Come arrivarci:
L’Alpe Devero si raggiunge seguendo l’autostrada A26
sino a Gravellona Toce. Quindi si procede seguendo la
statale del Sempione, passando Domodossola, sino
all’uscita per Crodo. Usciti dalla statale seguire le
indicazioni per Baceno/Val Formazza , raggiunto Baceno
si prende a sinistra la strada comunale raggiungendo il
parcheggio di Devero.
Visto che: il sciür Binaghi da meteosvizzera, ha
annunciato giornate soleggiate e con temperature in
rialzo, decidiamo di effettuare questa uscita ritornando
a calzare le ciaspole. Purtroppo in questo particolare
inverno, avaro di neve, scegliere un luogo dove andare
non è cosa facile, a tale proposito ci rivolgiamo a
Flavio (
www.cappef.com ), nostro personale Tour Operator di
fiducia, che dopo aver attentamente analizzato la
situazione nelle varie località, e avvalendosi della
collaborazione di Avio, decide che la cosa migliore per
andare sul sicuro è di andare al Devero. Raggiunto il
parcheggio, dove già ci aspettano Massimo, Franco e
Clelia, ci rendiamo subito conto delle ottime condizioni
di innevamento e, visto il tempo, riteniamo che possa
uscirne una giornata di quelle da incorniciare. Subito
lo scenario che ci si presenta ci rende euforici e ci
mette allegria, ci incamminiamo verso la
località Ai Ponti da cui ci dirigiamo verso
l’estremità occidentale della piana arrivando in breve
alla simpatica
frazione di Piedimonte;
superiamo il ponte sul Rio Buscagna e ci alziamo
gradatamente nel bosco seguendo le belle e ben marcate
tracce definite da precedenti passaggi. Continuiamo sul
sentiero, che praticamente costituisce un binario,
costeggiamo un torrentello che superiamo transitando su
di un piccolo ponte e dopo una ulteriore breve salita, i
numerosi larici si diradano e siamo in vista dell’Alpe
Misanco m. 1907 (h0,45). Qui, mentre
effettuiamo una breve sosta per riunire il gruppo,
conosciamo
Paolo e Giordano diretti al Cazzola. Arriva
anche
Massimo seguito a breve distanza da
Franco e Clelia
e subito ci rimettiamo in moto risalendo, sulla
destra il pendio che ci porta a superare il
ripido canalino (h0,15;1,00) che ci
immette nella lunga e pianeggiante valletta che,
percorsa in tutta la sua lunghezza, ci porta a
raggiungere
Curt
du Vel m. 2061 (h0,20;1,20).
Continuiamo a risalire nel silenzio della natura i
pendii imbiancati e, lasciando la conca riparata,
usciamo allo scoperto
dove iniziano a soffiare gelide folate di vento
che salendo di quota si trasformano in un forte vento
burrascoso. Resistiamo alle forti raffiche e
raggiungiamo
la meta (h1,10;2,30) che ci eravamo
prefissati, senza neanche scattare una foto,
scendiamo veloci e salutiamo gli amici che si
dirigono verso il Cazzola per scendere lungo la pista da
sci. Tormentati dal vento, scendiamo a grandi passi per
raggiungere di nuovo le
fiabesche baite di Curt
du Vel (h0,45;3,15)
dove il vento pone fine ai suoi gelidi effetti. Al
calore di un tiepido sole sostiamo per la pausa pranzo,
al cui termine, Claudio festeggia l’ingresso nei suoi “
mitici anni sessanta ” offrendo
torta e spumante, scattata la
foto di rito e brindato alla salute del
festeggiato, ci rimettiamo in cammino in direzione dei
Piani di Buscagna. Entriamo a sinistra nel bosco ed
effettuiamo una brevissima deviazione per raggiungere il
bacino del Lago Nero m. 1974 (h0,10;3,25)
di cui intuiamo la presenza sotto una spessa coltre di
ghiaccio. Lasciamo il lago e dirigendoci di nuovo verso
sinistra, scendiamo per raggiungere la stupenda
piana di Buscagna che percorriamo in un
paesaggio da grande nord, la vasta pianura completamente
avvolta dalla neve ci offre mille spunti per ammirare,
contemplare, riflettere e stupirsi. Scattate una
quantità industriale di fotografie, superiamo una
passerella e ci incamminiamo raggiungendo l’Alpe
Buscagna m. 1941 (h0,20;3,45); da
questo punto,
volgendo lo sguardo a ritroso, la sensazione
dell’immenso è reale. L’alpe, immerso in un paesaggio
tipicamente invernale, rammenta quello delle fiabe
nordiche e le cime che in lontananza gli fanno da
corona, sembrano irraggiungibili. All’alpe incontriamo e
facciamo conoscenza con
Suzanne, Marta e Maurizio del CAI di Intra
che: invogliati dal sole splendente, da una gradevole
temperatura e dal cielo terso, sono saliti fin quassù
per godersi in tutta tranquillità questa favolosa
giornata. Scambiate quattro piacevoli chiacchiere,
salutiamo gli amici e ci apprestiamo a compiere l’ultimo
tratto del percorso che ci riporterà a
Devero scendendo lungo il sentiero estivo che
ben battuto dai numerosi passaggi, discende velocemente
transitando in mezzo ad una folta macchia di nocciolo
selvatico che, nella sua parte terminale, viene
sostituito dal lariceto in prossimità dell’abitato di
Piedimonte. Raggiunta nuovamente la piana del Devero,
non ci resta che ritornare alla macchina dove si
conclude questa nostra sssstupenda ( stupenda con la
esse lunga ) escursione (h0,35;4,20).
Un
particolare ringraziamento al capogita di giornata (
Flavio ed al coadiutore Avio ) per la scelta
dell’itinerario e la magistrale conduzione
dell’escursione.
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