Valle Divedro

Rif. Crosta Alpe Solcio m. 1751

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:18-Marzo-2011                                                      

 Partenza da: Dreuza m. 1000
 Dislivello totale: m. 757
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 3,15

Come arrivarci: Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si procede lungo la SS 33 del Sempione giungendo a Varzo, si segue la strada che risale la Val Cairasca in direzione di San Domenico: superato l’abitato di Varzo, si prende a destra seguendo le indicazioni per Coggia/ Dreuza. Superata la frazione di Coggia, si prosegue in direzione di Dreuza dove in prossimità del cartello di divieto di transito si parcheggia l’auto.

Oggi avevamo in programma la salita al Monte Teggiolo ma, raggiunto S. Domenico, un vento burrascoso quasi ci impediva di scendere dall’auto per cui, viste le condizioni a cui saremmo andati incontro, decidiamo seduta stante di cambiare itinerario e preferiamo salire al Rifugio Crosta all’Alpe Solcio partendo da Dreuza. Sarà così l’occasione per ritrovare i simpatici gestori Marina ed Enrico, a cui ci piace far visita almeno una volta all’anno. Deviando dalla strada principale, risaliamo la stretta strada asfaltata che ci porta a raggiungere Dreuza. Lasciamo l’auto nel piccolo spiazzo all’ingresso della frazione e, ultimati i preparativi, ci incamminiamo lungo la strada dove, sulla sinistra, troviamo l’inizio del sentiero con  l’indicazione Alpe Solcio. Attraversato il borgo di Valera proseguiamo sempre a sinistra, seguendo il sentiero estivo. Percorso un breve tratto, raggiungiamo la strada ad uso silvo-pastorale che abbandoniamo poco dopo per seguire per: Alvaz, Varunjin, Raiozz (h0,15) e la ben evidente indicazione per il Rifugio Crosta. Il sentiero risale lungo antiche roncature e raggiungiamo il bivio a quota m. 1240 in località La Baratta (h0,20;0,35), tralasciamo il sentiero di destra che sale al Passo della Colmine, e procediamo su quello di sinistra che, dapprima in piano poi in leggera salita attraversa alcuni  alpeggi ben tenuti da cui si gode di una panoramica visuale sulla valle sottostante. Il sentiero si immette ora nella pineta del Vallè dove incontriamo una cappelletta, dedicata alla Madonna (h0,35;1,10). Continuando nella pineta, vecchi cartelli di legno confermano il nostro percorso, incontriamo il bivio per Astolo e poco dopo sbuchiamo sulla radura in cui sorgono le stupende baite di Quartina di Sotto (h0,20;1,30). La giornata è stupenda, su questo versante non spira un alito di vento, e la temperatura è decisamente primaverile tanto che viaggiamo in maniche di camicia. Procediamo nel nostro cammino e ci ritroviamo sulla pista battuta che, ancora ben innevata, ci induce a calzare le ciaspole. Seguendo la strada, raggiungiamo il bivio m. 1647 (h0,15;1,45) dove incrociamo il tracciato che sale da Maulone.  Svoltiamo a destra e seguiamo la pista battuta che entra nel vallone di Solcio, sullo sfondo spicca l’evidente guglia del Pizzo Boni, risaliamo il pendio su cui sorgono le baite dell’Alpe Solcio ed ecco apparire ai nostri occhi la costruzione del Rifugio Crosta m. 1751 (h0,15;2,00) che; ancora  immerso nella neve, in un silenzio quasi irreale, rammenta un paesaggio tipico delle fiabe nordiche. Veniamo accolti calorosamente da Marina e da Enrico che stanno per recarsi a Coatè da dove Marina provvederà a battere la pista con gli sci per ripristinare la traccia cancellata dall’ultima recente nevicata. Al ritorno di Enrico, giungono al rifugio anche Patty e Mario e ne approfittiamo per scattare una foto a ricordo della stupenda giornata. Dopo quattro piacevoli chiacchiere, giunge il momento di sederci a tavola dove ci viene servita una abbondante porzione di succulento spezzatino con polenta che consumiamo con soddisfazione, godendoci il meraviglioso panorama che si intravede dall’interno del rifugio. I mobili della sala pranzo sono stati manualmente e graziosamente decorati, con grande perizia, da Marina alla quale va tutta la nostra ammirazione. Mentre Enrico ci intrattiene dimostrandosi un perfetto padrone di casa, conosciamo anche la simpatica Margherita, al rifugio in qualità di aiutante, e con lei scattiamo una foto a ricordo della giornata. Tanto cortese è stata l’accoglienza ed il trattamento riservatoci che ci dispiace lasciare il rifugio ma purtroppo dobbiamo rientrare, per cui ci congediamo da Enrico e Margherita ed iniziamo a scendere. Per variare il percorso, seguiamo le indicazioni che ci portano a transitare sul sentiero estivo e, oltrepassati diversi nuclei di baite, ci ritroviamo di nuovo sulla strada in località Quartina Sotto da cui riprendiamo il sentiero percorso all’andata. Effettuando qualche divagazione, visitiamo gli sparsi nuclei di baite per poi ritornare sul sentiero principale in località La Baratta da cui scendiamo a riattraversare il borgo di Valera e, raggiunta di nuovo la cappelletta dell’alpe, siamo oramai al termine di questa gita che ci ha portato a ritrovare Marina ed Enrico, da noi conosciuti sul finire del 2008 al termine della loro prima appassionata stagione al Rifugio Pietro Crosta, che abbiamo ritrovato ancora più conquistati da quello che è divenuto “ il loro paradiso ″. Soddisfatti per la stupenda giornata, trascorsa in un ambiente da favola,ritorniamo alla macchina (h1,15;3,15). Escursione priva di qualsiasi pericolo effettuabile in qualunque stagione. Lontano dagli impianti di risalita, si percorrono nel silenzio della natura i pendii imbiancati. Oltre a ringraziare i gestori per la cortesia ed affabilità dimostrataci, ci complimentiamo con loro per la volontà e l’impegno con cui si adoperano per far rivivere questo angolo di montagna da troppo tempo dimenticato. Per maggiori informazioni sul rifugio, consultare il sito:  ( www.rifugiocrosta.it ).