Val Divedro

Alpe Vallescia m. 2063

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:5-Maggio-2011                                                      

 Partenza da: Bugliaga m. 1314
 Dislivello totale: m. 1010
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,30

Come arrivarci: Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si procede lungo la SS 33 del Sempione, giunti a Varzo, si segue la strada che risale la Val Cairasca in direzione di San Domenico fino al bivio per Trasquera, che si raggiunge e si supera proseguendo in direzione di Bugliaga. Attraversato il Rio sull’ardito Ponte del Diavolo, dopo circa 4 Km. si perviene nella piccola frazione dove si parcheggia nella piazzola antistante la chiesetta.

Ultimati i preparativi, ci incamminiamo lungo la rampa asfaltata che ben presto lascia il posto ad una larga pista che ci conduce in prossimità di una antica torre di osservazione, ora ristrutturata ad abitazione, continuiamo a seguire la pista sterrata che si alza molto ripida, quasi in verticale, e tralasciando il sentiero che sale al Passo delle Possette (h0,20), ci dirigiamo a sinistra seguendo il sentiero contrassegnato dal segnavie N° 42. Superata una bella baita, continuiamo a salire sino a che, in corrispondenza di una chiara indicazione, abbandoniamo lo sterrato e ci inoltriamo nel bosco. Dopo un breve tratto quasi pianeggiante, un’ulteriore  rapida salita ci immette nella radura  dell’Alpe  Lavazza m. 1667 (h0,30;0,50). Superato l’alpeggio, intraprendiamo una lunga diagonale che, inoltrandosi nel bosco, supera prima una piodata, e successivamente alcuni canali fino ad incrociare un bel sentiero che proviene dal basso per poi giungere al bivio per l’Alpe Camoscella e La Balma (h0,35;1,25). Procediamo diritti in direzione di un’ultima macchia di neve che ostruisce il sentiero ma che superiamo agevolmente, per poi percorrere l’ultimo tratto di mulattiera lastricata che ci immette sulle praterie d’alta quota e, superato un ultimo dosso costellato da grossi ometti di sasso, magicamente ci appare la stupenda conca in cui sono adagiate le baite dell’Alpe Vallescia m. 2063 (h0,25;1,50). La neve si è disciolta da poco ed il suolo è costellato da una miriade di anemoni sbocciati al caldo sole primaverile; ci aggiriamo per l’alpe dove, tra le baite, è stata eretta una cappelletta  a ricordo di Gino Manna, un alpigiano che ha trascorso a Vallescia quasi tutta la sua esistenza. Attraversato l’alpeggio, varchiamo il confine e siamo in Svizzera, seguiamo l’invitante pista che ci porta a raggiungere l’isolata baita di Alpjerung per poi salire sul dosso su cui è sistemata una datata croce di legno. Flavio www.cappef.com ci aiuta a riconoscere, nominandole tutte, le cime che fanno da corona alla vasta spianata. Terminata la lezione di orientamento, ritorniamo in direzione dell’Alpe Vallescia (h0,40;2,30) che superiamo dall’alto, dirigendoci in direzione del Passo delle Possette. Seguendo gli evidenti ometti ed i colorati segnavie, risaliamo dapprima il pendio che in seguito si fa più pianeggiante per pervenire allAlpe Camoscella m. 2111 (h0,15;2,45). Dall’alpe il sentiero si inerpica nuovamente e: aggirati gli ultimi residui nevai, superiamo una croce posta a ricordo di una sciagura della montagna, risaliamo una pietraia, e raggiungiamo  il Passo dei Gialit m. 2225 (0,30;3,10). Volgendo lo sguardo sul versante del Veglia, vediamo l’Alpe Pianezzoni ancora abbondantemente coperto dalla neve, per cui abbandoniamo l’idea di scendere a prendere il sentiero per il Passo delle Possette e decidiamo di proseguire seguendo il filo di cresta che, raggiunta la massima elevazione della giornata m. 2254, ci permette di scendere e guadagnare il Passo m. 2179 (h0,20;3,30) dove ci concediamo la meritata foto di gruppo. Un cielo a tratti coperto da nuvole che oscurano il sole, ci induce ad affrettare la discesa che effettuiamo velocemente raggiungendo il bel nucleo di baite dellAlpe Ciampalbino m. 1920 dove sostiamo per un rapido spuntino. Ricaricati gli zaini, proseguiamo lungo il sentiero, sempre molto ben evidente e segnato, fino a raggiungere lo stupendo poggio dell’Alpe Ciusur m. 1860 su cui sorge un’altrettanto stupenda baita da cui si gode di una panoramica veduta su tutta la sottostante vallata. Proseguiamo nel nostro cammino e superate le baite di  Orzalina, giungiamo all’alpe Casalavera m 1549 dove l’esistenza di una fresca fontana, permette a noi di dissetarci, mentre Claudio ci prepara un corroborante caffé che Flavio provvede a correggere con dell’ottima grappa. Ritemprati lo stomaco, lo spirito ed il morale, ci infiliamo nel bosco che percorriamo per ricongiungerci al sentiero percorso al mattino e, percorsi pochi passi, raggiungiamo nuovamente il punto da dove avevamo iniziato questa superba camminata odierna nel comprensorio della, per noi, sempre magica Val Divedro (h1,00;4,30).