Come arrivarci:
La località Monti di Motta si raggiunge risalendo da
Cugnasco, nel piano di Magadino, una tortuosa e stretta
strada asfaltata e a tratti senza protezioni, che in
circa dieci Km. conduce al piazzale sterrato adibito a
parcheggio.
Per
l'uscita di oggi, abbiamo incaricato Flavio
www.cappef.com di organizzare una gita facile ma
interessante e panoramica, coinvolgente, sicura, per
pensionati e, magari con un pizzico di adrenalina con
cima o vetta incorporata. Dimostrandosi, come sempre,
molto disponibile nei nostri confronti ha pensato
di condurci al Sassariente che, a suo dire, possiede
buona parte delle caratteristiche richieste dal “
capitolato di commissione ” e in grado di soddisfare le
aspettative di noi tutti. Arrivati al parcheggio, subito
ci rendiamo conto che la scelta dell’itinerario è
veramente all’altezza di quanto richiesto, un
grazioso laghetto ci accoglie con le sue
placide acque in cui si specchiano i monti circostanti.
Ordinati
cartelli segnavie indicano le varie località
raggiungibili, noi ci avviamo lungo la strada asfaltata
che penetra in uno
stupendo bosco di faggi e, dove termina
l’asfalto (h0,10), sulla sinistra prende avvio il
viottolo per il Sassariente. Il sentiero penetra nella
faggeta e gradualmente la risale giungendo all’Alpe
Golasecca (h0,20;0,30) da cui,
compiendo una lunga diagonale sulla sinistra,
proseguiamo nell’ombrosa faggeta che, data la giornata
particolarmente calda, ci permette di camminare per un
lungo tratto al fresco. Risalita interamente la faggeta,
raggiungiamo le
baite dell’Alpe di Foppiana
(h0,30;1,00), il sentiero prosegue ora sulla
destra, ai faggi si sostituiscono le conifere che
ricoprono la ripida costa in cui scorre il sentiero. La
salita si fa ora più faticosa e
percorriamo lentamente i vari tornanti che ci
portano a raggiungere la costa, contraddistinta da un
lungo e scalinato muro a secco, che divide il Piano di
Magadino dalla Val della Porta. Attraversiamo il muretto
e davanti a noi appare
la parete sommitale del
Sassariente sui cui svetta l’imponente croce
che ne contraddistingue inequivocabilmente la vetta.
Procediamo lungo il sentiero che, perdendo leggermente
quota, raggiunge la palina segnaletica riportante le
indicazioni per i Monti della Gana (h0,45;1,45),
svoltando a destra ci portiamo ai piedi della parete
rocciosa. Numerose
passerelle in legno e corde fisse, molto ben
posizionate, aiutano a superare i
vari risalti di roccia che ci separano dalla
cima.
All’uscita dall’ultimo canalino,
giungiamo alla
croce da cui si gode un
pregevole panorama
(h0,15;2,00). Dalla cima il Piano di
Magadino, il Lago Maggiore ed il Pizzo Vogorno, offrono
una suggestiva visione. Tra gli altri escursionisti che
sono in vetta a gustarsi il magnifico paesaggio,
conosciamo
Donato che gentilmente si presta a scattarci
la
foto ricordo.
Al termine del periodo di contemplazione, iniziamo a
scendere e, per la stessa via, scendiamo le varie scale
e, ritornati alla sella ci infiliamo nuovamente nel
bosco che discendiamo velocemente fino a raggiungere
l’Alpe Gana (h0,45;2,45) dove
effettuiamo la pausa pranzo. L’alpeggio, ordinato e ben
curato, è posto in
posizione molto panoramica sulla parte
terminale del Lago Maggiore e sull’abitato di Locarno.
Al termine del lauto pranzo, ci ricarichiamo sulle
spalle i nostri zaini e scendiamo alla
sottostante baita, dove ci accoglie una
vistosa e caratteristica scultura.
Abbandoniamo l’alpe e ci incamminiamo lungo l’invitante
sentiero che, ripulito di recente dall’abbondante
fogliame che lo ricopriva,
discende nella faggeta ed in breve tempo ci
ritroviamo a sbucare sulla strada asfaltata percorsa al
mattino. Siamo oramai giunti di nuovo al punto da cui
aveva preso avvio la nostra camminata odierna, non ci
restano che pochi passi per arrivare all’Osteria
Grotto Monti Motta (h0,30;3,15)
gestita da
Giorgio e Chiara che con cordialità e
simpatia, accolgono i numerosi avventori. Consumata
una sana e ristoratrice bibita rinfrescante,
ci apprestiamo a ritornare verso casa al termine di una
giornata veramente speciale che ci ha soddisfatto
mantenendo appieno le premesse, di questo dobbiamo
essere grati a Flavio ( un nome, una garanzia ) a
cui vanno tutti i nostri ringraziamenti per l’impegno
profuso nella scelta e conduzione della gita.
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