Valle Divedro

Sentiero dello " Scagnol "

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:24-Maggio-2011                                                      

 Partenza da: Balmoreglio m. 685
 Dislivello totale: m. 969
 Difficoltà: EE
 Effettivo cammino h: 4,30

Come arrivarci: Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi si procede lungo la SS 33 del Sempione, giunti a Varzo, si prosegue in direzione del Confine di Stato e un Km. dopo Iselle si parcheggia l’auto in uno spiazzo adiacente alla strada.

Nel nostro andar per monti effettuiamo le nostre escursioni con spirito di curiosità, animati dalla voglia di conoscere e considerare; in particolare ci interessa percorrere quei sentieri che abbiano anche una valenza storico culturale in quanto tracce dell’uomo che li ha percorsi in tempi molto lontani per necessità di sopravvivenza. Uno di questi antichi sentieri degli alpigiani è senza dubbio il  “ sentiero dello scagnol ” così definito perché, per il superamento della sua esposta parte centrale, è stata ricavata una lunga scalinata composta da più di 250 scalini intagliati nella viva roccia, il sentiero è altresì detto “ della Pece e del Contrabbando ”. Della “ Pece ” perché dai numerosi larici presenti lungo i pendii di Bugliaga si estraeva la resina da cui, dopo cottura, si otteneva la pece e, del “ contrabbando ” in quanto la povera economia dell’area di confine veniva integrata esercitando la pratica del contrabbando attraverso canali alternativi di collegamento con la confinante Svizzera. Questo sentiero, molto suggestivo e di straordinaria bellezza, è stato per secoli il collegamento tra l'altipiano di Bugliaga e il fondovalle e quindi non poteva che suscitare il nostro interesse. Parcheggiata l’auto, ultimati i preparativi, ci incamminiamo verso l’inizio del sentiero dove un pannello illustrativo ci informa sulle caratteristiche del percorso. Ponendo la giusta attenzione iniziamo a risalire lungo il tragitto, che a tratti sfiora le rocce e arriviamo  al passaggio che dà il nome all’itinerario (h0,25). Superiamo le innumerevoli scale e perveniamo al bivio per l’alpe  Revoriastagna m. 1000 (h0,15;0,40), tralasciamo l’indicazione e continuiamo in direzione dell’Alpe  Vaudo. Il sentiero, per un breve tratto, spiana leggermente e poi riprende a salire lungo la linea di massima pendenza sino a sbucare presso le baite inferiori dell’Alpe Vaudo m. 1250 (h0,35;1,15). Qui incontriamo Dilva ed Alessandro che, accogliendoci con cordialità, ci intrattengono offrendoci uno squisito caffé con tanto di pasticcini. Salutati i gentili amici, proseguiamo nel nostro cammino e sempre risalendo i rigogliosi prati che fanno da cornice ad uno spettacolare panorama, raggiungiamo la località Cima ai Campi m. 1386 (h0,10;1,25) dove incontriamo Norma e Romeo intenti a governare il loro bestiame. Proseguiamo lungo la salita e superata la bella cappelletta dell’alpe, giungiamo all’Alpe La Balma m. 1570 (h0,25;1,50) dove ci autoscattiamo la foto ricordo. Da questa privilegiata posizione, Flavio www.cappef.com si adopera a far provvista di splendidi ricordi immortalando l’incanto della natura, ma anche io, Claudio e GianMario non siamo da meno. Dall’alpe seguiamo le indicazioni per Bugliaga e seguendo a tratti la strada consortile e a tratti le varie scorciatoie ci ritroviamo sul piazzale della chiesa dove sostiamo per il pranzo (h0,40;2,30). Al termine della pausa, riprendiamo il cammino e, seguiamo per un breve tratto la strada asfaltata sino a che, sulla destra, un cartello indica l’inizio del sentiero che scende al Ponte del Diavolino. Percorriamo, con molta cautela, il ripido sentiero che scende nella incassata gola e dopo numerose svolte, ci ritroviamo al bellissimo ponte detto “ del diavolino ” (h0,30;3,00), il ponte a schiena d’asino è sprovvisto di protezioni laterali ed il suo attraversamento incute un certo timore, con molta attenzione attraversiamo il manufatto concedendoci pure una sosta per fotografare dal basso il più celebre fratello maggiore, il Ponte del Diavolo, che si mostra in tutta la sua arditezza molto più in alto sulla strada di normale collegamento con Bugliaga. Superata la spaventosa forra, il sentiero procede in modo molto meno faticoso e con una salita costante percorre il versante opposto e sbuca sulla strada asfaltata. Seguiamo il nastro d’asfalto sino a che raggiungiamo il centro di Trasquera (h0,40;3,40) dove ci concediamo una meritata birretta che ci serve: per placare la sete derivante da una giornata molto calda, e per riprenderci dalla emozionante traversata. In corrispondenza del Bar, prende avvio la mulattiera per Iselle che raggiunge in un primo tempo la frazione di Chiezzo e, successivamente, transitando per Pianezza ci conduce nuovamente ad Iselle lungo il percorso conosciuto anche come “ il sentiero del Kirsch ” il famoso liquore un tempo commercializzato dai Trasqueresi. Raggiunta la parte superiore di Iselle, non ci resta che percorrere, in direzione del Sempione, il Km. di infuocato asfalto che ci riporta nello spiazzo in cui è parcheggiata la rovente auto (h0,40;4,30). Ritornando verso casa, ripensando al sentiero percorso, possiamo solo tentare di indovinare l’arditezza di chi,  portando sulle spalle una bricolla del peso variabile dai 30 ai 40 chili, per non essere sorpresi dalle guardie confinarie ed avere così migliori garanzie di passaggio, percorreva normalmente al buio ed in ogni stagione, compreso l’inverno, questa via defilata ed impervia.

NB. Esprimiamo il nostro apprezzamento al CAI di Varzo per l’ottimo stato di conservazione del sentiero, e per le  recenti operazioni di pulizia effettuate.