Come arrivarci:
Si percorre l’autostrada A26 sino a Domodossola, quindi
si procede lungo la SS 33 del Sempione, giunti a Varzo,
si prosegue in direzione del Confine di Stato e un Km.
dopo Iselle si parcheggia l’auto in uno spiazzo
adiacente alla strada.
Nel
nostro andar per monti effettuiamo le nostre escursioni
con spirito di curiosità, animati dalla voglia di
conoscere e considerare; in particolare ci interessa
percorrere quei sentieri che abbiano anche una valenza
storico culturale in quanto tracce dell’uomo che li ha
percorsi in tempi molto lontani per necessità di
sopravvivenza. Uno di questi antichi sentieri degli
alpigiani è senza dubbio il “ sentiero dello
scagnol ” così definito perché, per il superamento della
sua esposta parte centrale, è stata ricavata una lunga
scalinata composta da più di 250 scalini intagliati
nella viva roccia, il sentiero è altresì detto “ della
Pece e del Contrabbando ”. Della “ Pece ” perché dai
numerosi larici presenti lungo i pendii di Bugliaga si
estraeva la resina da cui, dopo cottura, si otteneva la
pece e, del “ contrabbando ” in quanto la povera
economia dell’area di confine veniva integrata
esercitando la pratica del contrabbando attraverso
canali alternativi di collegamento con la confinante
Svizzera. Questo sentiero, molto suggestivo e di
straordinaria bellezza, è stato per secoli il
collegamento tra l'altipiano di Bugliaga e il fondovalle
e quindi non poteva che suscitare il nostro interesse.
Parcheggiata l’auto, ultimati i preparativi, ci
incamminiamo verso l’inizio del sentiero dove un
pannello illustrativo ci informa sulle
caratteristiche del percorso. Ponendo la giusta
attenzione iniziamo a risalire lungo il tragitto, che a
tratti sfiora le rocce e arriviamo al
passaggio che dà il nome all’itinerario
(h0,25). Superiamo le
innumerevoli scale e perveniamo al
bivio per l’alpe Revoriastagna m. 1000
(h0,15;0,40), tralasciamo l’indicazione e
continuiamo in direzione dell’Alpe Vaudo. Il
sentiero, per un breve tratto, spiana leggermente e poi
riprende a salire lungo la linea di massima pendenza
sino a sbucare presso le
baite inferiori dell’Alpe Vaudo m. 1250
(h0,35;1,15). Qui incontriamo
Dilva ed Alessandro che, accogliendoci con
cordialità, ci intrattengono offrendoci
uno squisito caffé con tanto di pasticcini.
Salutati i gentili amici, proseguiamo nel nostro cammino
e sempre risalendo i
rigogliosi prati che fanno da cornice ad uno
spettacolare panorama, raggiungiamo la località Cima ai
Campi m. 1386 (h0,10;1,25) dove incontriamo
Norma e Romeo intenti a governare il loro
bestiame. Proseguiamo lungo la salita e superata la
bella cappelletta dell’alpe, giungiamo all’Alpe La Balma
m. 1570 (h0,25;1,50) dove ci autoscattiamo la
foto ricordo. Da questa privilegiata
posizione, Flavio
www.cappef.com si adopera a far provvista di
splendidi ricordi immortalando l’incanto della natura,
ma anche io, Claudio e GianMario non siamo da meno.
Dall’alpe seguiamo le indicazioni per Bugliaga e
seguendo a tratti la strada consortile e a tratti le
varie scorciatoie ci ritroviamo sul piazzale della
chiesa dove sostiamo per il pranzo (h0,40;2,30).
Al termine della pausa,
riprendiamo il cammino e, seguiamo per un
breve tratto la strada asfaltata sino a che, sulla
destra, un cartello indica
l’inizio del sentiero che scende al Ponte del
Diavolino. Percorriamo, con molta cautela, il ripido
sentiero che scende nella incassata gola e
dopo numerose svolte, ci ritroviamo al
bellissimo
ponte detto “ del diavolino ” (h0,30;3,00),
il ponte a schiena d’asino
è sprovvisto di protezioni
laterali ed il suo attraversamento incute un certo
timore, con molta attenzione attraversiamo il manufatto
concedendoci pure una sosta per fotografare dal basso il
più celebre fratello maggiore,
il Ponte del Diavolo, che si mostra in tutta
la sua arditezza molto più in alto sulla strada di
normale collegamento con Bugliaga. Superata la
spaventosa forra, il sentiero procede in modo molto meno
faticoso e con una salita costante percorre il versante
opposto e sbuca sulla strada asfaltata. Seguiamo il
nastro d’asfalto sino a che raggiungiamo il centro di
Trasquera (h0,40;3,40) dove ci concediamo una
meritata birretta che ci serve: per placare la sete
derivante da una giornata molto calda, e per riprenderci
dalla emozionante traversata.
In corrispondenza del Bar, prende avvio
la mulattiera per Iselle che raggiunge in un
primo tempo la
frazione di Chiezzo
e, successivamente,
transitando per
Pianezza ci conduce nuovamente ad Iselle
lungo il percorso conosciuto anche come “ il sentiero
del Kirsch ” il famoso liquore un tempo commercializzato
dai Trasqueresi. Raggiunta la parte superiore di
Iselle, non ci resta che percorrere, in
direzione del Sempione, il Km. di
infuocato asfalto che ci riporta nello
spiazzo in cui è parcheggiata la rovente auto (h0,40;4,30).
Ritornando verso casa, ripensando al sentiero percorso,
possiamo solo tentare di indovinare l’arditezza di chi,
portando sulle spalle una bricolla del peso variabile
dai 30 ai 40 chili, per non essere sorpresi dalle
guardie confinarie ed avere così migliori garanzie di
passaggio, percorreva normalmente al buio ed in ogni
stagione, compreso l’inverno, questa via defilata ed
impervia.
NB.
Esprimiamo il nostro apprezzamento al CAI di Varzo per
l’ottimo stato di conservazione del sentiero, e per le
recenti operazioni di pulizia effettuate.
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