Come arrivarci:
La
Badia di Dulzago si può raggiungere sia dalla statale n.
229 del lago d'Orta, sia attraverso la n. 32 del lago
Maggiore.
Fra i
vari festeggiamenti in onore di San Giulio, c’è ne è uno
particolare che si tramanda da secoli e a cui
partecipano i bellinzaghesi, oltre ai molti turisti
provenienti dalla provincia e anche da fuori, per
ottenere un mestolo della minestra che oramai è
diventata parte della leggenda. Questa tradizionale
sagra popolare è un evento che porta alla ribalta la
Badia di Dulzago ed
è
conosciuta come “ la fagiolata di San Giulio ” e si
tiene presso Badia di Dulzago, piccola frazione del
Comune di Bellinzago Novarese. Al complesso della badia,
recentemente, è stato assegnato il bollino di “
Meraviglia Italiana ” quale sito di notevole importanza
paesaggistica. Il complesso abbaziale, è un borgo
medievale risalente al XII secolo quando, sul basso
promontorio morenico dominante la fertile pianura
solcata dal Torrente Terdoppio, i canonici regolari di
Sant’Agostino la fondarono stabilendovisi. Il centro
religioso, dedicato a
San Giulio
prete, luogo di preghiera e di lavoro agricolo,
durante l’età medioevale, svolse funzioni spirituali nei
confronti delle popolazioni contadine dei centri
circostanti. Ogni anno, l’ultima Domenica di Gennaio il
piccolo borgo si addobba a festa e i pochi residenti,
riunitisi in associazione per salvaguardare le
identità che affondano le loro radici nella storia e
nella tradizione popolare, si danno un gran da fare per
mantenere viva questa manifestazione, legata alla fede e
ai prodotti della terra, che risale ai primi decenni del
1600. Al termine della messa delle 11 nella chiesa del
complesso, di cui San Giulio è patrono, una breve
processione porta la statua del Santo nel cortile
adiacente dove avviene la benedizione del pane e della
fagiolata preparata secondo i precisi dettami della
tradizione. In grandi calderoni di rame, posti sul fuoco
di legno d’acacia vengono fatti bollire assieme: carne,
cotiche, lardo, carote, cipolle, patate, sale e
naturalmente una quantità enorme di fagioli che al
termine della funzione, unitamente al pane benedetto,
viene distribuita, ai presenti per essere poi consumata
a casa. La tradizione vuole che, mangiando questo pane,
si tengano lontani i serpenti, numerosi nella zona. La
leggenda, infatti, narra che nell' anno in cui la
fagiolata non si fece, la campagna intorno a Dulzago fu
invasa da centinaia di serpenti. La liturgia in onore
del santo, accompagnata dalla fagiolata e dalla
distribuzione del pane benedetto offerto a tutti, sta a
simboleggiare la volontà di sentirsi fratelli, senza
distinzione di ceti sociali, davanti agli occhi di Dio.
Desiderosi di
visitare il complesso e partecipare per la prima volta a
questa ricorrenza, di buon ora raggiungiamo la Badia
che, dopo la nevicata della notte,
si presenta imbiancata in un’atmosfera grigia ed
ovattata. Entrare nella Badia è come ritrovarsi per
qualche momento in un piccolo mondo antico che mostra,
ancora oggi, scorci dei tempi anticamente legati alla
vita contadina e monastica in cui ancora sono visibili:
la chiesa, i caratteristici
cortili interni,
il sarcofago romano
convertito in abbeveratoio,
vecchi
carri e altri attrezzi agricoli. Camminiamo
sull’acciottolato e, attratti dal fumo che si leva, ci
rechiamo a visitare la
corte detta
dei pigionanti o “ Abissinia ” con
gli stabuli in cui venivano
allevati i maiali, nel cortile antistante le
abitazioni dei salariati,
in
dieci calderoni posti allineati sul fuoco, sta
cuocendo la fagiolata. Proseguiamo visitando
il
complesso absidale, le
restanti corti e
la bellissima
chiesa dedicata a San Giulio prete che si va
riempiendo di un gran numero di fedeli intervenuti per
assistere alla Messa. Usciamo dal complesso ed
effettuiamo un giro esterno per vedere la badia in tutta
la sua vastità e, rientrati dalla
porta nord, ritorniamo nel cortile dove procedono
le operazioni inerenti alla fagiolata. Fra la gente, che
nel frattempo si va assiepando intorno ai capienti
calderoni,
incontriamo Renato
e altri amici con i quali scambiamo quattro chiacchiere
in attesa dell’arrivo della
processione che, con la statua del Santo patrono,
fa il suo ingresso attraverso il portico della corte del
pozzo. Dal palco, dopo il discorso del sindaco,
il prevosto della parrocchia
benedice il pane e poi
scende a benedire ogni singolo paiolo
della
fagiolata. Al termine della funzione religiosa inizia la
distribuzione della caldissima minestra che viene
ripartita in abbondanti porzioni a chiunque si presenti
con un contenitore in mano: anche noi
conquistata la nostra razione,
paghi di avere partecipato alla riedizione di uno
spaccato di vita contadina, ci avviamo verso casa
ripromettendoci di ritornare a visitare la zona, magari
in bicicletta, in una bella giornata di primavera per
godere appieno dello spettacolare scenario delle
numerose risaie presenti nella zona.
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