Come arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce,
proseguire seguendo la Statale del Sempione , sino
all’uscita di Piedimulera, da dove si imbocca la SS549
della Val Anzasca che si percorre fino a raggiungere
Pontegrande. Svoltando a sinistra, si risale per circa
3,5 Km la carrozzabile arrivando a Fontane di Bannio;
parcheggiare presso il lavatoio.
Ci
eravamo ripromessi di effettuare di nuovo questa
escursione, molto bella con il terreno innevato, ed ecco
che le recenti precipitazioni ce ne danno l’opportunità.
Oggi il mio socio è indisposto per cui, come unico
rappresentante di “ Escursionando ” mi ritrovo con Avio,
Gian Mario, Alex e Flavio (
www.Cappef.com ) e tutti insieme raggiungiamo
Fontane di Bannio. Terminati velocemente i preparativi,
ci incamminiamo in direzione di Soi e, percorso qualche
centinaio di metri, sulla destra, ha inizio la
mulattiera che in ripida ascesa rimonta la dorsale
raggiungendo
l’Alpe Balmo m. 1072 (h 0,40). Proseguiamo
nella salita e perveniamo all’Alpe
Provaccio m. 1130 (h0,15;0,55) dove
finalmente troviamo anche il sole, qui sono ancora
visibili gli skilift che costituivano gli impianti della
piccola stazione di sci esistente in passato. Ci
aggiriamo per l’alpe, sovrastato dall’imponente
sagoma del Monte Rosa che ci accompagnerà
come nume tutelare per tutto il resto del percorso.
Fiancheggiamo l’altra sciovia sino al suo termine, per
poi proseguire nel bosco arrivando ai primi isolati
casolari dell’Alpe
Loro 1336 m. (h0,35;1,30), la neve è
sempre più alta e una piacevole euforia si diffonde fra
noi, tanto che si manifestano i folletti che
si accaniscono su Alex. Nel tronco di un
larice una mano devota ha ricavato una originale nicchia
dedicandola alla
Madonna degli alpigiani. Una brusca salita,
ci permette di superare i casolari della Rausa di Bannio
m. 1367 e di San Carlo m. 1486 per giungere, con un
ultimo strappo, sul dosso su cui sorge
Villa Samonini m. 1630 (h1,00;2,30).
Proseguiamo intuitivamente lungo il sentiero estivo, un
ben marcato camminamento non lascia dubbi
sull’itinerario da seguire, la fitta coltre di neve
conferisce al paesaggio un aspetto quasi fatato.
Percorriamo ancora un tratto in leggera salita e, giunti
in prossimità di una caratteristica baita, seguiamo le
indicazioni per Piane S.Giovanni e iniziamo a
risalire il ripido costone che raggiunge il colletto da
cui, piegando a sinistra, risaliamo l’ultimo tratto di
facile cresta per raggiungere la cima 1879 m. (h1,00;3,30).
Lo spettacolo che si ammira da quassù, è a
dir poco mozzafiato, lo sguardo spazia a 360°; uno
splendido sole illumina le cime innevate delle montagne
Ossolane che sembrano immerse nel sonno invernale, e la
visione della
impressionante parete est del Monte Rosa, da
sola ci ripaga della fatica fatta per giungere sin qui.
Sostiamo in questo eccezionale punto di osservazione per
gustarci, insieme al panino, il panorama e per scattare
la consueta
foto di gruppo. Alex e Gian Mario sono saliti
fin qui per la prima volta, e mentre
Alex cerca disperatamente di far asciugare le
calze,
Gian Mario è letteralmente rapito dallo
spettacolo e si cimenta nel tentativo di riconoscere e
nominare le cime che si stagliano contro il cielo,
fortunatamente, grazie a
Flavio, rimettiamo ordine nella geografia
della zona. Come è vero che il bel gioco dura poco, a
malincuore arriva il momento di abbandonare questo
stupendo palcoscenico e cominciamo a scendere
allegramente. Superata Villa Samonini, decidiamo di
scendere lungo un percorso alternativo (h0,30;4,00)
e ci dirigiamo verso
l’Alpe Ielbi 1529 m. per poi entrare in un
meraviglioso bosco di faggi che percorriamo in discesa,
non senza qualche difficoltà dovuta alle scivolose
foglie di faggio che, ricoperte dalla neve, conferiscono
poca aderenza. Raggiungiamo
l’Alpe Pianezzo 1201 m. ( h 1,30;5,30
) dove avevamo incontrato Emidio e famiglia in occasione
della nostra precedente escursione effettuata nell’ormai
lontano 2006. Dalle baite dell’alpe, scendiamo ad
incrociare la strada asfaltata che, attraverso Soi,
Piana e Riscillone, ci riporta al punto da cui siamo
partiti (h1,00;6,00).
Escursione di grande panoramicità con bellissimi scorci
sulla Valle Anzasca e su tutto il catino della selvaggia
e solitaria Valle Olocchia. Una gita senza particolari
difficoltà, consigliata ad escursionisti ben allenati.
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