Valle Antrona

“ Autani di San Jacam 2012

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:22-Luglio-2012                                                      

 Partenza da: Seppiana m.545
 Dislivello totale: m.1164
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 5,30

Come arrivarci: Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di Villadossola. Usciti dalla statale, si seguono le indicazioni per la Valle Antrona. Ci si immette sulla provinciale di fondovalle che si risale sino a raggiungere Seppiana.

Ogni anno, in occasione della  festa di San Giacomo, si tiene in Valle Antrona “ l'Autani di San Jacam ”, l’antica processione che all’alba prende il via dalla Cappella di San Marco e dopo aver oltrepassato i diversi alpeggi presenti sulle pendici del Monte Castello, si conclude al tramonto ritornando al punto da cui ha preso avvio. L’Autani è una manifestazione religiosa che si tramanda da secoli in ricordo delle lotte sostenute nel passato dal paese contro Villadossola per il possesso dell’Alpe San Giacomo. Le Autani sono le preghiere formate da un seguito di brevi invocazioni in onore di Dio, della Vergine e dei Santi, recitate  in maniera ripetitiva e cadenzata cantate nel corso della cerimonia. Io ed il mio inseparabile socio, alle ore 5,00  siamo a Seppiana e ci uniamo agli altri partecipanti alla manifestazione che prende avvio alle prime luci dell’alba. Lasciamo la cappella e ci incamminiamo lungo la strada che, percorsi poche decine di metri, si trasforma in una bellissima scalinata che scende a raggiungere il ponte sul Torrente Ovesca. In prossimità della cappella posta oltre il ponte, prende avvio il sentiero che, volgendo a destra, risale il bosco in direzione del dosso su cui sorgono le casere di Cascine di Sotto. Tutti ordinatamente in fila indiana, continuiamo nella boschina e poco dopo raggiungiamo i prati dell’Alpe Zii m. 930 (h1,10). Presso la cappella si effettua una sosta e gli alpigiani accolgono i partecipanti alla processione offrendo bevande calde e generi di conforto. Terminato il ristoro, sempre guidati da Bruno, continuiamo il nostro percorso. Valicate diverse vallette, risaliamo in un bosco misto e raggiungiamo prima la Croce di Pra d’Ovigo e successivamente la radura di Pianzone su cui si erge un’altra croce (h0,40;1,50). Dopo una breve sosta, riprendiamo la salita che ora si fa veramente ripida e il sentiero sale deciso per arrivare alla Croce del Laghetto della Colma m. 1509 (h0,45;2,35) posta sulla dorsale che delimita la separazione fra la Valle Anzasca e la Valle Antrona. Durante il cammino  le litanie dei valligiani si diffondono per tutta la montagna suscitando vive emozioni che ci rendono consapevoli di essere ospiti di una comunità che tenacemente conserva  un’antica tradizione di carattere religioso. La giornata stupenda ci permette di ammirare il favoloso panorama che si gode da questo privilegiato punto di osservazione, i paesi che costellano le due valli contigue, sembra quasi che si possano toccare con mano. Dopo una lunga sosta lasciamo questo meraviglioso osservatorio e riprendiamo il cammino, aperto per questo secondo tratto, dal piccolo Enrico che porta la croce, e noi interpretiamo, in  questo alternarsi, il simbolico passaggio del testimone alla nuova generazione. Percorrendo il tratto in cresta, mentre Geo scandisce i canti religiosi, la vista spazia sino a raggiungere il lontano Lago Maggiore e il più vicino Alpe Drocala, poi il sentiero raggiunge la spianata di Piazza Taula con la croce ed il suo rudimentale altare. Lasciamo il piccolo piazzale e dopo un breve tratto ancora quasi pianeggiante, il sentiero scende deciso nel bosco di faggi e raggiunge l’Alpe San Giacomo (h1,10;3,45) dove sorgono: l’omonima Cappella e il rifugio Rondolini del CAI di Villadossola i cui soci, saliti da Villa, ci accolgono offrendoci bevande calde, aperitivo e una favolosa pastasciutta. Nel pomeriggio arriva don Gaudenzio che celebra la Santa Messa a cui fa seguito la processione con la statua del santo portata dagli uomini di Seppiana. A conclusione della celebrazione, in occasione del compimento del suo ottantesimo anno di età, vengono consegnate a Franco, che per più di 30 anni è stato il fabbriciere del piccolo oratorio: la conchiglia, la Compostela e il bastone del pellegrino. A ricordo di quanto lega il luogo a Finisterra su di un cippo è posta la conchiglia del Cammino di Compostela e la distanza che lo separa da esso. In attesa di iniziare il percorso di ritorno la festa continua ed i canti che ora si intonano non hanno più nulla a che vedere con la liturgia. Io e Claudio, vista la strada che ancora abbiamo da percorre, ci congediamo dalla simpatica compagnia e iniziamo a scendere lungo il ripido prato che anticipa la radura dell’Alpe Bandana, da qui percorriamo a sinistra la lunga diagonale che a tratti ci offre begli scorci panoramici sul Piano Ossolano. Percorso un lungo tratto il sentiero entra in un fitto bosco di conifere e, molto ripido, raggiunge l’Alpe Mandariola Sopra m. 934 (h 0,40;4,25) e di Sotto. Continuiamo nella discesa che, senza concederci un attimo di tregua, scende transitando per il Baitone e Avarda a  raggiungere l’Alpe Crotto m. 543 (h0,35;5,00). Siamo oramai in vista di Seppiana che ci appare, come un miraggio, dall’altro lato della valle ma per raggiungerla dobbiamo prima scendere al torrente che attraversiamo su di un bel ponte e risalire la ancora ben conservata mulattiera che porta a raggiungere la strada al centro di Seppiana (h0,30;5,30), ancora pochi metri ci separano dal bel lavatoio in cui ci rinfreschiamo dopo le fatiche della giornata. Soddisfatti per aver partecipato ad una manifestazione che fa parte della storia della Valle Antrona, mentre ritorniamo verso casa già elaboriamo le future uscite.