Come arrivarci:
Con l’autostrada A 26, fino al casello di Romagnano /Ghemme.
Quindi SS299 per Varallo - Alagna. Giunti alla seconda
uscita della tangenziale di Varallo Sesia seguire a
destra le indicazioni per
Fobello/Cervatto. Risalita interamente la Val Mastallone,
si arriva a Fobello ( 18 km. ). Superando il paese, e
lasciando sulla sinistra il ponte con la strada per
Cervatto, si prosegue ancora per un paio di km ed al
primo bivio sulla destra si segue la strada che in
decisa salita conduce alla frazione Belvedere.
Raggiungiamo
la località Belvedere, una delle trenta frazioni che
compongono il comune di Fobello: un'antica leggenda
narra che l'origine del nome Fobello, (in dialetto Fo
Bel) deriva da un imponente faggio che si trovava nei
pressi del paese, mentre il nucleo di Fobello risale
alla prima metà del 1300 allorchè gli stanziamenti
estivi dei pastori che inalpavano in alta Val Mastallone
divennero permanenti. Da oggi alla compagnia si è unito
anche
Carlo che, possedendo
tutti i requisiti necessari ( libretto di pensione ), ha
chiesto ed ottenuto di entrare a far parte della
società. Dopo una attenta verifica della situazione, il
nostro presidente Flavio (
www.cappef.com ) ha dato il benvenuto al nuovo
arrivato dichiarandolo ufficialmente iscritto alla SPA
che da ora annovera tra le sue fila un nuovo componente.
Parcheggiata l’auto al termine della carrozzabile,
saliamo ad attraversare l’abitato e una
precoce primula
ci fa
rendere conto di quanto sia particolarmente mite il
clima in questa località. Lasciato a sinistra il
sentiero che si dirige verso la frazione Ronco, seguendo
il percorso segnalato con il simbolo “ GTA ”, risaliamo
il pendio e raggiungiamo
l’Alpe
Res m. 1419 (h0,35) posizionato su una
larga e soleggiata sella, nel crinale che divide la Val
Mastallone dal vallone del Landwasser. Tenendoci sul
versante di Fobello, proseguiamo sino alla
località Carghetta m. 1521
dove constatiamo che la neve presente, ricopre ancora
abbondantemente i ripidi pendii che discendono dal Monte
Tracciora; inizialmente nostra meta odierna. Per non
incorrere in pericoli, cerchiamo di risalire lungo la
linea di cresta ma
arrivati in
prossimità di alcune roccette, il passaggio è
reso difficoltoso dalla presenza del ghiaccio per cui
ritorniamo al punto da cui siamo partiti e ci
incamminiamo lungo il sentiero estivo che, tagliando a
mezzacosta
il fianco della
montagna, continua in moderata salita. Raggiunta
la diruta alpe di Oro Giordano
m. 1515 caratterizzata dalla sua cappelletta, ci
rendiamo conto che procedere oltre sarebbe rischioso in
quanto, la temperatura si è nel frattempo notevolmente
alzata, e potrebbero verificarsi degli slavinamenti.
Nessuno fa obiezione al parere di Flavio, che propone di
tornare sui nostri passi, e velocemente raggiungiamo di
nuovo la località Carghetta da cui saliamo alla
sovrastante
Cima Turio.
Mentre sostiamo per ammirare il paesaggio e scattare
l’usuale
foto di gruppo,
abbiamo il tempo di osservare una
piccola slavina
che, staccandosi dal costone,
scende fino ad ostruire il sentiero che avremmo dovuto
percorrere. Ci congratuliamo per la scelta effettuata e
appagati scendiamo all’Alpe Res per
far riposare le ciaspole e
consumare il nostro spuntino, reso ancora più
gustoso dal tepore di un caldo sole primaverile. Al
termine del rifornimento riprendiamo la discesa e, dopo
un’ultima foto alla
chiesetta
dell’alpe, rientriamo alla
frazione Belvedere dove recuperiamo l’auto. Vista
l’ora, decidiamo di raggiungere la località Costa e di
far visita a
Ennio e Maria
da noi conosciuti nel 2008 in occasione della nostra
salita alla Sella del Pizzo Nona, con conseguente
passaggio dal Monte Tracciora; percorso molto bello,
suggeritoci appunto da Ennio. Piacevolmente sorpresi
dalla nostra presenza, ci accolgono con la cordialità
tipica della gente di montagna e subito ci fanno
accomodare presentandoci i figli
Giuseppe ed Enzo che, con l’amico Enrico sono
oggi in loro compagnia. In un battibaleno, sulla tavola
compaiono squisiti formaggi e salumi di produzione
propria, vino,
caffé e ogni altro
genere di conforto. Scambiando le solite affabili
quattro chiacchiere, scopriamo che Enzo fa l’allevatore
e risiede a Crodo e che Enrico è il gestore del “
Ristorante Pizzeria Campagna ” di Verampio, essendo
luoghi dai quali transitiamo spesso, ci ripromettiamo di
andarli a trovare in un prossimo futuro. Il tempo
trascorre veloce e a malincuore lasciamo la magnifica
compagnia che ringraziamo per l’ospitalità ed il
trattamento che ci hanno riservato, e ci apprestiamo a
far rientro a casa al termine di una giornata che, pur
non permettendoci di raggiungere la meta prefissata, ci
ha permesso di trascorrere una giornata in compagnia di
persone veramente genuine che di questi tempi è sempre
più raro incontrare e che, come si diceva una volta, ti
accolgono con il cuore in mano, simpatiche persone che
ricorderemo sempre con affetto.
Zona molto bella e ricca di testimonianze storiche che
vale veramente la pena di visitare.
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