Parco del Ticino

La pista ciclabile dell'Alto Ticino

 
 Gita effettuata in data:2-Maggio-2011                                                      

 Partenza da: Diga di Panperduto
 Dislivello totale: m. 50
 Difficoltà: E
 Tempo effettivo h: 3,00

Come arrivarci:Da Somma Lombardo seguire le Indicazioni per Golasecca e Varallo Pombia uscendo sulla SS336. Lasciata a destra la deviazione per Golasecca si raggiunge il corso del Ticino, poco a valle della centrale Enel di Porto della Torre, dove si nota una piccola strada sulla sinistra e una zona alberata in riva al fiume, ov'è possibile parcheggiare (4,3 km da Somma Lombardo).

Il Parco Lombardo della Valle del Ticino, istituito nel 1974, è solcato in tutta la sua lunghezza dal Fiume Ticino, conosciuto come “ Fiume Azzurro”. Le acque del fiume, storicamente una via di comunicazione di grande importanza, videro realizzarsi, dal 1200 al 1600, una grande rete di canalizzazione, tuttora funzionante: i Canali Regina Elena, Villoresi e Langosco, che irrigano una vasta zona agricola; il Naviglio Sforzesco ed il Naviglio Grande utilizzato, all’epoca delle Signorie, per  trasportare i marmi di Candoglia utilizzati per la costruzione del Duomo. Tanto per cambiare oggi abbiamo deciso di percorrere la pista ciclabile dell’Alto Ticino e guardare con più attenzione le località “ fuori porta ” che, in quanto tali generalmente si trascurano. La nostra suggestiva cicloescursione, corre prevalentemente sulle alzaie del canale industriale: canali ed alzaie all’interno del Parco, sono di proprietà dell’Enel che, attraverso una convenzione, ha autorizzato l’utilizzo di tali strade ai fini cicloturistici. Lungo le piste ciclabili sono stati sistemati dei dispositivi di salvataggio per umani e, come diligentemente illustrato dal pannello, anche per animali. Inforcata la bici, raggiungiamo l’imponente diga di Panperduto da dove ha inizio la nostra pedalata. Lo sbarramento, terminato nel 1884 e dotato di 30 porte a comando oleodinamico, permette  il sollevamento delle acque del fiume fino a 2 metri e mezzo per alimentare i successivi corsi d'acqua. Una piccola alzaia costeggia il bacino di calma della diga, nelle cui acque nuotano placidamente due meravigliosi cigni che, interrompendo la cova, entrano in acqua per sgranchirsi le zampe. Al termine della alzaia giungiamo ad un secondo sbarramento, in mattoni, che costituisce il sistema di regolazione dei canali:  Industriale, a destra, e Villoresi, a sinistra, i due canali riforniscono d’acqua le zone della pianura. Passiamo sopra lo sbarramento e, dopo “ l’inconsueta ” foto ricordo, guadagniamo la riva destra del Canale Industriale ed iniziamo la nostra discesa verso valle. Dopo poche pedalate, raggiungiamo il ponte che attraversa il canale in corrispondenza della frazione Maddalena. Continuando sulla strada alzaia parallela al canale, quasi a pelo d'acqua, giungiamo al ponte di Vizzola Ticino, appena superato il ponte, il Canale Villoresi si stacca dal Canale Industriale, che va ad alimentare l’imponente Centrale di Vizzola. Percorrendo un tornante, ci abbassiamo e, di fronte alla Vecchia Trattoria, svoltiamo a sinistra, "sotto" il canale, per poi continuare dritto, sotto una seconda serie di arcate e su di un ponte, al di là del quale, svoltando a destra, si ritrova l'alzaia sulla riva sinistra del canale. Prima di iniziare il 2° tratto di pista ciclabile, segnalato sulla destra dal cartello stradale “Pista ciclo pedonale dell’alto Ticino”, sulla sinistra, nell’area adibita a parcheggio, si trova un cartello esplicativo del percorso che partendo da Sesto calende permette di raggiungere Milano. Scendiamo lungo la discesa che sfianca le ultime opere della grande centrale di Vizzola Ticino e prosegue con il canale a destra le cui acque, scorrono tra coloriti campi coltivati. Percorsi un paio di Km, in prossimità di un piccolo edificio e di una area attrezzata per pic-nic il canale si divide in due: il ramo di destra forma un canale scolmatore verso il Ticino, mentre prosegue diritto come Industriale. Sottopassiamo un ponte che ne permette l’attraversamento e, poco oltre, a sinistra si scorgono le costruzioni di  una vecchia industria con i relativi resti di un mulino di cui, tra la vegetazione infestante, se ne intravede ancora la ruota. Proseguiamo sempre lungo il corso rettilineo del canale e raggiungiamo un’altra area attrezzata che superiamo per arrivare dopo poco ad incontrare la Centrale di Tornavento. Continuando a pedalare, raggiungiamo il punto in cui il depuratore di Sant' Antonino Ticino scarica le sue acque nel canale e, dopo un tratto leggermente sinuoso, si raggiunge il piccolo ponte a travata in ferro, retto da due spalle di mattoni, in corrispondenza di Nosate, vicinissimo alla chiesa di S. Maria in Binda, una piccola costruzione coperta a capriate, gloriosamente rivestita, all'interno, di affreschi duecenteschi. Qui ha termine la nostra pedalata, almeno la sua prima parte, il ritorno lo effettuiamo, dopo esserci scattati una seconda foto, percorrendo su sterrato un canale che scorre all’interno prima di salire alla “ vecchia dogana ” ora sede del Centro Parco e allungandoci a visitare la piazzetta di Tornavento da cui si gode di una vista a dir poco spettacolare sui monti. Ritorniamo verso il Centro Parco e, svoltando a destra, percorriamo per tutta la sua lunghezza la via Gaggio, ai cui lati sono posizionati antichi cimeli bellici ed attrezzature per il lavoro nei campi che la rendono un vero e proprio museo all’aperto. Ritornati sulla strada asfaltata, saluto il mio socio che mi ha accompagnato anche oggi in questa per noi anomala “ escursione ” che ci ha in ogni caso soddisfatti permettendoci di vivere una mezza giornata in un’area di notevole interesse ambientale in una cornice ideale per una piacevole ed ecologica gita sui pedali. Ritornando verso casa, vengo sorvolato da un “ uccello migratore ” che nidifica nel vicino aeroporto di Malpensa.