Come arrivarci: Percorrere
la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la
statale del Sempione sino all’uscita per Crodo.
Arrivati a Crodo, superata la Latteria Antigoriana, si
prende a destra la strada che porta a Maglioggio che si
raggiunge dopo circa 2 Km. Da Maglioggio si
percorre la ripidissima e tortuosa strada, solitamente
vietata al traffico privato, e si raggiungono i Piani di
Aleccio.
![](../Cartine%20in%20Miniatura/Passo%20Fria/Cartina%20%20Fria.jpg)
Come ogni anno, il primo fine settimana dopo Ferragosto,
si tiene la festa all’Alpe Aleccio e la strada
consortile che lo raggiunge, viene lasciata aperta alla
libera circolazione delle auto. Decidiamo di sfruttare
questa occasione che ci permette: di accorciare
notevolmente il percorso di avvicinamento risparmiando
circa due ore di cammino, di affacciarci finalmente
sulla tanto decantata Val Cravairola. Raggiunto il
termine della strada asfaltata,
lasciamo l’auto e ci incamminiamo lungo il sentiero ben
segnalato che un tempo era la
bella mulattiera
percorsa dai pastori di Crodo che salivano a caricare la
Valle Cravaiola. Superiamo
l’Alpe La Colla
m. 1653 (h0,10) e seguiamo il percorso che si
sviluppa fra larici ed abeti e, dopo una interminabile
serie di tornanti perveniamo al
Passo della Forcoletta
m. 2359 (h1,50;2,00) che si apre tra il Pizzo di
Bronzo ed il Pizzo Cortefreddo. Poco prima di
raggiungere il passo, si incontra l’enorme masso forato
comunemente indicato come “
il Sasso del Diavolo
″, momentaneamente occupato ed ingentilito dalla
presenza di
due graziose figure femminili.
Dal passo proseguiamo a mezza costa percorrendo la larga
pista che corre alta sul
Lago di Matogno
e con un lungo traverso in leggera salita, ci porta a
raggiungere il bivio, a destra si raggiunge
l’entrata della galleria
del
Passo della Fria,
mentre a sinistra si prosegue per raggiungere il passo
m. 2499 (h0,30;2,30) seguendo il percorso della
vecchia mulattiera, utilizzato dai pastori negli anni
antecedenti la realizzazione della galleria. La
costruzione della galleria risale al 1980 e fu
realizzata per permettere il passaggio di mucche e
vitelli all’inizio della stagione d’inalpamento quando
il passo, ancora intasato dalla neve, obbligava i
pastori a scavare lunghe trincee per il transito del
bestiame. A causa della calda giornata, a tratti, si
alzano dense nubi di vapore che disturbano la visuale
per poi dissolversi ripresentandosi un panorama di
prim’ordine sulla sottostante
Valle Agarina
mentre, alla nostra sinistra ci appare l’incredibile
tappeto erboso che ci mostra la bellezza della
Val Cravariola,
“ la valle fiorita ″ con tutti i suoi pascoli. La Val
Cravariola è un’enclave italiana in territorio Svizzero
e per secoli è stata teatro di cruente dispute fra
allevatori antigoriani e ticinesi della Val Rovana per
il possesso dei rigogliosi pascoli. La controversia fu
poi risolta diplomaticamente nel 1874 grazie
all’arbitrato dell’ambasciatore statunitense a Roma che
assegnò definitivamente la Cravariola all’Italia. (
Paolo Crosa Lenz-Giulio Frangioni-Escursionismo in
Valdossola- Antigorio Formazza-Grossi Domodossola-ISBN
88-85407-03-X ). Soddisfatti dalla vista di quanto
ci circonda, cerchiamo un angolino riparato e sostiamo
per consumare il meritato pasto. Dopo la lunga sosta
riprendiamo il cammino per ritornare al punto da cui
eravamo partiti, ma prima di ritornare sul percorso
seguito in salita, vogliamo toglierci la curiosità di
transitare nella galleria, scendiamo quindi lungo il
sentiero che porta a Campo e raggiungiamo l’imbocco
della galleria.
Claudio provvede ad attivare il temporizzatore
che permette l’illuminazione e ci inoltriamo
nell’angusto cunicolo fiocamente rischiarato.
Percorsi circa trecento metri, in leggera salita,
raggiungiamo l’uscita
e siamo di nuovo gratificati dalla
magnifica vista del Lago di Matogno.
Raggiungiamo il bivio in cui confluisce il sentiero
proveniente dal sovrastante passo, e ci immettiamo
nuovamente sul sentiero percorso in precedenza che
ripercorriamo in tutta la sua lunghezza per giungere
nuovamente al punto in cui abbiamo parcheggiato l’auto
(h2,30;5,00). Termina così una bellissima
escursione in ambiente aperto e molto panoramico che ci
ha permesso di lanciare uno sguardo sulla mitica Val
Cravariola a cui da tempo andava il nostro pensiero.
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