Valle Anzasca

Cima Pizzetto m.1879

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:9-Febbraio-2012                                                      

 Partenza da: Fontane di Bannio m.775
 Dislivello totale: m. 1104
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 6,00

Come arrivarci: Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la Statale del Sempione , sino all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SS549 della Val Anzasca che si percorre fino a raggiungere Pontegrande. Svoltando a sinistra, si risale per circa 3,5 Km la carrozzabile arrivando a Fontane di Bannio; parcheggiare presso il lavatoio.

Ci eravamo ripromessi di effettuare di nuovo questa escursione, molto bella con il terreno innevato, ed ecco che le recenti precipitazioni ce ne danno l’opportunità. Oggi il mio socio è indisposto per cui, come unico rappresentante di “ Escursionando ” mi ritrovo con Avio, Gian Mario, Alex e Flavio ( www.Cappef.com ) e tutti insieme raggiungiamo Fontane di Bannio. Terminati velocemente i preparativi, ci incamminiamo in direzione di Soi e, percorso qualche centinaio di metri, sulla destra, ha inizio la mulattiera che in ripida ascesa rimonta la dorsale raggiungendo l’Alpe Balmo m. 1072 (h 0,40). Proseguiamo nella salita e perveniamo all’Alpe Provaccio m. 1130 (h0,15;0,55) dove finalmente troviamo anche il sole, qui sono ancora visibili gli skilift che costituivano gli impianti della piccola stazione di sci esistente in passato. Ci aggiriamo per l’alpe, sovrastato dall’imponente sagoma del Monte Rosa che ci accompagnerà come nume tutelare per tutto il resto del percorso. Fiancheggiamo l’altra sciovia sino al suo termine, per poi proseguire nel bosco arrivando ai primi isolati casolari dell’Alpe Loro 1336 m. (h0,35;1,30), la neve è sempre più alta e una piacevole euforia si diffonde fra noi, tanto che si manifestano i folletti che si accaniscono su Alex. Nel tronco di un larice una mano devota ha ricavato una originale nicchia dedicandola alla Madonna degli alpigiani. Una brusca salita, ci permette di superare i casolari della Rausa di Bannio m. 1367 e di San Carlo m. 1486 per giungere, con un ultimo strappo, sul dosso su cui sorge Villa Samonini m. 1630 (h1,00;2,30). Proseguiamo intuitivamente lungo il sentiero estivo, un ben marcato camminamento non lascia dubbi sull’itinerario da seguire, la fitta coltre di neve conferisce al paesaggio un aspetto quasi fatato. Percorriamo ancora un tratto in leggera salita e, giunti in prossimità di una caratteristica baita, seguiamo le indicazioni per Piane S.Giovanni e iniziamo a risalire il ripido costone che raggiunge il colletto da cui, piegando a sinistra, risaliamo l’ultimo tratto di facile cresta per raggiungere la cima 1879 m. (h1,00;3,30). Lo spettacolo che si ammira da quassù, è a dir poco mozzafiato, lo sguardo spazia a 360°; uno splendido sole illumina le cime innevate delle montagne Ossolane che sembrano immerse nel sonno invernale, e la visione della impressionante parete est del Monte Rosa, da sola ci ripaga della fatica fatta per giungere sin qui. Sostiamo in questo eccezionale punto di osservazione per gustarci, insieme al panino, il panorama e per scattare la consueta foto di gruppo. Alex e Gian Mario sono saliti fin qui per la prima volta, e mentre Alex cerca disperatamente di far asciugare le calze, Gian Mario è letteralmente rapito dallo spettacolo e si cimenta nel tentativo di riconoscere e nominare le cime che si stagliano contro il cielo, fortunatamente, grazie a Flavio, rimettiamo ordine nella geografia della zona. Come è vero che il bel gioco dura poco, a malincuore arriva il momento di abbandonare questo stupendo palcoscenico e cominciamo a scendere allegramente. Superata Villa Samonini, decidiamo di scendere lungo un percorso alternativo (h0,30;4,00) e ci dirigiamo verso l’Alpe Ielbi 1529 m. per poi entrare in un meraviglioso bosco di faggi che percorriamo in discesa, non senza qualche difficoltà dovuta alle scivolose foglie di faggio che, ricoperte dalla neve, conferiscono poca aderenza. Raggiungiamo l’Alpe Pianezzo 1201 m. ( h 1,30;5,30 ) dove avevamo incontrato Emidio e famiglia in occasione della nostra precedente escursione effettuata nell’ormai lontano 2006. Dalle baite dell’alpe, scendiamo ad incrociare la strada asfaltata che, attraverso Soi, Piana e Riscillone, ci riporta al punto da cui siamo partiti (h1,00;6,00).
Escursione di grande panoramicità con bellissimi scorci sulla Valle Anzasca e su tutto il catino della selvaggia e solitaria Valle Olocchia. Una gita senza particolari difficoltà, consigliata ad escursionisti ben allenati.