbarramento del Rio del Ponte.
Da
questo punto: sulla destra inizia il tratto di strada il
cui transito è interdetto ai veicoli non autorizzati,
che in circa 5 Km. giunge al parcheggio nei pressi delle
baite dell’alpe La Piana m. 980. Come convenuto,
troviamo ad attenderci Mario 2 che, autorizzato a
transitare, provvidenzialmente ci autotrasporta fino a
la Piana evitandoci così di percorrere il noiosissimo
oltre che lungo tratto di strada asfaltata che avrebbe
richiesto ben più di un’ora di cammino. Al termine del
trasferimento ci riuniamo e ci incamminiamo, su di un
buon sentiero, raggiungendo in breve il nucleo di case
che costituisce l’Alpe
La Motta m. 1139 (h0,20).
L’alpe, molto ben tenuto, è incorniciato dalle
frastagliate creste dei monti valgrandini e
due fresche fontane offrono un gradito
refrigerio a chi transita. Il sentiero prosegue e scende
ad attraversare il Rio Motto che proviene dal Pizzo
della Rossola, per poi risalire lo scosceso versante
opposto ed attraversare il Rio Crott che scorre al
centro dell’anfiteatro alla cui sommità si trova la
Colma di Premosello. Poco oltre, sulla sinistra, ha
inizio il sentiero che con una ripida ascesa conduce
all’alpe
Stavelli mt. 1493 (h0,30;0,50).
Saliamo sino a raggiungere l’alpe (h0,35;1,25),
dove Antonietta e Mario dispongono di una baita, e qui
Antonietta si ferma in attesa del nostro ritorno.
Scaricati tutti i pesi superflui, seguiamo l’esile
traccia di sentiero che con un traverso ci porta a
congiungerci con il sentiero principale che sale alla
Colma (h0,15;1,40).
Proseguiamo lungo il percorso che risale lungamente il
vallone guadagnando quota e, facendosi via via più
aperto e panoramico, raggiunge l’ampia sella della
Colma di Premosello m. 1728 (h 0,30:2,10),
porta orientale di accesso agli antichi pascoli
dell’alta Valgrande. Alla Colma l’Ente Parco ha
realizzato un
confortevole bivacco, dotato di tavolo, stufa
a legna, luce elettrica e acqua corrente che costituisce
un ottimo punto d’appoggio per i numerosi escursionisti
che effettuano la classica traversata della Valgrande.
Prima di continuare nel nostro cammino, sostiamo
brevemente nei pressi del bivacco per gustarci
l’eccezionale panorama che spazia dalle valli Ossolane
alla profonda ed incassata Valgrande. Ripreso un attimo
di fiato, riprendiamo il cammino indirizzandoci lungo il
sentiero, che partendo alle spalle del bivacco, si
inoltra lungo il fianco del Moncucco, percorre a mezza
costa l’antico tracciato che fu parte integrante della
Linea Cadorna, realizzata a scopi difensivi durante la
prima guerra mondiale. Il sentiero corre alto e,
alternando
tratti esposti
ad altri più facilmente percorribili, supera i
numerosi canaloni che solcano il vallone a picco sulla
Val Serena. Raggiungiamo e superiamo due bocchette
rivolte verso la piana ossolana e ci inseriamo in uno
sfasciume morenico in cui occhieggiano i
laghetti del Proman. Ci resta ora da
affrontare l’ultima ripida rampa che risale il
contrafforte giungendo ad una serie di pizzetti
sommitali, che anticipano la vetta vera e propria
identificata da una luccicante
croce in acciaio m. 2099 (h1,35;3,45).
Nei pressi sono ancora visibili le
costruzioni delle postazioni di osservazione
facenti parte della linea di difesa Lago
Maggiore-Zeda-Proman-Massone. Dalla vetta il
panorama è semplicemente fantastico e lo
sguardo spazia dai laghi ai monti. Scattiamo la consueta
foto ricordo e ci avviamo in discesa
ripercorrendo, con molta attenzione, il sentiero di
salita e ritorniamo alla
Colma (h1,00;4,45)
da dove avvisiamo Antonietta del nostro ritorno.
Scendiamo ancora lungo il sentiero principale sino al
bivio da cui ritorniamo all’Alpe
Stavelli (h0,15;5,00)
dove ci aspetta una
succulenta pastasciutta che nel frattempo Antonietta ha
preparato. Si dice che: “ a tavola non si
invecchia ” e noi, se ci fermiamo ancora un po rischiamo
di ritornare fanciulli, purtroppo la strada che ci
aspetta è ancora lunga per cui dobbiamo, molto a
malincuore, lasciare questo incantevole luogo per
compiere l’ultimo tratto di percorso che ci riporta di
nuovo all’Alpe La Motta (h0,45;5,45)
e successivamente al parcheggio di La piana il luogo in
cui termina questa faticosa, in tutti i sensi, giornata
(h0,15;6,00).
Una gita che ricorderemo a lungo: per il panorama, per
la fatica fatta per raggiungere la meta, per
la compagnia e per l’accoglienza riservataci
da Mario 2 ed Antonietta che ringraziamo per la loro
simpatia e disponibilità, se non fosse stato per loro il
Proman sarebbe ancora una meta da raggiungere.
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