Val Cannobina

La Cima m.1810

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:29-Febbraio-2012                                                      

 Partenza da: Passo Scopello m.965
 Dislivello totale: m. 845
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,45

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino a che, superata Santa Maria Maggiore, si raggiunge Malesco da cui si seguono le indicazioni per Finero e la Val Cannobina; si prosegue per circa 3 km. fino al Passo Scopello dove la strada scollina per scendere a Finero. Qui si lascia la macchina in uno dei pochi posti disponibili. 


Una cima generalmente funge da punto di riferimento e ad essa viene associato un nome che solitamente altro non è che l’estensione dei passi o dei pascoli montani presenti in zona. Questa che saliamo oggi non ha nome ma viene genericamente indicata come “ la Cima ”, in effetti non è una gran montagna ma un dosso dalle forme morbide e tondeggianti, collocato alla sommità della lunga dorsale che divide la Val Loana dalla valle di Finero. L’itinerario  di salita  è facile ed evidente e assicura una gita tranquilla di grande remunerazione con panorami che spaziano dalle montagne della Valgrande, al  Monte Rosa, al Leone, al trittico del Sempione, alla Val Vigezzo, fino alle lontane Grigne. Raggiunta Santa Maria Maggiore, passiamo a casa di Franco che ci riceve offrendoci un fumante caffè e poi partiamo per la Val Loana dove posizioniamo un’auto per il ritorno, poi ci spostiamo in Val Cannobina da dove prende avvio l’odierna escursione. Lasciata l’auto ed ultimati i preparativi, ripercorriamo a ritroso la strada asfaltata per una cinquantina di metri indirizzati da Flavio (www.cappef.com) che, avendo già effettuato questa escursione in altre occasioni, si incarica di condurre il gruppo. Giunti al punto da cui prende avvio lo sterrato che si stacca sulla sinistra per entrare nel bosco, ci incamminiamo lungo la gippabile, riservata esclusivamente alle attività agro silvo pastorali, ed iniziamo a risalire lungo la strada che si sviluppa nella ripida faggeta. Percorriamo il tragitto fino ad arrivare alle segnalazioni del bivio che anticipa il ponte sul torrente, da questo punto abbandoniamo la strada che sale al vicino Alpe Laurenzo e ci dirigiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Testa Durone, Orsera di Finero e Monte Oro. Continuando nel nostro cammino raggiungiamo la dorsale presso la selletta che si apre tra La Cima ed il Passo Durone. Da qui il sentiero si innalza nel bosco di faggi per pervenire alla radura su cui sorgono i malandati casolari di Orsera m. 1300 (h 0,50) e proseguendo giungiamo al culmine degli inselvatichiti pascoli dove si trovano le baite di Monte Oro m. 1415 (h 0,10;1,00). Entriamo nuovamente nel bosco e continuando a risalire il facile dosso raggiungiamo il ripiano erboso dove, in posizione aperta e dominante con la facciata rivolta verso la Val Vigezzo, si erge la luminosa Cappella del Group m. 1559 (h 0,30;1,30). Continuiamo a risalire la dorsale e le caratteristiche del percorso mutano drasticamente, la cresta diventa stretta e corre lungo ripidi pendii privi di vegetazione che percorriamo con attenzione, la mancanza di neve rende il cammino leggermente più agevole e rassicurante. Continuando a camminare alternativamente ora su di un versante ora sull’altro, risaliamo un tratto a roccette per poi scendere e giungere nella conca dell’abbandonato Alpe Pianzà (h 0,35;2,05) dove una bacheca illustra le caratteristiche della zona e indica i massi su cui si possono ancora trovare i segni della presenza dell’uomo. Lasciamo l’avvallamento e risaliamo l’ultimo ripido tratto che ci porta a raggiungere  il culmine de “ La Cima ” identificato dalla croce di vetta (h 0,25;2,30). Mentre ci soffermiamo sulla sommità per ammirare il grandioso panorama a 360° e per scattare la foto ricordo, Flavio e Carlo decidono di salire fino alla vicina Testa del Mater e, nel volgere di breve tempo con l’ausilio del teleobiettivo, li ritraiamo sulla cima da cui scendono con la stessa velocità con cui sono saliti ed in breve sono di nuovo con noi che nel frattempo ci siamo crogiolati al sole di questa caldissima giornata. Terminato di osservare tutto quanto ci circonda, iniziamo a scendere  lungo il sentiero che, entrando in un bel lariceto in cui sono ancora presenti abbondanti tratti innevati, ci convince a calzare le ciaspole per non sprofondare nella neve resa molliccia dall’alta temperatura della giornata. Raggiungiamo Il serbatoio idrico che ci annuncia l’arrivo all’Alpe Cortino m. 1477 (h0,30;3,00) con le sue baite ristrutturate ed il grazioso ed ordinato Rifugio Nigritella. Visitiamo l’alpeggio e la sua bellissima cappelletta, costruita nel 1987 a spese degli alpigiani, al cui interno è custodito il dipinto, raffigurante la Madonna di Re, recuperato dai ruderi di una vecchia baita ed ottenuto in donazione. Lasciamo l’alpe e ci incamminiamo in discesa lungo la strada consortile che entra in un bel bosco di faggi per sbucare sulla strada della Val Loana (h0,45;3,45). Recuperata l’auto posizionata in loco al mattino, risaliamo al Passo Scopello, dove è posta una targa a ricordo del ciclista Marco Pantani  e, recuperata la seconda auto, ci rechiamo a casa di Franco e Teresa dove, con un graditissimo rinfresco, concludiamo in bellezza questa stupenda giornata.