Valle di Blenio

 Capanna Bovarina m. 1870

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:11-Gennaio-2012                                                      

 Partenza da: Campo Blenio m. 1216
 Dislivello totale: m. 693
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,30

Come arrivarci: Autostrada per San Gottardo,uscita a Biasca, si segue la strada per passo Lucomagno , giunti ad Olivone prendere la deviazione sulla destra per Campo Blenio. In inverno parcheggio lati strada oppure in paese, dopo un ponte si trova un ampio parcheggio.

Nel periodo natalizio abbiamo riposto scarponi e zaini, per lasciare spazio a chi in montagna ci può andare solo durante le vacanze, attendendo l’arrivo dell’Epifania che tutte le feste se le porta via. Giunti al termine dei festeggiamenti, riprese le normali attività, siamo desiderosi di tornare a muovere le gambe ed eccoci a compiere la prima escursione dell’anno 2012. Per iniziare alla grande decidiamo di fare una ciaspolata e, visto che la neve quest’anno sembra restia ad imbiancare le nostre alture, pensiamo di andarcela a cercare e per essere sicuri di trovarla ci rechiamo in Svizzera. Per farci venire qualche idea consultiamo il sito Hikr dove troviamo una recente relazione della salita fatta da Gabriele e soci http://www.hikr.org/tour/post45171.html che ci assicura che la neve c’è ed è anche abbondante ed inoltre ci comunica che la Capanna Bovarina è decisamente un  ambiente molto confortevole e merita una visita. Aiutati da queste informazioni, raggiungiamo Campo Blenio e, lasciata l’auto nel centro del grazioso paesino, partiamo decisi incamminandoci lungo quella che in estate è la strada carrozzabile che permette di arrivare in auto sino all’Alpe Predasca. Percorsi pochi passi, un cartello ci indica il percorso per racchette da neve, mentre discutiamo sul da farsi, Flavio www.cappef.com, rompe gli indugi e si mette in testa al gruppo seguendo il sentiero segnalato che, in ripida salita si immette in un bosco di abeti. L’abbondante neve caduta al suolo nel fine settima non si è compattata per cui procediamo a rilento battendo la traccia sino ad arrivare a Risareta m. 1393 (h0,35) che superiamo per arrivare poco dopo a superare il ponte sul Fiume d’Orsaira dove la neve ha creato effimere sculture. Seguendo i simpatici segnavie che ci indicano il percorso da seguire, sbuchiamo sulla strada battuta dalle motoslitte, superiamo l’agglomerato di Orsàira (h0,40;1,15) e ci ritroviamo a superare di nuovo il Rio d’Orsaira. Oltrepassato il ponticello il sentiero si impenna letteralmente e, percorso un bel bosco di larici, perveniamo alle belle baite di Ronco di Gualdo m. 1573 (h0,45;1,50). Il percorso si fa ulteriormente più ripido e ci  troviamo a dover superare un ponticello che gli amici superano con indifferenza mentre io resto perplesso sul da farsi. Ad evitare spiacevoli inconvenienti, e ricordandomi di qualche peccatuccio da scontare, decido di superarlo assumendo la plastica “ posa del penitente” inoltre, visto che si tratta di neve e non di ceci, mi inginocchio e supero il ponte (h0,10;2,00). Pensando di aver superato il punto più critico, iniziamo a risalire l’ultimo tratto di percorso che invece sale decisamente e non concede respiro per tutti gli ultimi 300 metri che ci separano dalla capanna. Gli amici innestano il turbo e, seppure fuori stagione, mi “ seminano ” per strada; non mi lascio scoraggiare e procedo in compagnia della mia sagoma che mi segue come un’ombra, e rimuginando nei miei pensieri mi chiedo quanti mai fossero i miei peccati, in ogni caso in questo tratto li ho scontati tutti. Ma alla fine ecco che mi appare la solitaria baita dell’Alpe Bovarina che annuncia l’oramai imminente arrivo alla Capanna. Risalgo l’ultimo strappo ed ecco che ai miei occhi appare l’imponente struttura della Capanna Bovarina (h1,00;3,00). Gli amici sono arrivati già da un pezzo e mi accolgono calorosamente prendendomi a palle, per fortuna di neve, tolti gli scarponi li raggiungo nel refettorio dove ci mettiamo a pranzare, gustandoci il panorama che si vede dagli ampi finestroni arricchiti da numerose vetrofanie applicate ad impedire che i  volatili vi sbattano contro. Dalla Capanna si ha un bel panorama verso la diga del Lago di Luzzone, sul Pizzo Pianca, sull’imponente e bellissimo Sosto e a seguire il Piz Terri, il Torrone di Nav, Punta di Val Scaradra, Grauhorn ed il Reinwaldhorn.  Terminato il lauto pranzo, scattiamo la rituale foto ricordo e visitiamo i restanti locali: la struttura, composta da 4 camere, 2 ampi refettori, servizi igienici con docce, cucina moderna, asciugatoio e locale per il custode è una capanna alpina di proprietà della UTOE ( Unione Ticinese Operai Escursionisti ) costituitasi nel 1919 con lo scopo di propagandare e stimolare il contatto con la natura attraverso l’esperienza della gita in comune intravedendo nell’escursionismo il modo per uscire dal grigiore del lavoro quotidiano e dall’ozio dei giorni festivi trascorsi a bere nei ritrovi pubblici da qui il motto: “ per il monte contro l’alcol ”. La Capanna Bovarina, fù inaugurata il 10 Ottobre 1971 e nel 1998 venne quasi completamente demolita per risorgere, modernamente ristrutturata nel 1998. Prima di lasciare la capanna, Flavio e Nick si armano di palotti e liberano l’entrata dalla abbondante quantità di neve che ne ostacolava l’ingresso. Soddisfatti per il bel lavoro, iniziamo a scendere lungo lo stesso percorso seguito in salita. Ritornati a Orsàira, anziché ritornare sul percorso fatto in salita, continuiamo la discesa seguendo la strada che ci riporta in paese dove termina questa bellissima giornata che ci ha dato modo di visitare una capanna  stupenda che, volutamente viene lasciata aperta per essere al servizio di chi la raggiunge.

I nostri complimenti alla UTOE per lo splendido lavoro.