Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino
a Gravellona Toce, proseguire sulla S.S. 33 del
Sempione sino all’uscita di Villadossola. Usciti dalla
statale, si seguono le indicazioni per la Valle Antrona.
Ci si immette sulla provinciale di fondovalle che si
risale sino a raggiungere
Seppiana.
Ogni anno, in occasione della festa di San
Giacomo, si tiene in Valle Antrona “ l'Autani di San
Jacam ”, l’antica processione che all’alba prende il via
dalla
Cappella di San Marco
e dopo aver oltrepassato i diversi alpeggi presenti
sulle pendici del Monte Castello, si conclude al
tramonto ritornando al punto da cui ha preso avvio. L’Autani
è una manifestazione religiosa che si tramanda da secoli
in ricordo delle lotte sostenute nel passato dal paese
contro Villadossola per il possesso dell’Alpe San
Giacomo. Le Autani sono le preghiere formate da un
seguito di brevi invocazioni in onore di Dio, della
Vergine e dei Santi, recitate in maniera
ripetitiva e cadenzata cantate nel corso della
cerimonia. Io ed il mio inseparabile socio, alle ore
5,00 siamo a Seppiana e ci uniamo agli altri
partecipanti alla manifestazione che prende avvio alle
prime luci dell’alba. Lasciamo la cappella e ci
incamminiamo lungo la strada che, percorsi poche decine
di metri, si trasforma in una bellissima scalinata che
scende a raggiungere il
ponte sul
Torrente Ovesca. In prossimità della cappella
posta oltre il ponte, prende avvio il sentiero che,
volgendo a destra, risale il bosco in direzione del
dosso su cui sorgono le casere di
Cascine di Sotto. Tutti ordinatamente in fila
indiana, continuiamo nella boschina e poco dopo
raggiungiamo i
prati dell’Alpe Zii
m. 930 (h1,10). Presso la cappella si
effettua una sosta e gli alpigiani accolgono i
partecipanti alla processione offrendo bevande calde e
generi di conforto. Terminato il ristoro, sempre
guidati da Bruno,
continuiamo il nostro percorso. Valicate diverse
vallette, risaliamo in un bosco misto e raggiungiamo
prima la Croce di Pra d’Ovigo e successivamente la
radura di Pianzone su cui
si erge un’altra croce (h0,40;1,50). Dopo una
breve sosta, riprendiamo la salita che ora si fa
veramente ripida e il sentiero sale deciso per arrivare
alla
Croce del Laghetto della
Colma m. 1509 (h0,45;2,35) posta sulla
dorsale che delimita la separazione fra la
Valle Anzasca e la
Valle Antrona. Durante il
cammino le
litanie dei valligiani si diffondono per
tutta la montagna suscitando vive emozioni che ci
rendono consapevoli di essere ospiti di una comunità che
tenacemente conserva un’antica tradizione di
carattere religioso. La giornata stupenda ci permette di
ammirare
il favoloso panorama
che si gode da questo privilegiato punto di
osservazione, i paesi che costellano le due valli
contigue, sembra quasi che si possano toccare con mano.
Dopo una lunga sosta lasciamo questo meraviglioso
osservatorio e riprendiamo il cammino, aperto per questo
secondo tratto, dal
piccolo Enrico
che porta la croce, e noi interpretiamo, in
questo alternarsi, il simbolico passaggio del testimone
alla nuova generazione. Percorrendo il tratto in cresta,
mentre
Geo scandisce i canti
religiosi, la vista spazia sino a raggiungere
il lontano Lago Maggiore e
il più vicino
Alpe Drocala,
poi il sentiero raggiunge la
spianata di Piazza Taula con la croce ed il suo
rudimentale altare. Lasciamo il piccolo piazzale e dopo
un breve tratto ancora quasi pianeggiante, il sentiero
scende deciso nel bosco di faggi e raggiunge
l’Alpe San Giacomo (h1,10;3,45) dove
sorgono: l’omonima Cappella e il rifugio Rondolini del
CAI di Villadossola i cui soci, saliti da Villa, ci
accolgono offrendoci bevande calde, aperitivo e una
favolosa pastasciutta. Nel
pomeriggio arriva
don Gaudenzio
che celebra la Santa Messa a cui fa seguito
la processione con la statua del
santo portata dagli uomini di Seppiana. A
conclusione della celebrazione, in occasione del
compimento del suo ottantesimo anno di età, vengono
consegnate a Franco, che per più di 30 anni è stato il
fabbriciere del piccolo oratorio:
la conchiglia, la Compostela e il bastone del pellegrino.
A ricordo di quanto lega il luogo a Finisterra su di un
cippo è posta la conchiglia
del Cammino di Compostela e la distanza che lo separa da
esso. In attesa di iniziare il percorso di ritorno la
festa continua ed i canti che ora si intonano non hanno
più nulla a che vedere con la liturgia. Io e Claudio,
vista la strada che ancora abbiamo da percorre, ci
congediamo dalla simpatica compagnia e iniziamo a
scendere lungo
il ripido prato che
anticipa la radura dell’Alpe Bandana, da qui
percorriamo a sinistra la lunga diagonale che a tratti
ci offre
begli scorci panoramici
sul Piano Ossolano. Percorso un lungo tratto il
sentiero entra in un fitto bosco di conifere e, molto
ripido, raggiunge l’Alpe
Mandariola Sopra m. 934 (h 0,40;4,25) e di
Sotto. Continuiamo nella discesa che, senza concederci
un attimo di tregua, scende transitando per il Baitone e
Avarda a raggiungere l’Alpe
Crotto m. 543 (h0,35;5,00). Siamo oramai
in vista di Seppiana che ci appare, come un miraggio,
dall’altro lato della valle ma per raggiungerla dobbiamo
prima scendere al torrente che attraversiamo su di un
bel ponte e risalire la ancora ben conservata mulattiera
che porta a raggiungere la strada al centro di Seppiana
(h0,30;5,30), ancora pochi metri ci separano dal
bel lavatoio in cui ci rinfreschiamo dopo le fatiche
della giornata. Soddisfatti per aver partecipato ad una
manifestazione che fa parte della storia della Valle
Antrona, mentre ritorniamo verso casa già elaboriamo le
future uscite.
 |