Val Vigezzo

Colma di Craveggia m.1673

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:15-Febbraio-2012                                                      

 Partenza da: Craveggia/La Pila m.960
 Dislivello totale: m. 762
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,00

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino a che, superata Santa Maria Maggiore, si devia a sinistra raggiungendo Craveggia. A Craveggia si imbocca la strada verso La Vasca-Blitz da cui si devia per raggiungere la località La Pila dove lasciamo l’auto.


Venuti a conoscenza che “ il nonno ” ( Franco per gli amici della S.P.A. ) è in quel della Val Vigezzo, decidiamo di salire a trovarlo per rifare in sua compagnia la bella gita alla Colma di Craveggia, questa volta è della comitiva anche Flavio, www.cappef.com assente nella precedenta occasione. Ci ritroviamo come al solito a Vergiate e partiamo alla volta di Santa Maria, dove raggiungiamo l’amico che ci accoglie con la consueta cordialità offrendoci un fumante caffè. Corroborati dalla calda bevanda, ci indirizziamo verso Toceno, dove lasciamo un’auto, per poi salire alla località  La Pila di Craveggia da dove diamo avvio a questa odierna escursione. Pochi luoghi sintetizzano con immediatezza nel toponimo che li contraddistingue la loro funzione e storia, Craveggia è uno di questi e perpetua l’antica vocazione agricola del paese che pure è ricco di testimonianze artistiche ed è famoso per i suoi signorili palazzi su cui, a simboleggiare la ricchezza delle locali famiglie, svettano una selva di alti comignoli. Lasciata l’auto ci incamminiamo lungo la strada seguendo le indicazioni del segnavie M 29, percorso un breve tratto, arriviamo nei pressi della sbarra che chiude la strada poderale e prendiamo a sinistra il ben visibile sentiero estivo. Seguiamo la mulattiera che sale lentamente in un bosco di conifere fino a che, giunti nei pressi della cappelletta votiva, che anticipa l’Alpe Fontana m. 1175 (h0,40), ci spostiamo sulla destra per raggiungere i pascoli dell’alpe dove ci soffermiamo a rimirare l’incantevole panorama che si propone alla nostra vista: la visione sulle montagne della Valle Vigezzo, della Val Grande e del Vallese è disturbata da una velatura di nubi che preannunciano tormenta sulle cime più elevate. La neve, soffice e zuccherina, ricopre con un leggero spessore i prati che, riaffiorando, rendendo difficoltoso il cammino. Procediamo, traversando sulla neve e raggiungiamo le baite di Cascinarsa m. 1372 (h0,20;1,00). Da questo agglomerato, posto in stupenda posizione a balcone sulla valle, risaliamo faticosamente il ripido pendio, superiamo l’Alpe Maiarida (0,25;1,15) e decidiamo di continuare il cammino seguendo la strada poderale che, abbondantemente ricoperta di neve, rende più agevole la nostra andatura tanto che le ciaspole restano ancora appese allo zaino. Percorriamo i numerosi tornanti, facendo attenzione a non incappare nei folletti che improvvisamente si manifestano generando cadute multiple. Dopo la lunga risalita, giungiamo nei pressi di una stupenda baita che ci annuncia l’oramai imminente raggiungimento della croce di vetta (h1,00;2,15). La neve ha raggiunto un notevole spessore per cui, per procedere, è indispensabile calzare le ciaspole; eseguita l’operazione ci dirigiamo verso la Colma di Craveggia m. 1673 (h0,15;2,30) dove sostiamo per consumare il nostro pasto. Mentre ci godiamo l’incantevole e spettacolare vista delle numerose baite che costellano la zona, veniamo raggiunti da una numerosa comitiva di ciaspolatori saliti da Toceno e diretti all’Oratorio di San Rocco. Poco dopo arriva anche Mario, il proprietario di una baita sottostante che, con la consueta cordialità della gente di montagna, ci invita molto cortesemente a bere un caffè. Approfittiamo della gentilezza riservataci e lo raggiungiamo; al caffè Mario aggiunge l’ammazza caffè e una serie di squisiti liquori uno più buono dell’altro. Al termine degli assaggi e di una piacevolissima chiacchierata, lasciamo il nuovo amico e ringraziandolo per l’ospitalità riservataci, ci ripromettiamo di ritrovarci in un prossimo futuro, magari dopo il disgelo. Imbocchiamo il sentiero che in falsopiano si indirizza verso la Piana di Vigezzo. Procediamo speditamente lungo il ben battuto percorso  e raggiungiamo la stazione di arrivo della funivia della Piana m. 1725 (h0,20;2,50) con i suoi impianti da sci e la sua bella chiesetta che conserva all’interno l’effigie della Madonna. Seguendo le indicazioni per la Colma di Toceno, iniziamo a scendere lungo il sentiero contrassegnato dalla sigla M27, che riporta la tipica colorazione bianco rossa, che ritroveremo costantemente davanti a noi per tutto il percorso. All’inizio della discesa verso Toceno, Claudio trova un trattore “ fermo con le quattro frecce ” ed in lui scatta l’irrefrenabile impulso di mettersi alla guida mentre Franco e Gian Mario sono disposti a fare da passeggeri. Resisi conto che non funziona, decidono di proseguire a piedi e, tutti insieme, discendiamo il costone che ci porta a raggiungere l’Alpe Colma di Fuori m.1588 (h0,40;3,30) dove sulla parete di una baita è raffigurata una bellissima meridiana a conferma che la Vigezzo è anche nominata come “ la valle del tempo dipinto ”. Lanciamo gli ultimi sguardi alla valle, ancora inondata dal sole, e ci infiliamo nel fitto bosco di abeti; su parecchi tronchi sono ancora ben visibili le incisioni fatte dai “ trementinari ” che, in tempi passati, esercitavo negli estesi boschi di conifere il mestiere per ricavare dagli alberi la trementina. Ancora un breve tratto sulla mulattiera e raggiungiamo la strada in prossimità del parcheggio dove avevamo lasciato l’auto e dove termina questa nostra escursione (h1,00;4,30). Ritorniamo a Craveggia dove recuperiamo la seconda auto e, salutato e ringraziato Franco, ci avviamo felici e soddisfatti verso casa.