Come arrivarci:
Percorrere la A 26
sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33
del Sempione sino all’uscita di Villadossola. Usciti
dalla statale, si svolta a sinistra e si risale la
provinciale di fondovalle. Subito dopo la frazione di
Cresti seguire la strada che si stacca sulla destra per
Montescheno, che si raggiunge poco dopo.
In
Valle Antrona sono ancora visibili opere che
risalgono al periodo di sfruttamento delle risorse
minerarie e si possono tuttora ritrovare le tracce di
antichi lavori, oggi praticamente dimenticati. Segni e
tracce di queste attività, relative allo
sfruttamento delle risorse naturali, si possono
riconoscere visitando la cava de “ I Mondei ″.
L’Alpe Mondelli è situata sulle pendici meridionali del
Moncucco, e vi si estraeva la
pegmatite o “ Mica ”
e
la pietra ollare, la “ laugera ″, largamente utilizzata,
per le sue proprietà refrattarie, nella costruzione di
pentole, olle e recipienti. Il progresso ha poi
introdotto l’uso del metallo che ha fatto cadere in
disuso l’utilizzo di questi materiali la cui estrazione
non era più remunerativa facendo sì che si
abbandonassero le attività ad essi collegate; ancora
oggi, si ritrovano le tracce di queste antiche
attività estrattive. Nell’escursione odierna
indirizziamo a questo argomento la nostra attenzione e,
dopo aver lasciato una macchina a Cresti, raggiungiamo
Montescheno da dove ha inizio questa nostra scarpinata.
Parcheggiata l’auto nella piazza del paese ci
incamminiamo lungo il vecchio, e ben conservato
sentiero, che supera
il mulino
per poi scendere al
vecchio ponte
che valica il Torrente Brevettola. Risaliamo sul lato
opposto giungendo alla
cappelletta di Vallemiola
m. 757 ( h 0,30 ) situata in posizione panoramica
che permette una bella visione del paese di Montescheno.
Ci inoltriamo nella frazione, aggirandoci per le
sue strette viuzze, per ammirare le sue
caratteristiche costruzioni
ed il
vecchio torchio,
ristrutturato con cura dagli appassionati locali.
Torniamo alla cappella per proseguire lungo il sentiero
che si inoltra nella valle, risale qualche tornante,
piega a sinistra per raggiungere la piccola altura su
cui sorgono le
baite di Aulamia
m. 1057 ( h 0,30;1,00 ) tra le quali spicca
una
monumentale vasca
datata 1876, ricavata da un unico blocco di pietra.
Risaliamo il prato e arriviamo alla
cappelletta di Scàrpia
da cui pieghiamo a destra seguendo le indicazioni che ci
portano a percorrere l’evidente sentiero che si
inserisce nella folta vegetazione. Percorso un lungo
tratto in diagonale ricominciamo a salire nel rado
bosco, superiamo il
masso roccioso
nel quale sono ben visibili i segni delle asportazioni
della pietra ollare e giungiamo ad una baita (h0,30;1,30)
che superiamo per risalire lungo tornanti che ci portano
a toccare il
fabbricato principale della miniera
m. 1222 (h0,10;1,40).
Dai ruderi,
portandoci sulla destra, con una breve risalita
raggiungiamo gli ingressi delle cave che individuiamo
facilmente anche grazie alla presenza della costruzione
adibita ad
ufficio tecnico
e del materiale di scarico depositato nella parte
anteriore. A Mondei terminano i segnavie e, inizia il
percorso wilderness: rigorosamente
fuori sentiero,
guidati da Flavio,
www.cappef.com
iniziamo a risalire il fianco sinistro del vallone che
ci separa dal costone che discende dalle pendici del
Moncucco e, arrivati al suo vertice superiore,
traversiamo seguendo le labili tracce di un antico e
oramai scomparso sentiero,
in direzione della cappelletta
che
si distingue davanti a noi. Compiendo un ultimo
traverso, raggiungiamo la dorsale che definisce la
separazione fra
Montescheno
e
Villadossola
e la piccola radura su cui sorge la
Cappella di San Bernardo
m. 1451 (h1,00;2,40) che rappresenta il punto più
elevato dell’escursione. Riscaldati dal sole, che anche
oggi rende la giornata quasi primaverile,
sostiamo per consumare il pranzo
e per
festeggiare il
compleanno di Claudio.
Dopo la sosta iniziamo a scendere lungo la ripida cresta
e, seguendo i segni di vernice che indicano il percorso,
raggiungiamo i
ruderi dell’Alpe La Colma
m. 1261 (h0,20;3,00) dove fra le baite scopriamo
anche un
pozzo.
Continuiamo a scendere seguendo il sentiero e, dopo un
lungo traverso nel bosco, sfioriamo l’Alpe Baione per
poi sbucare sulla Strada Antronesca in località Sogno m.
750 (h1,00;4,00). Da qui scendiamo a Varchignoli,
nota per le sue strutture megalitiche legate alla
coltura della vite, successivamente raggiungiamo la
strada della Valle Antrona che attraversiamo nei pressi
del
vecchio lavatoio
per risalire a Cresti dove termina questa escursione
(h0,45;4,45). Non resta altro che recuperare la
seconda auto e indirizzarci, stanchi ma soddisfatti
verso casa. Da oggi la S.P.A. conta un nuovo socio: Alex
a cui diamo il benvenuto e che già dalla sua prima
uscita ci ha dimostrato di che pasta è fatto,
complimenti e alla prossima.
Escursione, molto impegnativa nella seconda parte, che
richiede attenzione nel risalire il pendio coperto da
scivoloso paglione; da non percorrere assolutamente in
condizioni di terreno umido o innevato o in presenza di
vegetazione.
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