Come arrivarci:
Si
percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si
procede lungo la SS 33 del Sempione giungendo a Varzo,
si segue la strada che risale la Val Cairasca in
direzione di San Domenico: superato l’abitato di Varzo,
si prende a destra seguendo le indicazioni per Coggia/
Dreuza. Superata la frazione di Coggia, si prosegue in
direzione di Dreuza dove in prossimità del cartello di
divieto di transito si parcheggia l’auto.
Oggi avevamo in programma la salita al Monte Teggiolo
ma, raggiunto S. Domenico, un vento burrascoso quasi ci
impediva di scendere dall’auto per cui, viste le
condizioni a cui saremmo andati incontro, decidiamo
seduta stante di cambiare itinerario e preferiamo salire
al Rifugio Crosta all’Alpe Solcio partendo da Dreuza.
Sarà così l’occasione per ritrovare i simpatici gestori
Marina ed Enrico, a cui ci piace far visita almeno una
volta all’anno. Deviando dalla strada principale,
risaliamo la stretta strada asfaltata che ci porta a
raggiungere
Dreuza. Lasciamo l’auto nel piccolo spiazzo
all’ingresso della frazione e, ultimati i preparativi,
ci incamminiamo lungo la strada dove, sulla sinistra,
troviamo l’inizio del sentiero con l’indicazione
Alpe Solcio. Attraversato il borgo di Valera proseguiamo
sempre a sinistra, seguendo il sentiero estivo. Percorso
un breve tratto, raggiungiamo la strada ad uso
silvo-pastorale che abbandoniamo poco dopo per seguire
per:
Alvaz, Varunjin, Raiozz (h0,15) e la
ben evidente indicazione per il Rifugio Crosta. Il
sentiero risale lungo antiche roncature e raggiungiamo
il bivio a quota m. 1240 in località La Baratta (h0,20;0,35),
tralasciamo il sentiero di destra che sale al Passo
della Colmine, e procediamo su quello di sinistra che,
dapprima in piano poi in leggera salita attraversa
alcuni
alpeggi ben tenuti da cui si gode di una
panoramica visuale sulla valle sottostante.
Il sentiero si immette ora nella pineta del Vallè dove
incontriamo una
cappelletta, dedicata alla Madonna (h0,35;1,10).
Continuando nella pineta, vecchi cartelli di legno
confermano il nostro percorso, incontriamo il bivio per
Astolo e poco dopo sbuchiamo sulla radura in cui sorgono
le stupende
baite di Quartina di Sotto (h0,20;1,30).
La giornata è stupenda, su questo versante non spira un
alito di vento, e la temperatura è decisamente
primaverile tanto che viaggiamo in maniche di camicia.
Procediamo nel nostro cammino e ci ritroviamo sulla
pista battuta che, ancora ben innevata, ci induce a
calzare le ciaspole. Seguendo la strada,
raggiungiamo il bivio m. 1647 (h0,15;1,45)
dove incrociamo il tracciato che sale da Maulone.
Svoltiamo a destra e seguiamo la pista battuta che
entra nel vallone di Solcio, sullo sfondo spicca
l’evidente
guglia del Pizzo Boni,
risaliamo il pendio su cui sorgono le baite dell’Alpe
Solcio ed ecco apparire ai nostri occhi
la costruzione del Rifugio Crosta m. 1751
(h0,15;2,00) che; ancora immerso nella
neve, in un silenzio quasi irreale, rammenta un
paesaggio tipico delle fiabe nordiche. Veniamo accolti
calorosamente da
Marina e da Enrico che stanno per recarsi a
Coatè da dove Marina provvederà a battere la pista con
gli sci per ripristinare la traccia cancellata
dall’ultima recente nevicata. Al ritorno di Enrico,
giungono al rifugio anche
Patty e Mario e ne approfittiamo per scattare
una foto a ricordo della stupenda giornata. Dopo quattro
piacevoli chiacchiere, giunge il momento di sederci a
tavola dove ci viene servita una abbondante porzione di
succulento spezzatino con polenta che
consumiamo con soddisfazione, godendoci
il
meraviglioso panorama che si intravede dall’interno del
rifugio. I mobili della sala pranzo sono
stati manualmente e
graziosamente decorati, con grande perizia,
da Marina alla quale va tutta la nostra ammirazione.
Mentre
Enrico ci intrattiene dimostrandosi un
perfetto padrone di casa, conosciamo anche
la simpatica Margherita, al rifugio in
qualità di aiutante, e con lei scattiamo una
foto a ricordo della giornata. Tanto cortese
è stata l’accoglienza ed il trattamento riservatoci che
ci dispiace lasciare
il rifugio ma purtroppo dobbiamo rientrare,
per cui ci congediamo da
Enrico e Margherita
ed iniziamo a scendere. Per variare il percorso,
seguiamo le indicazioni che ci portano a transitare sul
sentiero estivo e, oltrepassati diversi nuclei di baite,
ci ritroviamo di nuovo sulla strada in località Quartina
Sotto da cui riprendiamo il sentiero percorso
all’andata. Effettuando qualche divagazione, visitiamo
gli
sparsi nuclei di baite per poi ritornare sul
sentiero principale in località La Baratta da cui
scendiamo a riattraversare il borgo di Valera e,
raggiunta di nuovo
la cappelletta dell’alpe, siamo oramai al
termine di questa gita che ci ha portato a ritrovare
Marina ed Enrico, da noi conosciuti sul finire del 2008
al termine della loro prima appassionata stagione al
Rifugio Pietro Crosta, che abbiamo ritrovato ancora più
conquistati da quello che è divenuto “ il loro paradiso
″. Soddisfatti per la stupenda giornata, trascorsa in un
ambiente da favola,ritorniamo alla macchina (h1,15;3,15).
Escursione priva di qualsiasi pericolo effettuabile in
qualunque stagione. Lontano dagli impianti di risalita,
si percorrono nel silenzio della natura i pendii
imbiancati. Oltre a ringraziare i gestori per la
cortesia ed affabilità dimostrataci, ci complimentiamo
con loro per la volontà e l’impegno con cui si adoperano
per far rivivere questo angolo di montagna da troppo
tempo dimenticato. Per maggiori informazioni sul
rifugio, consultare il sito: (
www.rifugiocrosta.it ).
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