Come arrivarci:Da
Somma Lombardo seguire le Indicazioni per
Golasecca e Varallo Pombia uscendo sulla SS336. Lasciata
a destra la deviazione per Golasecca si raggiunge il
corso del Ticino, poco a valle della centrale Enel di
Porto della Torre, dove si nota una piccola strada sulla
sinistra e una zona alberata in riva al fiume, ov'è
possibile parcheggiare (4,3 km da Somma Lombardo).
![](../Foto%20x%20descrizione%20gite%20(jpg)/Ticino/Cartina%20Ciclo2.jpg)
Il
Parco Lombardo della Valle del Ticino, istituito nel
1974, è solcato in tutta la sua lunghezza dal Fiume
Ticino, conosciuto come “ Fiume Azzurro”. Le acque del
fiume, storicamente una via di comunicazione di grande
importanza, videro realizzarsi, dal 1200 al 1600, una
grande rete di canalizzazione, tuttora funzionante: i
Canali Regina Elena, Villoresi e Langosco, che irrigano
una vasta zona agricola; il Naviglio Sforzesco ed il
Naviglio Grande utilizzato, all’epoca delle Signorie,
per
trasportare i marmi di Candoglia utilizzati
per la costruzione del Duomo. Tanto per cambiare oggi
abbiamo deciso di percorrere la pista ciclabile
dell’Alto Ticino e guardare con più attenzione le
località “ fuori porta ” che, in quanto tali
generalmente si trascurano. La nostra suggestiva
cicloescursione, corre prevalentemente sulle
alzaie del canale industriale:
canali ed alzaie all’interno del Parco, sono di
proprietà dell’Enel che, attraverso una convenzione, ha
autorizzato l’utilizzo di tali strade ai fini
cicloturistici. Lungo le piste ciclabili sono stati
sistemati dei
dispositivi di salvataggio per umani e, come
diligentemente illustrato dal
pannello, anche per animali. Inforcata la
bici, raggiungiamo l’imponente
diga di Panperduto da dove ha inizio la
nostra pedalata. Lo sbarramento, terminato nel 1884 e
dotato di 30 porte a comando oleodinamico, permette il
sollevamento delle acque del fiume fino a 2 metri e
mezzo per alimentare i successivi corsi d'acqua. Una
piccola alzaia costeggia il bacino di calma della diga,
nelle cui acque nuotano placidamente
due meravigliosi cigni
che, interrompendo la cova, entrano in acqua per
sgranchirsi le zampe. Al termine della alzaia giungiamo
ad un secondo
sbarramento, in mattoni, che costituisce il
sistema di regolazione dei
canali: Industriale, a destra, e
Villoresi, a sinistra, i due canali riforniscono d’acqua
le zone della pianura. Passiamo sopra lo sbarramento e,
dopo “ l’inconsueta ”
foto ricordo, guadagniamo la riva destra del
Canale Industriale ed iniziamo la nostra discesa verso
valle. Dopo poche pedalate, raggiungiamo
il ponte che attraversa il canale
in corrispondenza della frazione Maddalena. Continuando
sulla strada alzaia parallela al canale, quasi a pelo
d'acqua, giungiamo al ponte di Vizzola Ticino, appena
superato il ponte, il
Canale Villoresi si stacca dal Canale Industriale,
che va ad alimentare l’imponente Centrale di Vizzola.
Percorrendo un tornante, ci abbassiamo e, di fronte alla
Vecchia Trattoria, svoltiamo a sinistra, "sotto" il
canale, per poi continuare dritto, sotto una seconda
serie di arcate e su di un ponte, al di là del quale,
svoltando a destra, si ritrova l'alzaia sulla riva
sinistra del canale. Prima di iniziare il 2° tratto di
pista ciclabile, segnalato sulla destra dal
cartello stradale “Pista ciclo pedonale
dell’alto Ticino”, sulla sinistra, nell’area adibita a
parcheggio, si trova un
cartello esplicativo del percorso
che partendo da Sesto calende permette di
raggiungere Milano. Scendiamo lungo la discesa che
sfianca le ultime opere della
grande centrale di Vizzola Ticino e prosegue
con il canale a destra le cui acque, scorrono tra
coloriti campi coltivati.
Percorsi un paio di Km, in prossimità di un piccolo
edificio e di una area attrezzata per pic-nic il canale
si divide in due: il ramo di destra forma un canale
scolmatore verso il Ticino, mentre prosegue diritto come
Industriale. Sottopassiamo un ponte che ne permette
l’attraversamento e, poco oltre, a sinistra si scorgono
le costruzioni di una vecchia industria con i
relativi resti di un mulino di cui, tra la vegetazione
infestante, se ne
intravede ancora la ruota. Proseguiamo sempre
lungo il corso rettilineo del canale e raggiungiamo
un’altra area attrezzata che superiamo per arrivare dopo
poco ad incontrare la
Centrale di Tornavento. Continuando a
pedalare, raggiungiamo il punto in cui il depuratore di
Sant' Antonino Ticino scarica le sue acque nel canale e,
dopo un tratto leggermente sinuoso, si raggiunge il
piccolo ponte a travata in ferro, retto da due spalle di
mattoni, in corrispondenza di Nosate, vicinissimo alla
chiesa di S. Maria in Binda, una piccola
costruzione coperta a capriate, gloriosamente rivestita,
all'interno, di
affreschi duecenteschi.
Qui ha termine la nostra pedalata, almeno la sua prima
parte, il ritorno lo effettuiamo, dopo esserci scattati
una
seconda foto, percorrendo su sterrato un
canale che scorre all’interno prima di salire alla “
vecchia dogana ” ora
sede del Centro Parco e allungandoci a
visitare la
piazzetta di Tornavento da cui si gode di una
vista a dir poco spettacolare sui monti. Ritorniamo
verso il Centro Parco e, svoltando a destra, percorriamo
per tutta la sua lunghezza la via Gaggio, ai cui lati
sono posizionati antichi
cimeli bellici ed
attrezzature per il lavoro nei campi che la
rendono un vero e proprio museo all’aperto. Ritornati
sulla strada asfaltata, saluto il mio socio che mi ha
accompagnato anche oggi in questa per noi anomala “
escursione ” che ci ha in ogni caso soddisfatti
permettendoci di vivere una mezza giornata in un’area di
notevole interesse ambientale in una cornice ideale per
una piacevole ed ecologica gita sui pedali. Ritornando
verso casa, vengo sorvolato da un
“ uccello migratore ”
che nidifica nel vicino aeroporto di Malpensa.
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