Come arrivarci:
Nante si raggiunge uscendo ad Airolo (ultima uscita
prima del traforo del Gottardo), seguire le indicazioni
per Bedretto, al primo tornante (sotto gli impianti di
risalita), nei pressi del Caseificio del Gottardo,
seguire le indicazioni per Nante. All’ingresso del paese
si parcheggia vicino alla chiesetta.
Da tempo Flavio (
www.cappef.com
) proponeva di salire alla Capanna Garzonera ma,
vuoi per un motivo o per un altro, abbiamo sempre
rimandato questa uscita fino a che è giunto il momento
anche per questa salita.
Viste le numerose relazioni, che descrivono
questa gita di grande soddisfazione, abbiamo deciso di
effettuare anche noi questa escursione e certi di
trovare una condimeteo ottimale, partiamo alla volta di
Airolo da cui raggiungiamo la frazione di
Nante. Parcheggiata
l’auto, ci incamminiamo lungo la stradina delimitata da
due alti muri di neve e,
percorso un lungo tratto in falsopiano giungiamo a
Segna dove un camino
fumante conferma che ci sono segni di vita. La pista ben
battuta dalle motoslitte e la neve abbastanza compatta,
ci permettono di procedere senza le ciaspole,
continuiamo sul sentiero seguendo le indicazioni che ci
portano a raggiungere il
bivio per
Giof. Innumerevoli tracce si diramano da questo
punto, noi seguiamo la traccia che continuando sul piano
raggiunge l’acquedotto (h 0,40)
Dalla
presa d’acqua,
iniziamo a salire nel ripido bosco seguendo il sentiero
invernale che corre lungo il vallone del torrente Calcascia per arrivare in vista dell’Alpe
Cascina di Prato m. 1639 (h0,30;1,10), ci
dirigiamo a sinistra verso il ponte che attraversa il
torrente, e continuiamo a salire giungendo all’alpeggio
di Pian Taioi m. 1670 (h0,20;1,30).
Facendo tesoro delle osservazioni e dei suggerimenti di
chi è salito prima di noi, abbandoniamo il sentiero
estivo che, compiendo lunghi traversi si accosta
pericolosamente ai costoni carichi di neve da cui molto
spesso scendono slavine, e saliamo in direttissima nel
bosco. Dalla
palina segnavie,
il sentiero si presenta molto battuto e con la neve
mossa, è giunto il momento di calzare le ciaspole per
affrontare la salita molto ripida che si sviluppa
interamente
all’interno del bosco
senza presentare alcun pericolo. Seguendo le
evidenti tracce di passaggio, continuiamo a salire, la
neve molto abbondante e farinosa che ricopre il pendio,
rende ancor più faticoso percorrere l’ultimo tratto che
ci separa dalla capanna. Gli amici, sentendo di essere
oramai prossimi alla meta, innestano il turbo e fanno a
gara a chi arriva per primo; inutile dispendio di
energie, tanto si sa che il primo è sempre lui. Al mio
arrivo (h 0,45;2,15) gli amici hanno già preso
possesso della capanna e
sono
saliti sull’altura sovrastante per godersi lo
stupendo panorama che si ha la fortuna di ammirare da
quassù. Salgo anche io per scattare qualche foto e
riprendere
la capanna dall’alto,
mentre Claudio e Carlo sono già scesi per procurarsi
l’acqua per il risotto: infatti Claudio, cogliendoci
tutti di sorpresa, estrae dal suo “ zainetto ” ( più che
uno zaino è un armadio portatile in cui si può trovare
di tutto ) tre magiche buste di risotto ai funghi. Prima
di procedere
bisogna liberare dal
ghiaccio la sorgente da cui preleviamo l’acqua
per cucinare e lavare le stoviglie, dopodiché diamo
avvio alla cottura del risotto.
Io
mi incarico di cucinare mentre gli amici si
occupano di altre faccende:
Claudio accende il fuoco,
Nick spacca la legna e Flavio riprende ogni cosa.
La Capanna Garzonera è posta sopra Ambrì in una
meravigliosa conca al limitare di un bel bosco di larici
ed abeti, poco distante dal massiccio del San Gottardo,
che con le sue imponenti cime domina gran parte
dell’alta Valle Leventina.
La capanna, completamente ristrutturata nel 1988 dalla
SAT Ritom, ha mantenuto le caratteristiche del cascinale
alpino e dispone al suo interno uno spazioso monolocale
con cucina a gas e a legna, refettorio riscaldato a
legna con un grande e spazioso tavolo, sul retro è
ricavato il dormitorio che dispone di una ventina di
posti letto. Nel frattempo il risotto è giunto a cottura
per cui ci accomodiamo e,
confortevolmente seduti al tavolo, ci apprestiamo
a consumare lo squisito piatto caldo e successivamente
le nostre pagnotte
che, condite con battute, burle varie e reciproche prese
in giro, risultano molto gustose. Data la particolarità
della giornata, grazie a Carlo, non mancano le tipiche
frittelle di carnevale,
unitamente a dolciumi di varia natura il tutto
innaffiato dall’ottimo genepì
di Nick. Terminato il lauto pasto,
riordiniamo il locale e ci portiamo all’esterno
per goderci il caldo sole che la splendida giornata ci
regala e scattare la classica
foto a ricordo
di un
giorno favoloso che rimarrà a lungo impresso nelle
nostre menti. La giornata è stupenda ma il tempo è
tiranno per cui, a malincuore, lasciamo questo idilliaco
ambiente ed iniziamo a scendere seguendo a ritroso la
via di salita. Inutile dire che la discesa in neve
soffice come zucchero a velo, presenta momenti di
assoluta goduria, cadute reali si alternano ad altre
effettuate per motivi cinematografici. Ridendo e
scherzando ci ritroviamo di nuovo in località Segna dove
conosciamo la simpatica
signora
Nadia che ci informa sulle varie possibilità che
offre la zona. Salutiamo e continuiamo a camminare lungo
la strada che ci riporta a Nante dove termina questa
stupenda escursione effettuata in una giornata 10 e
lode.
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