Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Masera-Valle Vigezzo. Risalire la SS 337 sino a che,
superata Santa Maria Maggiore, si raggiunge Malesco da
cui si seguono le indicazioni per Finero e la Val
Cannobina; si prosegue per circa 3 km. fino al Passo
Scopello dove la strada scollina per scendere a Finero.
Qui si lascia la macchina in uno dei pochi posti
disponibili.

Una cima generalmente funge da punto di riferimento e ad
essa viene associato un nome che solitamente altro non è
che l’estensione dei passi o dei pascoli montani
presenti in zona. Questa che saliamo oggi non ha nome ma
viene genericamente indicata come
“ la Cima ”, in effetti non è una gran montagna
ma un dosso dalle forme morbide e tondeggianti,
collocato alla sommità della lunga dorsale che divide la
Val Loana dalla valle di Finero. L’itinerario di
salita è facile ed evidente e assicura una gita
tranquilla di grande remunerazione con panorami che
spaziano dalle montagne della Valgrande, al
Monte Rosa, al Leone, al
trittico del Sempione, alla
Val
Vigezzo, fino alle lontane Grigne. Raggiunta
Santa Maria Maggiore, passiamo a casa di Franco che ci
riceve offrendoci un fumante caffè e poi partiamo per la
Val Loana dove posizioniamo un’auto per il ritorno, poi
ci spostiamo in Val Cannobina da dove prende avvio
l’odierna escursione. Lasciata l’auto ed ultimati i
preparativi, ripercorriamo a ritroso la strada asfaltata
per una cinquantina di metri indirizzati da Flavio
(www.cappef.com)
che, avendo già effettuato questa escursione in
altre occasioni, si incarica di condurre il gruppo.
Giunti al
punto da cui prende
avvio lo sterrato che si stacca sulla sinistra
per entrare nel bosco, ci incamminiamo lungo la
gippabile, riservata esclusivamente alle attività agro
silvo pastorali, ed iniziamo a risalire lungo la strada
che si sviluppa nella
ripida
faggeta. Percorriamo il tragitto fino ad arrivare
alle segnalazioni del bivio che anticipa il ponte sul
torrente, da questo punto abbandoniamo la strada che
sale al vicino Alpe Laurenzo e ci dirigiamo a sinistra
seguendo le
indicazioni per Testa
Durone, Orsera di Finero e Monte Oro. Continuando
nel nostro cammino raggiungiamo la dorsale presso la
selletta che si apre tra La Cima ed il Passo Durone. Da
qui il sentiero si innalza nel bosco di faggi per
pervenire alla radura su cui sorgono
i
malandati casolari di Orsera m. 1300 (h 0,50)
e proseguendo giungiamo al culmine degli inselvatichiti
pascoli dove si trovano le
baite
di Monte Oro m. 1415 (h 0,10;1,00).
Entriamo nuovamente nel bosco e continuando a risalire
il facile dosso raggiungiamo il ripiano erboso dove, in
posizione aperta e dominante con la facciata rivolta
verso la Val Vigezzo, si erge la luminosa
Cappella del Group m. 1559
(h 0,30;1,30). Continuiamo a risalire la dorsale
e le caratteristiche del percorso mutano drasticamente,
la cresta diventa stretta e
corre lungo ripidi pendii privi di vegetazione che
percorriamo con attenzione, la mancanza di neve rende il
cammino leggermente più agevole e rassicurante.
Continuando a camminare alternativamente ora su di un
versante ora sull’altro, risaliamo un
tratto a roccette per poi
scendere e giungere nella conca dell’abbandonato Alpe
Pianzà (h 0,35;2,05) dove una
bacheca illustra le
caratteristiche della zona e indica i massi su cui si
possono ancora trovare i
segni
della presenza dell’uomo. Lasciamo l’avvallamento
e risaliamo l’ultimo ripido tratto che ci porta a
raggiungere il culmine de “ La Cima ” identificato
dalla
croce di vetta (h
0,25;2,30). Mentre ci soffermiamo sulla sommità
per ammirare il grandioso panorama a 360° e per scattare
la
foto ricordo, Flavio e
Carlo decidono di salire fino alla vicina Testa del
Mater e, nel volgere di breve tempo con l’ausilio del
teleobiettivo,
li ritraiamo sulla
cima da cui scendono con la stessa velocità con
cui sono saliti ed in breve sono
di nuovo con noi che nel frattempo ci siamo
crogiolati al sole di questa caldissima giornata.
Terminato di osservare tutto quanto ci circonda,
iniziamo a scendere lungo il sentiero che,
entrando in un bel lariceto in cui sono ancora presenti
abbondanti tratti innevati, ci convince a calzare le
ciaspole per non sprofondare nella neve resa molliccia
dall’alta temperatura della giornata. Raggiungiamo Il
serbatoio idrico che ci annuncia l’arrivo all’Alpe
Cortino m. 1477 (h0,30;3,00) con le sue
baite ristrutturate ed il grazioso ed ordinato
Rifugio Nigritella.
Visitiamo l’alpeggio e la sua
bellissima cappelletta, costruita nel 1987 a
spese degli alpigiani, al cui interno è custodito
il dipinto, raffigurante la Madonna di Re,
recuperato dai ruderi di una vecchia baita ed ottenuto
in donazione. Lasciamo l’alpe e ci incamminiamo in
discesa lungo la strada consortile che entra in un bel
bosco di faggi per sbucare sulla strada della Val Loana
(h0,45;3,45). Recuperata l’auto posizionata in
loco al mattino, risaliamo al Passo Scopello, dove è
posta una
targa a ricordo del
ciclista Marco Pantani e, recuperata la
seconda auto, ci rechiamo
a casa
di Franco e Teresa dove, con un graditissimo
rinfresco, concludiamo in bellezza questa stupenda
giornata.
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