Come arrivarci:
Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi
si procede lungo la SS 33 del Sempione sino a Varzo, si
segue la strada che risale la Val Cairasca, direzione
Ciamporino, arrivando dopo aver superato numerose
frazioni e oratori a Trasquera. Entrati in paese, si
prende a destra seguendo le indicazioni per La Sotta.
Anche
questo anno ritorniamo con piacere all’Alpe Agro per
partecipare all’annuale festa e dove contiamo di
ritrovare gli amici di Trasquera. La giornata si
presenta incerta e nuvole basse impediscono la visuale
per cui decidiamo di andare e tornare per la stessa via
tralasciando di compiere il giro ad anello come fatto
negli anni precedenti. Saliamo quindi in auto fino alla
Sotta e parcheggiamo nei pressi della
cappelletta
da cui prende avvio il sentiero che: in ripida salita
raggiunge il pianoro del 'Lavazzan' m. 1450, poco oltre
incontriamo il
“Balm dla cola”
e Claudio prova a prenderne le misure. Il sentiero si
innalza sempre più ripido e
ardite
scalinate scavate nella viva roccia, permettono
di risalire agevolmente il forte dislivello. Purtroppo
le condizioni di visibilità non migliorano e una
densa foschia impedisce di
gustare appieno il panorama che, in condizioni ottimali,
offre uno spettacolo di primordine. Percorso questo
tratto, leggermente esposto ed a picco sulla valle,
conosciuto in loco come "al s-cial " (le scale),
sbuchiamo sul pianoro in cui sorgono le baite dell’Alpe
Agro Fuori “Ayar da tfo” m. 1797 (h1,15).
L’alpeggio è situato su di un bellissimo terrazzo
panoramico sulla Val Divedro, al cospetto del famoso
“ trittico del Sempione”
che
fa da sfondo alla
bella cappella,
dedicata alla Madonna di Lourdes, purtroppo
oggi questo stupendo scenario ci è negato. La cappella,
posta a protezione dell’alpe, fu fatta costruire da
Rigoni Antonio e venne inaugurata il 7 giugno 1931
e da allora è meta annuale per trasqueresi e non della
“Festa d'Agro” che si celebra ogni ultima domenica di
Maggio. Con il tempo può succedere che la festa perda il
suo originale significato e che vada vuotandosi dei
contenuti principali, ciò non toglie che, ciclicamente,
continui ad essere un’occasione per ritrovarsi e in cui
ognuno ha la sua personale riserva di memoria collegata
alla festa che ha vissuto e desideri partecipare in
gruppo per celebrare, condividere e rinsaldare i legami
comunitari. Anche noi vogliamo prendere parte a questa
tradizionale celebrazione ed è per questo che ritorniamo
volentieri a salire di nuovo all’Alpe Agro. L’alpe,
caricato con vacche e capre fino agli anni cinquanta, si
presenta con le sue baite, ancora in buono stato di
conservazione, fra cui si aggirano le persone, salite
fin quassù per festeggiare in compagnia. Al nostro
arrivo, veniamo invitati al
bar
dove
Carlin ci offre un
corroborante ed ottimo caffè caldo, poi ci uniamo ai
numerosi amici presenti. Alle ore 11,
Valerio suona la campanella
che chiama a raccolta per la messa, celebrata da
Don Davide e frate Alfonso Maria
( Canonici Regolari Premostratensi ). Al termine
della funzione religiosa, Valerio, da provetto
banditore, dà il via all’incanto
delle offerte e, successivamente, raduna tutti i
presenti per l’immancabile
foto di
gruppo a ricordo della giornata. Dopo il “
rompete le righe ″,
ci ritroviamo
intorno al fuoco per consumare il nostro pranzo.
Arrivano anche
Marcello,Paola e
Raffaella che, sorpresi dalla numerose presenze,
pensano di ritrovarsi nel bel mezzo di una gita del CAI.
Le condizioni meteo non accennano a migliorare per cui
decidiamo di affrettare i tempi e, salutati gli amici ci
congediamo da loro ed iniziamo a scendere lungo lo
stesso itinerario percorso di salita ed in breve
giungiamo al
punto da cui siamo
partiti (h0,45;2,00).
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