Cusio Mottarone

M.ti Camoscio e Zughero m. 1230

Partecipanti:
 Gita effettuata in data: 4-Gennaio-2011                                                      

 Partenza da: Baveno/Tranquilla. m 270
 Dislivello totale: m. 1138
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 5,00

Come arrivarci: Percorrendo l’autostrada A26 si esce a Baveno e raggiunta la statale del Sempione, si gira a destra in direzione di Stresa. In prossimità di Baveno seguire le indicazioni per il Camping Tranquilla che si raggiunge, parcheggiare nei pressi del Ristorante La Griglia.

Abbiamo concluso l’anno escursionistico 2010 con una camminata “ ammazza panettone ” ed iniziamo la stagione 2011 con una escursione “ massacra cotechino ”, la voglia di pestare neve è poca per cui la scelta cade su una camminata “terrena” in una zona che sempre si trascura in quanto è sulla porta casa. In accordo con il mio socio, raggiungiamo Baveno e da lì la zona del campeggio da dove prende avvio l’itinerario odierno. All’inizio della via, un tabellone riporta le indicazioni per il percorso da seguire, segnavie M3,  lungo il tragitto ritroveremo in più occasioni i richiami all’itinerario. Ci incamminiamo lungo la strada, inizialmente asfaltata, che in ripida salita supera alcune villette per diventare sterrata una volta superata l’autostrada. Sarà che è il giorno dell’eclissi, sarà la nuvolosità, sarà che è un poco prestino, e le condizioni di luce non sono certo le migliori, sta di fatto che; raggiunto l’acquedotto comunale, pieghiamo a destra ed iniziamo a seguire una bella mulattiera che si insinua fra antichi boschi di castagno fino a che, nei pressi di un tornante (h0,20), aeree indicazioni ci suggeriscono di prendere a destra il sentiero che sale ripido facendoci guadagnare quota velocemente. Arriviamo ad un secondo bivio e, continuando a salire, raggiungiamo la vetta del Monte Camoscio m. 890 (h0,55;1,15) mentre incomincia a nevischiare. Superiamo un gruppo di massi affioranti e ci portiamo nel punto in cui è posta una croce e dal quale, nelle giornate limpide, si ha una sbalorditiva panoramica sul Golfo Borromeo e su tutte le montagne che fanno da corona al bacino del lago; a noi purtroppo tutto appare grigio ed ovattato e non ci rimane che figurarcelo con la fantasia. Nonostante la situazione, non ci lasciamo scoraggiare e scattiamo comunque la foto ricordo prima di lasciare la cima e dirigerci verso il rifugio “ Papà Amilcaredel gruppo ANA di Baveno, qui un termometro ci indica la temperatura di -2 gradi e lo si riscontra anche dalla neve che cade in piccoli fiocchi gelati. Lasciamo il rifugio per continuare verso sinistra e risalire alcune rocce per poi percorrere un tratto erboso prima di ricominciare a salire nuovamente verso il Monte  Crocino che ci si para davanti. Proseguiamo lungo il sentiero che aggira la vetta, senza raggiungerla, e si porta sul lato opposto offrendoci nuove visioni, molto offuscate con nebbia, delle zone dell’Ossola, del Toce e del Lago Maggiore. Continuiamo a seguire il sentiero che ora entra in un bosco di betulle e, percorso un breve tratto in falsopiano, inizia a scendere  verso l’Alpe Vedabia m. 882 che raggiungiamo (h0,45;2,15) e che ci si presenta circondato dal ghiaccio. Oltrepassato l’alpeggio, svoltiamo a destra e, raggiunta la deviazione per Stresa/Giardino Alpinia, saliamo a destra inserendoci sul sentiero di servizio alla vecchia cava di marmo che attraversa un betulleto per poi dirigersi verso la cima del Monte Zughero m. 1230 che  raggiungiamo al termine della dura salita (h0,45;3,15), lungo il sentiero abbiamo modo di osservare una strana roccia che, oltre a dar dimostrazione di equilibrio, ci ricorda vagamente un cappello da alpino. Claudio, vista la giornata, mi indica la direzione da seguire per raggiungere il punto panoramico indicato da una croce che sovrasta un altare su cui la neve si va depositando. In mancanza del panorama, mangiamo un boccone, scattiamo una foto alle baite dell’Alpe Nuovo con rifugio del CAI di Baveno e intraprendiamo la discesa. Abbandoniamo la vetta e ritorniamo sul sottostante sentiero che, ripercorriamo per tornare all’Alpe Vedabia (h0,35;3,50). Dall’alpe, seguiamo le indicazioni del segnavie M2 e procediamo a destra discendendo lungo i ripidi prati inselvatichiti per poi procedere quasi in piano prima di tornare a scendere lungo il ripido costone che ci porta ad incrociare la deviazione per Baveno-Romanico (h0,20;4,10). Prendiamo il sentiero di sinistra e ci indirizziamo verso Baveno-Tranquilla M3/A, percorriamo un tratto pianeggiante che, superati alcuni ruscellamenti, in cui il gelo di questi giorni si è sbizzarrito a modellare forme molto originali, ci riporta ad incontrare il bivio del percorso fatto in salita (h0,35;4,45) da cui ritorniamo al punto di partenza (h0,15;5,00) al termine di una giornata che ci ha permesso, per una volta, di camminare non sopra ma sotto la neve conseguendo il risultato utile che ci eravamo prefissi:  “massacrare il cotechino”; certo che, se all’utile avessimo potuto aggiungere anche il dilettevole, sarebbe stata una giornata da incorniciare. In ogni caso l’importante è che noi ci siamo divertiti ugualmente, inoltre abbiamo ricreato lo spazio per il pranzo dell’Epifania!