Come arrivarci:
Autostrada per San Gottardo,uscita a Biasca, si segue la
strada per passo Lucomagno , giunti ad Olivone prendere
la deviazione sulla destra per Campo Blenio. In inverno
parcheggio lati strada oppure in paese, dopo un ponte si
trova un ampio parcheggio.

Nel periodo natalizio abbiamo riposto scarponi e zaini,
per lasciare spazio a chi in montagna ci può andare solo
durante le vacanze, attendendo l’arrivo dell’Epifania
che tutte le feste se le porta via. Giunti al termine
dei festeggiamenti, riprese le normali attività, siamo
desiderosi di tornare a muovere le gambe ed eccoci a
compiere la prima escursione dell’anno 2012. Per
iniziare alla grande decidiamo di fare una ciaspolata e,
visto che la neve quest’anno sembra restia ad imbiancare
le nostre alture, pensiamo di andarcela a cercare e per
essere sicuri di trovarla ci rechiamo in Svizzera. Per
farci venire qualche idea consultiamo il sito Hikr dove
troviamo una recente relazione della salita fatta da
Gabriele e soci
http://www.hikr.org/tour/post45171.html
che ci assicura che la neve c’è ed è anche
abbondante ed inoltre ci comunica che la Capanna
Bovarina è decisamente un ambiente molto
confortevole e merita una visita. Aiutati da queste
informazioni, raggiungiamo Campo Blenio e, lasciata
l’auto nel centro del grazioso paesino, partiamo decisi
incamminandoci lungo quella che in estate è la strada
carrozzabile che permette di arrivare in auto sino
all’Alpe Predasca. Percorsi pochi passi, un cartello ci
indica il
percorso per racchette da neve, mentre
discutiamo sul da farsi, Flavio
www.cappef.com,
rompe gli indugi e si mette in testa al gruppo
seguendo il sentiero segnalato che, in ripida salita si
immette in un bosco di abeti. L’abbondante neve caduta
al suolo nel fine settima non si è compattata per cui
procediamo a rilento battendo la traccia sino ad
arrivare a
Risareta m. 1393 (h0,35) che superiamo
per arrivare poco dopo a superare il
ponte sul Fiume d’Orsaira dove la neve ha
creato
effimere sculture. Seguendo i
simpatici segnavie che ci indicano il
percorso da seguire, sbuchiamo sulla strada battuta
dalle motoslitte, superiamo
l’agglomerato di Orsàira (h0,40;1,15) e
ci ritroviamo a superare di nuovo il Rio d’Orsaira.
Oltrepassato il ponticello il sentiero si impenna
letteralmente e, percorso un bel bosco di larici,
perveniamo alle belle baite di
Ronco di Gualdo m. 1573 (h0,45;1,50).
Il percorso si fa ulteriormente più ripido e ci
troviamo a dover superare un ponticello che gli amici
superano con indifferenza mentre io resto perplesso sul
da farsi. Ad evitare spiacevoli inconvenienti, e
ricordandomi di qualche peccatuccio da scontare, decido
di superarlo assumendo la plastica
“ posa del penitente” inoltre, visto che si
tratta di neve e non di ceci, mi inginocchio e supero il
ponte (h0,10;2,00). Pensando di aver superato il
punto più critico, iniziamo a risalire l’ultimo tratto
di percorso che invece sale decisamente e non concede
respiro per tutti gli ultimi 300 metri che ci separano
dalla capanna. Gli amici innestano il turbo e, seppure
fuori stagione, mi “ seminano ” per strada; non mi
lascio scoraggiare e procedo in compagnia della
mia sagoma che mi segue come un’ombra, e
rimuginando nei miei pensieri mi chiedo quanti mai
fossero i miei peccati, in ogni caso in questo tratto li
ho scontati tutti. Ma alla fine ecco che mi appare la
solitaria baita dell’Alpe Bovarina che
annuncia l’oramai imminente arrivo alla Capanna. Risalgo
l’ultimo strappo ed ecco che ai miei occhi appare
l’imponente struttura della
Capanna Bovarina (h1,00;3,00). Gli
amici sono arrivati già da un pezzo e mi accolgono
calorosamente prendendomi a palle, per fortuna di neve,
tolti gli scarponi li raggiungo nel refettorio dove
ci
mettiamo a pranzare, gustandoci il panorama
che si vede dagli ampi finestroni arricchiti da
numerose vetrofanie applicate ad impedire che
i volatili vi sbattano contro. Dalla Capanna si ha
un
bel panorama verso la
diga del Lago di Luzzone, sul Pizzo Pianca,
sull’imponente e bellissimo Sosto e a seguire il Piz
Terri, il Torrone di Nav, Punta di Val Scaradra,
Grauhorn ed il Reinwaldhorn. Terminato il lauto
pranzo, scattiamo la rituale
foto ricordo e visitiamo i restanti locali:
la struttura, composta da 4
camere, 2 ampi refettori,
servizi igienici con docce, cucina moderna,
asciugatoio e locale per il custode è una
capanna alpina di proprietà della UTOE ( Unione Ticinese
Operai Escursionisti ) costituitasi nel 1919 con lo
scopo di propagandare e stimolare il contatto con la
natura attraverso l’esperienza della gita in comune
intravedendo nell’escursionismo il modo per uscire dal
grigiore del lavoro quotidiano e dall’ozio dei giorni
festivi trascorsi a bere nei ritrovi pubblici da qui il
motto: “ per il monte contro l’alcol ”. La Capanna
Bovarina, fù inaugurata il 10 Ottobre 1971 e nel 1998
venne quasi completamente demolita per risorgere,
modernamente ristrutturata nel 1998. Prima di lasciare
la capanna,
Flavio e Nick si armano di palotti e
liberano l’entrata dalla abbondante quantità
di neve che ne ostacolava l’ingresso. Soddisfatti per il
bel lavoro, iniziamo a scendere lungo lo stesso percorso
seguito in salita. Ritornati a Orsàira, anziché
ritornare sul percorso fatto in salita, continuiamo la
discesa seguendo la strada che ci riporta in paese dove
termina questa bellissima giornata che ci ha dato modo
di visitare una capanna stupenda che, volutamente
viene lasciata aperta per essere al servizio di chi la
raggiunge.
I
nostri complimenti alla UTOE per lo splendido lavoro.
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