Bassa ossola

Prata, La barca e Alpe Marona

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:7-Novembre-2012                                                      

 Partenza da: Prata m.237
 Dislivello totale: m. 726
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,15

Come arrivarci: Percorrere la superstrada della Val d’Ossola, uscire allo svincolo di Villadossola, da dove svoltando a sinistra si raggiunge l’abitato di Prata. Parcheggiare l’auto nel piazzale antistante la chiesa. 

Dopo la ciaspolata della scorsa settimana, decidiamo di tornare ad  effettuare una camminata " terrestre " attraverso variopinti boschi di latifoglie. Decidiamo di salire all’Alpe Marona, alpe già visitato in più occasioni, ma partendo sempre da Vogogna. In questa occasione vogliamo arrivarci partendo da Prata visitando le alpi: Pianezzo, La Quana, Sasso Alto, Prasain, La Barca prima di raggiungere l’Alpe Marona. Raggiunto il piazzale della Chiesa di Prata, parcheggiamo l’auto e ci inoltriamo lungo la via che, dopo poco si trasforma nella gippabile che, in ripida salita, supera una bella cappella e raggiunge l’Alpe Sella m. 310 (h 0,15). Dall’alpe procediamo sempre su sentiero molto ripido, e perveniamo all’Alpe Pianezzo m. 420 (h0,15;0,30) dove l’apicoltura “ Cà dul Pin ″  ha depositato numerose arnie. Dopo aver visitato il bel pianoro su cui sorgono numerose altre baite ben ristrutturate, ritorniamo sul sentiero che risaliamo sino ad arrivare all’imboscato Alpe La Quana m. 450 che superiamo ed attraverso un fitto bosco dai mutevoli colori, perveniamo all’Alpe Sasso Alto m. 620 (h0,30;1,00) dove una palina segnaletica ,sormontata da una inquietante figura, indica le varie destinazioni. Procediamo sulla destra seguendo le indicazioni per l’Alpe Prasain che raggiungiamo dopo aver superato un abbeveratoio m. 828 (h 0,30;1,30). Dall’alpe, superiamo il bivio che sale a Prasain superiore e mantenendoci a destra, attraversiamo alcuni terrazzamenti prima di giungere all’Alpe La Barca m. 828 (h0,10;1,40) da cui si gode di una bella panoramica su tutte le montagne circostanti che Claudio illustra, con dovizia di particolari, a Gabri che con la sua inseparabile Suni http://www.inmontagnacongabriesuni.it/ oggi sono i nostri compagni di avventura. Superate le baite dell’Alpe La Barca, il sentiero entra nel bosco e, percorre una lunga diagonale prima di raggiunge la massima elevazione della giornata m. 939,  da cui si scende all’Alpe Ruscà (h0,40;2,20) e successivamente all’Alpe Marona m.880 (h0,10;2,30). Qui ci incontriamo con Stefania che, salita da Case Pratini, sta compiendo il nostro stesso percorso in senso opposto, scambiate quattro piacevoli chiacchiere, scattiamo in sua compagnia la foto ricordo e la lasciamo continuare mentre noi ci scegliamo un soleggiato posticino dove depositiamo i nostri zaini e ci apprestiamo a consumare il pranzo a cui seguirà una rilassante e lunga sosta. L’alpe è situato, sulla sommità di un costone, in posizione panoramica dominante il basso piano Ossolano e posto praticamente a perpendicolo sul Ponte della Masone. Nelle vicinanze, è installato un ripetitore di notevoli dimensioni, che rende facilmente individuabile la zona quando si transita lungo la superstrada del Sempione nei pressi dell’uscita di Piedimulera. La quota non è elevata ma da quassù si ha comunque la sensazione di essere sul tetto del mondo, la piana ossolana è ai nostri piedi e di fronte a noi si sviluppa la teoria dei monti che le fanno da corona che ci offrono un eccezionale spettacolo. Al termine della lunga sosta contemplativa, ci incamminiamo in discesa percorrendo il ripidissimo sentiero che, partendo dalle ultime baite, supera una baita ancora in buone condizioni e raggiunge i ruderi dell’Alpe Pianazzole e la baita dell’ex cava (h0,30;3,00) dove ancora sono visibili i rinvii che servivano per far scendere i blocchi di cava lungo la “ via di lizza ″. Via che percorriamo con molta attenzione in quanto resa molto scivolosa dal fogliame secco che si è depositato sui lucidi sassi con cui è realizzata. Seguiamo quel che resta della vecchia via e, superati gli alpeggi di Vardarola, Alpe Sasso, la Cappella, raggiungiamo la località Case Pratini (h0,30;3,30) dove sorge il monumento allo scalpellino. Superato il paese, scendiamo a Dresio dove ci immettiamo sulla strada asfaltata che percorriamo in direzione di Domodossola incontrando la Lapide Romana, una targa posta a ricordo della trasvolata di Geo Chavez, il ponte della Masone e finalmente rientriamo nel territorio di Prata raggiungendo, dopo aver percorso quasi tre chilometri di strada asfaltata, di nuovo la chiesa ed il punto da cui siamo partiti (h 0,45;4,15).  

Ideale camminata autunnale, effettuata in una zona poco conosciuta e frequentata in cui i rustici, i terrazzamenti, le vigne e le piazzole  sono la testimonianza della grande fatica fatta dai montanari che hanno popolato questi luoghi.