Come arrivarci:
Percorrere la A 26, da cui si esce al casello
di Romagnano Sesia /Ghemme. Da qui si prosegue lungo la
Statale 229 della Valsesia seguendo per Varallo e
Alagna Valsesia.
Dopo
un lungo anomalo autunno, ecco che finalmente ha fatto
la sua comparsa la neve e quindi è ora di calzare le
ciaspole per fare la prima uscita e calpestare la bianca
coltre. In previsione delle festività natalizie, ci
dovevamo recare in Valsesia per fare provviste di
prodotti tipici locali e vista la recente nevicata,
cerchiamo di prendere “ due piccioni con una fava
” in modo da unire l’utile al dilettevole, e
approfittiamo del viaggio per fare un salto fino ad Otro
e visitare per l’ennesima volta, questo antico
insediamento Walser che, in un suggestivo scenario
montano (a nostro parere uno dei più belli di tutta la
Valsesia), è caratterizzato dal suo impianto
architettonico e urbanistico. Giunti ad Alagna, la bassa
temperatura (-5°) ci fa accelerare i preparativi che
ultimiamo in brevissimo tempo e subito
ci
incamminiamo
in direzione del
teatro Unione Alagnese,
a sinistra dell’ingresso, saliamo la scalinata che
immette sul sentiero in pietra che porta alla frazione
di Riale. Dalla frazione inizia l’itinerario ( segnavie
N° 3 ) che sviluppandosi lungo
la
salita d’Otro,
raggiunge la località “ allo specchio ” (h0,20),
da cui si gode di una suggestiva visione di
Alagna innevata.
Proseguendo entriamo nel bosco di conifere e, come si
poteva immaginare, qui si manifesta il
dispettoso folletto
che altro non aspettava che questa prima occasione;
arrivati alla cappelletta (h0,30;0,50)
Gian Mario mette in atto misure difensive
tendenti a “ raffreddare ” lo spirito, e non solo del
folletto che imperterrito filma l’azione. Terminata la
disfida proseguiamo lungo Il sentiero che compie
numerosi zig-zag al termine dei quali, un chiarore tra
gli alberi attrae lo sguardo facendoci intuire di essere
oramai prossimi alla meta. Tranne Carlo, che sale ad
Otro per la prima volta, sappiamo già cosa
apparirà ai nostri occhi per cui, per far scoprire
all’amico l’impagabile spettacolo che offre la vista
dello splendido altipiano,
lo
bendiamo e lo accompagniamo
per gli ultimi metri del percorso. Nel frattempo si è
intensificata la nevicata che, fine fine, ci ha
accompagnati fin dalla partenza e quando togliamo le
bende, Carlo rimane letteralmente estasiato dalla vista
dello scenario costituito dalla
stupenda area di Otro,
la neve che continua a cadere, rende ancora più
suggestivo lo splendido scenario. Per prima incontriamo
la frazione di Follu m. 1664 (h0,20;1,10) con la
sua
bellissima chiesetta,
edificata nel 1659 e dedicata alla Madonna della Neve, a
cui fa da contorno un paesaggio fiabesco mentre, sullo
sfondo si intuisce il profilo del Corno Bianco. Seguendo
le tracce di una cultura antica
proseguiamo il cammino,
per raggiungere il villaggio di Dorf, che ci accoglie
con la sua
bella fontana innevata,
e con il suo
gruppo di case
armonicamente inserite nell’ambiente, tutte posizionate
con il fronte principale rivolto a Sud per catturare il
sole, quando c’è, e sfruttare al massimo i suoi raggi.
Il
colore scuro delle costruzioni
crea un forte contrasto con il candore della neve che
abbondante ricopre tutto il comprensorio, e ne restiamo
affascinati. Proseguiamo nella splendida valle di Otro e
raggiungiamo Scarpia m 1726 (h0,20;1,30),
con il
forno da pane datato 1718,
qui ci ripariamo sul loggiato di una delle meravigliose
baite che costituiscono la frazione e sostiamo per
consumare il nostro spuntino. Ben al riparo, ci gustiamo
la
favolosa Veneziana
che Carlo ha messo di nuovo a disposizione e che, in
mancanza di Franco, ci sacrifichiamo a consumare in
doppia razione mentre immortaliamo le
scure costruzioni che la nevicata rende ancora più belle.
Terminate le operazioni di rifornimento, ci incamminiamo
sulla via di discesa e ci portiamo sul retro delle baite
per fotografare i
curiosi spartivalanghe
posti a protezione delle case dopodiché continuiamo in
direzione di Follu dove ci fermiamo per scattare la
consueta
foto di gruppo
per poi rituffarci nel bosco e ripercorrere il tratto di
sentiero che ci riporta ad Alagna. Lungo il percorso,
Flavio (
www.cappef.com
) cosciente di essere stato un folletto birichino si
autopunisce e, approfittando di uno scosceso pendio, si
lascia rotolare nella soffice coltre da cui
riemerge imbiancato.
Mentre continua a nevicare, raggiungiamo di nuovo la
macchina e, indossati abiti asciutti, ci dirigiamo verso
casa che raggiungiamo dopo la sosta a Campertogno dove,
in previsione delle imminenti festività, abbiamo fatto
rifornimento di squisite prelibatezze.
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