Val Leventina

Capanna Garzonera m.1973

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:22-Febbraio-2012                                                      

 Partenza da: Nante m.1423
 Dislivello totale: m. 570
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,30

Come arrivarci: Nante si raggiunge uscendo ad Airolo (ultima uscita prima del traforo del Gottardo), seguire le indicazioni per Bedretto, al primo tornante (sotto gli impianti di risalita), nei pressi del Caseificio del Gottardo,  seguire le indicazioni per Nante. All’ingresso del paese si parcheggia vicino alla chiesetta.

Da tempo Flavio ( www.cappef.com ) proponeva di salire alla Capanna Garzonera ma, vuoi per un motivo o per un altro, abbiamo sempre rimandato questa uscita fino a che è giunto il momento anche per questa salita. Viste le numerose relazioni, che descrivono questa gita di grande soddisfazione, abbiamo deciso di effettuare anche noi questa escursione e certi di trovare una condimeteo ottimale, partiamo alla volta di Airolo da cui raggiungiamo la frazione di Nante.  Parcheggiata l’auto, ci incamminiamo lungo la stradina delimitata da due alti muri di neve e, percorso un lungo tratto in falsopiano giungiamo a Segna dove un camino fumante conferma che ci sono segni di vita. La pista ben battuta dalle motoslitte e la neve abbastanza compatta, ci permettono di procedere senza le ciaspole, continuiamo sul sentiero seguendo le indicazioni che ci portano a raggiungere il bivio per Giof. Innumerevoli tracce si diramano da questo punto, noi seguiamo la traccia che continuando sul piano raggiunge l’acquedotto (h 0,40) Dalla presa d’acqua, iniziamo a salire nel ripido bosco seguendo il sentiero invernale che corre lungo il vallone del torrente Calcascia per arrivare in vista dellAlpe Cascina di Prato m. 1639 (h0,30;1,10), ci dirigiamo a sinistra verso il ponte che attraversa il torrente, e continuiamo a salire giungendo all’alpeggio di Pian Taioi m. 1670 (h0,20;1,30). Facendo tesoro delle osservazioni e dei suggerimenti di chi è salito prima di noi, abbandoniamo il sentiero estivo che, compiendo lunghi traversi si accosta pericolosamente ai costoni carichi di neve da cui molto spesso scendono slavine, e saliamo in direttissima nel bosco. Dalla palina segnavie, il sentiero si presenta molto battuto e con la neve mossa, è giunto il momento di calzare le ciaspole per affrontare la salita molto ripida che si sviluppa interamente all’interno del bosco senza  presentare alcun pericolo. Seguendo le evidenti tracce di passaggio, continuiamo a salire, la neve molto abbondante e farinosa che ricopre il pendio, rende ancor più faticoso percorrere l’ultimo tratto che ci separa dalla capanna. Gli amici, sentendo di essere oramai prossimi alla meta, innestano il turbo e fanno a gara a chi arriva per primo; inutile dispendio di energie, tanto si sa che il primo è sempre lui. Al mio arrivo (h 0,45;2,15) gli amici hanno già preso possesso della capanna e sono saliti sull’altura sovrastante per godersi lo stupendo panorama che si ha la fortuna di ammirare da quassù. Salgo anche io per scattare qualche foto e riprendere la capanna dall’alto, mentre Claudio e Carlo sono già scesi per procurarsi l’acqua per il risotto: infatti Claudio, cogliendoci tutti di sorpresa, estrae dal suo “ zainetto ” ( più che uno zaino è un armadio portatile in cui si può trovare di tutto ) tre magiche buste di risotto ai funghi. Prima di procedere bisogna liberare dal ghiaccio la sorgente da cui preleviamo l’acqua per cucinare e lavare le stoviglie, dopodiché diamo avvio alla cottura del risotto. Io mi incarico di cucinare mentre gli amici si occupano di altre faccende: Claudio accende il fuoco, Nick spacca la legna e Flavio riprende ogni cosa. La Capanna Garzonera è posta sopra Ambrì in una meravigliosa conca al limitare di un bel bosco di larici ed abeti, poco distante dal massiccio del San Gottardo, che con le sue imponenti cime domina gran parte dell’alta Valle Leventina. La capanna, completamente ristrutturata nel 1988 dalla SAT Ritom, ha mantenuto le caratteristiche del cascinale alpino e dispone al suo interno uno spazioso monolocale con cucina a gas e a legna, refettorio riscaldato a legna con un grande e spazioso tavolo, sul retro è ricavato il dormitorio che dispone di una ventina di posti letto. Nel frattempo il risotto è giunto a cottura per cui ci accomodiamo e, confortevolmente seduti al tavolo, ci apprestiamo a consumare lo squisito piatto caldo e successivamente le  nostre pagnotte  che, condite con battute, burle varie e reciproche prese in giro, risultano molto gustose. Data la particolarità della giornata, grazie a Carlo, non mancano le tipiche frittelle di carnevale, unitamente a dolciumi di varia natura il tutto innaffiato dall’ottimo genepì di Nick. Terminato il lauto pasto, riordiniamo il locale e ci portiamo all’esterno per goderci il caldo sole che la splendida giornata ci regala e scattare la classica foto a ricordo di un giorno favoloso che rimarrà a lungo impresso nelle nostre menti. La giornata è stupenda ma il tempo è tiranno per cui, a malincuore, lasciamo questo idilliaco ambiente ed iniziamo a scendere seguendo a ritroso la via di salita. Inutile dire che la discesa in neve soffice come zucchero a velo, presenta momenti di assoluta goduria, cadute reali si alternano ad altre effettuate per motivi cinematografici. Ridendo e scherzando ci ritroviamo di nuovo in località Segna dove conosciamo la simpatica signora Nadia che ci informa sulle varie possibilità che offre la zona. Salutiamo e continuiamo a camminare lungo la strada che ci riporta a Nante dove termina questa stupenda escursione effettuata in una giornata 10 e lode.