Come
arrivarci:
Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire
seguendo la statale del Sempione , sino all’uscita per
Villadossola. Usciti dalla statale, si svolta a
sinistra, si percorre tutta la provinciale di fondovalle
e in km. 16 si raggiunge Antrona. Da qui si percorre la
strada asfaltata che in 8 km porta a Cheggio.
All’ingresso del paese si trova il Rifugio Città di
Novara, poco dopo, si trova una piccola area di
parcheggio da cui parte il nostro itinerario.
Per
questa lunga escursione, ci uniamo agli amici del CAI di
Villadossola che hanno organizzato:
“ l’incontro delle genti ″ la tradizionale
processione della Valle Antrona che partendo da Cheggio,
raggiunge il Passo del Fornalino per poi scendere in Val
Bognanco e arrivare a San Lorenzo. La manifestazione si
svolge ogni due anni allo scopo di perpetuare l’antico
tradizionale incontro fra le popolazioni delle due valli
accomunate dallo stesso patrono San lorenzo. Sembra
infatti che dei pastori di Bognanco, valicando il passo
del Fornalino, arrivarono ad insediarsi per primi
stabilmente ad Antrona dove sorgeva la vecchia chiesa
dedicata a San Lorenzo, loro stesso patrono. Per onorare
il santo e rinsaldare i legami di amicizia fra le
popolazioni delle due valli, nacque l’usanza di recarsi
in processione da Bognanco ad Antrona
alternativamente per ricambiare la visita di cortesia.
Come da programma, ci ritroviamo alle ore 7,00 nella
piazza di Antrona dove incontriamo gli amici del CAI che
provvedono ad organizzare la logistica in modo da
raggiungere Cheggio con il minor numero di auto
possibile. Alle ore 7,30 siamo sul pendio su cui sorgono
le costruzioni dell’Alpe Cheggio che ci accoglie
con la sua bella chiesetta dedicata a S. Bernardo da
Mentone, protettore degli alpigiani e degli alpinisti ed
un tempo, luogo di sosta dei pellegrini diretti a S.
Lorenzo di Bognanco. Lasciata l’auto incontriamo
Manuela, fino a questo momento amica
virtuale, e dopo i convenevoli di rito ci incamminiamo
in direzione del centro del vallone, transitiamo dalla
solitaria baita dell’alpe Meri Inferiore, in dialetto “
Crip di Nis” m. 1630 e continuiamo in direzione del
grande masso su cui sorge una croce metallica.
Continuando a risalire il ripido pendio, procediamo
lungo il percorso che in linea di massima si svolge al
centro dell’ampio e ripido fornale e raggiungiamo
l’Alpe Meri Superiore m. 1851, miseramente in
avanzato stato di decadenza, lo superiamo e, tenendoci
sempre al centro della valle, saliamo fino a
poco sotto il passo dove il sentiero entra in
una pietraia, in parte ancora ricoperta di neve, e
percorriamo l’ultimo ripido tratto del tracciato che ci
permette di raggiungere il valico m. 2345 (h2,00)
dove ci aspettano gli
amici di Bognanco saliti da Pizzanco. Il
panorama che si gode da questo punto privilegiato è
semplicemente eccezionale, la valle Loranco si mostra in
tutta la sua bellezza con al centro il bacino “Alpe dei
Cavalli” (secondo la leggenda locale il toponimo deriva
dal fatto che, in tempi lontani, l’alpe si popolava di
cavalli che venivano portati all’alpe per ottenere il
massimo rendimento dal rigoglioso pascolo...non
esistevano ancora gli anabolizzanti!). Il lago si è
formato costruendo, nel punto in cui il torrente aveva
inciso profondamente il cordone morenico che in
precedenza formava un argine naturale, la diga in
muratura. La vista sul Bacino dei Cavalli, a cui fanno
da sfondo il Pizzo Andolla e la Weissmies, è
semplicemente mozzafiato, siamo di fronte ad un
panorama a 360° e siamo tutti intenti a non
perdere la benché minima inquadratura, da un lato le
stupende montagne che chiudono la valle, dall’altro la
sottostante Val Bognanco con tutti i suoi centri
abitati, in lontananza il Monte Rosa, e tutto intorno
una infinita corona di monti. Al passo avviene
l’incontro, che si ripete da ben 800 anni, con la
“ Gente di Bognanco ” e il Corpo Musicale allieta
l’incontro eseguendo alcuni brani del loro repertorio
bandistico. Dopo il consueto scambio dei saluti tutti
insieme
ci incamminiamo lungo il sentiero che, per
evitare i pericoli del residuo nevaio che ricopre il
centro del vallone, si dipana nell’estesa pietraia e
scende sul versante di Bognanco. Superata
la base della consistente discarica di blocchi,
raggiungiamo la verdeggiante conca erbosa su cui si
ergono
le baite dell’Alpe Fornalino m. 2030 (h0,45;2,45)
e
il bivacco intitolato ad Ambrogio Fogar. Dopo
una breve sosta, la foto di gruppo ed una
cantatina, riprendiamo il cammino che ci
porta a percorrere un
lungo tratto a mezzacosta per poi calare
ripidamente nel fitto bosco fino a raggiungere le
baite dell’Alpe Pezza Lunga m. 1174 (h1.15;4,00)
dove sostiamo per consumare un veloce spuntino.
Ricaricati gli zaini, si parte per compiere l’ultimo
tratto di discesa che: superata la presa idroelettrica,
dopo ben 1300 metri di dislivello, raggiunge
la bella forra del Torrente Bogna che si
supera traversando sul ponte. Il sentiero prosegue e,
risalito il versante opposto, perveniamo a Pizzanco dove
letteralmente viene preso d’assalto il fontanone con la
sua freschissima acqua. Placata la grande calura, ci
incamminiamo per un breve tratto sulla strada asfaltata
fino a che, sulla sinistra, incontriamo la deviazione
che ci porta a compiere l’ultimo tratto di salita della
giornata e giungiamo a Granica dove veniamo accolti
dagli applausi dei residenti e dal
saluto delle Donne in costume bognanchese che
ci intrattengono con un graditissimo rinfresco a base di
pasticcini e bevande varie. Al termine della usuale
cantata, procediamo per compiere l’ultimo tratto del
percorso che ci porta a raggiungere la
chiesa parrocchiale di San Lorenzo di Bognanco
dove alle ore 16,30 è in programma la Santa Messa. Il
nostro ingresso in paese è accolto dalla
banda del Corpo Musicale Santa Cecilia, al
gran completo, che ci delizia con ulteriori brani del
loro vasto repertorio. Terminata la funzione religiosa
ci spostiamo tutti presso
il centro polifunzionale “ Guido Prada ” dove
assistiamo alla proiezioni di alcune bellissime
diapositive, a cura del fotografo Roberto Bianchetti, ed
alla presentazione degli opuscoli che descrivono gli
itinerari per scoprire le bellezze delle due valli
percorse. Segue un ricco e generoso
“ saluto ” enogastronomico
che la Proloco di Bognanco ha generosamente offerto ai
numerosi intervenuti alla suggestiva processione:
alle donne in costume e allo chef Lino vanno
i nostri ringraziamenti oltre ai complimenti per
l’ottimo menù e l’impeccabile servizio. Come in tutti i
momenti conviviali,
nei minuti di attesa, si fanno nuove
conoscenze e nel nostro caso abbiamo così avuto
l’opportunità di conoscere
Laura e Claudio Simona, il simpatico e
cordiale Sindaco di Antrona, la neo patentata
accompagnatrice escursionistica,
Stefania con l’amica Chiara ed i novelli
sposi
Mattia e Jessica, con i quali abbiamo
conversato affabilmente. Comodamente seduti a tavola,
non ci accorgiamo dell’inesorabile trascorrere del
tempo, ma Renato ci avvisa che il pullman per il rientro
ad Antrona è pronto alla partenza ed all’ora, nostro
malgrado, salutiamo la piacevole compagnia, i vecchi ed
i nuovi amici e
saliamo sul mezzo che ci riporta al capolinea
dove recuperiamo l’auto e ci dirigiamo: stanchi ma
felici e soddisfatti verso casa dove rientriamo a
tarda ora.
NB.
Un sentito ringraziamento al CAI di Villadossola per la
perfetta organizzazione, alla Banda Musicale di
Bognanco, alle Donne in Costume, alle rispettive
amministrazioni comunali per la gradevole ospitalità, ed
a tutti gli enti che hanno contribuito alla perfetta
riuscita della bella manifestazione e, non da ultimo, a
tutti gli intervenuti.
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