Come arrivarci:
Percorrere la A 26, fino al casello di Romagnano/Gemme,
quindi SS299 per Alagna;
arrivati a Balmuccia, si abbandona la statale, si piega
a destra e si risale la strada provinciale della Val
Sermenza arrivando dopo 10 Km. a Rimasco. A ridosso
della chiesa parrocchiale troviamo il bivio per Rima
sulla sinistra, si percorrono altri 7,5 Km. e si arriva
all’ingresso del paese dove si parcheggia l’auto.
Anche
quest’anno è arrivato il momento del nostro turno di
gestione al rifugio; era il 1993 quando salimmo per la
prima volta al Rifugio Ferioli da semplici
escursionisti, allora non avremmo certo immaginato che
dall’anno successivo ne saremmo anche diventati gestori
per un fine settimana all’anno. Come al solito, ci
dirigiamo verso Rima nostra base di partenza per
arrivare al rifugio che raggiungeremo dopo aver valicato
il Colle del Mud. Nonostante siano oramai diciotto
anni che effettuiamo la conduzione, la salita per il
turno di gestione, è sempre una cosa eccitante e per
alcuni aspetti anche angosciante;...come saranno le
condizioni atmosferiche?...ci sarà affluenza?...avremo
dimenticato qualcosa? Mentre ci roteano in testa tutti
questi pensieri, siamo giunti in quel di
Rima da dove prende avvio la vera e propria
avventura. Distribuiti, quasi equamente, i carichi nei
diversi zaini, ultimati i preparativi ci incamminiamo
lungo l’oramai mitico sentiero N°96 che attraverso il
valico del Colle del Mud ci porterà a raggiungere il
rifugio. Non stiamo a descrivere i dettagli della
salita, per altro già raccontata nei resoconti delle
precedenti gestioni e passiamo subito a raccontare la
nostra avventura; sono le ore 12 quando raggiungiamo la
struttura del rifugio dove, oltre a
Paolo salito per salutarci, ci attendono
Rinaldo e Piero che, al termine del loro
turno di gestione ci stanno aspettando per il
passaggio delle consegne. In compagnia ci gustiamo un
piatto di pasta e poi salutiamo
gli amici che si apprestano a scendere mentre
noi diamo corso alle usuali operazioni che ci
permetteranno di essere operativi per i giorni
successivi. In attesa dell’ora di cena, ci accomodiamo
in terrazza da dove lasciamo correre il nostro sguardo
ad ammirare il sottostante vallone del Mud, la lontana
Alagna e le più lontane valli d’Otro e d’Olen a cui
fanno da corona le imponenti cime che le delimitano.
Purtroppo la meteo prevede che a
partire da oggi la grande bolla calda africana cederà il
passo ad una perturbazione che, a seguito di un
intervallo piovoso, riporterà a condizioni di normalità
anche se ciò non dovrebbe comportare la rottura
definitiva dell'estate. Se così fosse, non sarebbe la
rottura dell’estate, ma di sicuro la nostra sì;
considerato che la meteo non è una scienza esatta,
speriamo solo che si sbaglino, anche se ci crediamo
poco. All’arrivo della luce serale ci attardiamo sulla
terrazza da cui ci godiamo tutto l’incanto del tramonto
mentre
le luci di Alagna cominciano a pulsare il
loro luccicare notturno,
le cime si spengono, la notte sale e
la pace si impossessa del rifugio. Ci
corichiamo in attesa di verificare le condizioni della
giornata successiva. Sfortunatamente in questo caso la
“scienza²
si è dimostrata esatta e la mattina del venerdì si
presenta con cielo coperto e basse nuvole che disturbano
la visuale e che ci fanno pensare che in questo caso le
previsioni meteo siano veramente attendibili. Con queste
condizioni sale al rifugio solo
Paolo, con il quale scambiamo quattro
piacevoli chiacchiere mentre assistiamo al passaggio di
alcune comitive di tedeschi. Trascorsa alla meglio la
giornata, ci mettiamo a letto con la speranza che il
sabato ci riservi una miglior condizione meteo,
purtroppo le avverse condizioni persistono e diversi
amici che ci avevano annunciato la loro presenza
desistono dal salire. Non tutti però, con nostra grande
sorpresa e soddisfazione, arrivano
Stefano e figlio, arriva poi
Paolo, un amico ed ex collega di lavoro, che
non vediamo da anni e che ci aveva preannunciato la sua
venuta in compagnia dell’amico
Luigi, arriva anche
Ivano, con
Enrica ed Alessio che come oramai fanno da
anni non mancano all’appuntamento, ci viene a far visita
anche
Alessandro in compagnia del suo bellissimo
Leonberger, suo inseparabile compagno di escursioni. Il
peggioramento delle condizioni atmosferiche, previsto
per il pomeriggio, fortunatamente ritarda dando a noi
modo di trascorrere in piacevole compagnia parte della
giornata concedendo agli amici di ritornare alle auto
senza bagnarsi. Quanto annunciato si manifesta sulla
serata con violenti scrosci di pioggia che in breve
tempo generano
suggestive cascate che, solcando le rocciose
pareti del Monte Tagliaferro precipitano nel vallone
andando ad ingrossare le acque del Rio Mud. L’annunciata
perturbazione si manifesta in tutta la sua attendibilità
e
la giornata di Domenica si presenta con
nuvole basse e una pioggia battente cade su tutta la
zona. Con simili condizioni sarà molto improbabile che
qualcuno si presenti al rifugio, in ogni caso contiamo
su qualche temerario ma la nostra si rivela una pia
illusione e non ci resta altro da fare che effettuare le
pulizie, riordinare il rifugio, chiudere e “ incanalarci
" lungo il sentiero di discesa. Giunti all’Alpe
Valmontasca, per scrollarci un po’ d’acqua di dosso,
effettuiamo una sosta presso
Roberto, il pastore che molto gentilmente ci
offre anche un corroborante caffè. Salutato Roberto,
riprendiamo il cammino e ci apprestiamo a percorrere con
molta prudenza l’ultimo tratto dello scivoloso sentiero
che ci riporta in quel di Rima dove finalmente possiamo
indossare abiti asciutti e considerare conclusa questa
avventura. Al termine di una gestione, bagnata,
ringraziamo tutti gli amici che sono saliti al rifugio
per stare in nostra compagnia e tutti coloro che avevano
dichiarato l’intenzione di farlo, frenati poi dalle
avverse condizioni meteo, e rimandiamo l’appuntamento
all’anno prossimo.
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