Come arrivarci:
Percorrere la superstrada della Val d’Ossola, uscire
allo svincolo di Villadossola, da dove svoltando a
sinistra si raggiunge l’abitato di Prata. Parcheggiare
l’auto nel piazzale antistante la chiesa.
![](../Cartine%20in%20Miniatura/Prata/Cartina%20Prata.jpg)
Dopo
la ciaspolata della scorsa settimana, decidiamo di
tornare ad effettuare una camminata " terrestre "
attraverso variopinti boschi di latifoglie. Decidiamo di
salire all’Alpe Marona, alpe già visitato in più
occasioni, ma partendo sempre da Vogogna. In questa
occasione vogliamo arrivarci partendo da Prata visitando
le alpi: Pianezzo, La Quana, Sasso Alto, Prasain, La
Barca prima di raggiungere l’Alpe Marona. Raggiunto il
piazzale della
Chiesa di Prata,
parcheggiamo l’auto e ci inoltriamo lungo la via che,
dopo poco si trasforma nella gippabile che, in ripida
salita, supera una
bella cappella
e raggiunge
l’Alpe Sella m.
310 (h 0,15). Dall’alpe procediamo sempre su
sentiero molto ripido, e perveniamo all’Alpe
Pianezzo m. 420 (h0,15;0,30) dove
l’apicoltura “ Cà dul Pin ″ ha depositato numerose
arnie. Dopo aver visitato il bel pianoro su cui sorgono
numerose altre baite ben ristrutturate, ritorniamo sul
sentiero che risaliamo sino ad arrivare all’imboscato
Alpe La Quana m. 450 che
superiamo ed attraverso un fitto bosco dai
mutevoli colori, perveniamo
all’Alpe Sasso Alto m. 620
(h0,30;1,00) dove una palina segnaletica
,sormontata da una inquietante figura, indica le varie
destinazioni. Procediamo sulla destra seguendo le
indicazioni per l’Alpe Prasain
che raggiungiamo dopo aver superato un
abbeveratoio m. 828 (h
0,30;1,30). Dall’alpe, superiamo il bivio che
sale a Prasain superiore e mantenendoci a destra,
attraversiamo alcuni terrazzamenti prima di giungere
all’Alpe La Barca m. 828
(h0,10;1,40) da cui si gode di una bella
panoramica su tutte le montagne circostanti che
Claudio illustra, con
dovizia di particolari, a Gabri che con la sua
inseparabile Suni
http://www.inmontagnacongabriesuni.it/ oggi sono i
nostri compagni di avventura. Superate le baite
dell’Alpe La Barca, il sentiero entra nel bosco e,
percorre una lunga diagonale prima di raggiunge la
massima elevazione della giornata m. 939, da cui
si scende all’Alpe Ruscà
(h0,40;2,20) e successivamente all’Alpe
Marona m.880 (h0,10;2,30). Qui ci incontriamo con
Stefania che, salita da
Case Pratini, sta compiendo il nostro stesso percorso in
senso opposto, scambiate quattro piacevoli chiacchiere,
scattiamo in sua compagnia la
foto
ricordo e la lasciamo continuare mentre noi ci
scegliamo un soleggiato posticino dove depositiamo i
nostri zaini e ci apprestiamo a consumare il pranzo a
cui seguirà una rilassante e lunga sosta. L’alpe è
situato, sulla sommità di un costone, in posizione
panoramica dominante il
basso
piano Ossolano e posto praticamente
a perpendicolo sul Ponte della
Masone. Nelle vicinanze, è installato un
ripetitore di notevoli dimensioni, che rende facilmente
individuabile la zona quando si transita lungo la
superstrada del Sempione nei pressi dell’uscita di
Piedimulera. La quota non è elevata ma da quassù si ha
comunque la sensazione di essere sul tetto del mondo, la
piana ossolana è ai nostri piedi e di fronte a noi si
sviluppa la teoria dei monti
che le fanno da corona che ci offrono un eccezionale
spettacolo. Al termine della lunga
sosta contemplativa, ci incamminiamo in discesa
percorrendo il ripidissimo sentiero che, partendo dalle
ultime baite, supera una baita ancora in buone
condizioni e raggiunge i ruderi dell’Alpe Pianazzole e
la baita dell’ex cava (h0,30;3,00) dove ancora sono
visibili i
rinvii che
servivano per far scendere i blocchi di cava lungo
la “ via di lizza ″. Via che percorriamo con
molta attenzione in quanto resa molto scivolosa dal
fogliame secco che si è depositato sui lucidi sassi con
cui è realizzata. Seguiamo quel che resta della vecchia
via e, superati gli alpeggi di Vardarola, Alpe Sasso, la
Cappella, raggiungiamo la località Case Pratini
(h0,30;3,30) dove sorge il
monumento allo scalpellino. Superato il paese,
scendiamo a Dresio dove ci immettiamo sulla strada
asfaltata che percorriamo in direzione di Domodossola
incontrando la Lapide Romana, una targa posta a ricordo
della trasvolata di Geo Chavez, il ponte della Masone e
finalmente rientriamo nel
territorio di Prata raggiungendo, dopo aver
percorso quasi tre chilometri di strada asfaltata, di
nuovo la chiesa ed il punto da cui siamo partiti (h
0,45;4,15).
Ideale camminata autunnale, effettuata in una zona poco
conosciuta e frequentata in cui i rustici, i
terrazzamenti, le vigne e le piazzole sono la
testimonianza della grande fatica fatta dai montanari
che hanno popolato questi luoghi.
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