Come arrivarci:
Percorrere la A 26 sino a Gravellona Toce, proseguire
sulla S.S. 33 del Sempione sino all’uscita di
Montecrestese. Di qui si prosegue sulla SS 659 delle
valli Antigorio e Formazza, superati Crodo e Baceno, si
raggiunge Valdo dove si parcheggia nei pressi della
seggiovia
Negli ultimi giorni ci sono state nuove precipitazioni
nevose che ci invogliano a fare una ciaspolata; per
essere sicuri di trovare neve in quantità soddisfacente,
ci rechiamo in Val Formazza con destinazione Rifugio
Margaroli. La gita di oggi è pensata per ottenere il
massimo del divertimento con il minimo sforzo, per cui
raggiungiamo Valdo dove scegliamo di avvalerci della
seggiovia. Comodamente seduti e senza affaticarci,
raggiungiamo la
stazione di arrivo
del Sagersboden m. 1810. Lasciamo l’impianto di
risalita e, messe ai piedi le ciaspole, iniziamo a
risalire la valle del Vannino. Seguendo la strada che si
inerpica, proseguiamo nel nostro cammino e, penetrando
in una gola,
procediamo accanto al
torrente sino a raggiungere il lungo e
pianeggiante corridoio al di sotto dell’Alpe alla Balma
e della stazione intermedia della teleferica. La neve è
molto alta ed il paesaggio circostante veramente
suggestivo e sullo sfondo domina la regina di questa
regione: la Punta d’Arbola.
Raggiungiamo la
deviazione per il
Rifugio Myriam (h0,35), nascosto però alla
vista di chi transita in questo punto e raggiungibile in
10 minuti. Superiamo la deviazione arrivando alla
strettoia rocciosa
in prossimità
della “ dighetta ” che serve a convogliare le
acque del Vannino alla sottostante centrale di Valdo
(h0,10;0,45). Continuiamo a seguire la ben
marcata traccia che si snoda pigramente in uno scenario
inedito e suggestivo,
le cime
circostanti incorniciano un panorama dominato da
un cielo cristallino che accentua il fascino delle
scure pareti rocciose del
Corno di Nefelgiù e della onnipresente Punta d’Arbola.
Gildo oggi è in forma strepitosa e
guida il trenino a superare un breve strappo, per
poi immettersi nel lungo tratto in falsopiano che
conduce ai piedi del dosso su cui si trovano:
il rifugio e gli edifici della
diga del Vannino (h0,45;1,30). Raggiunto
il rifugio, lanciamo uno sguardo al lago completamente
ghiacciato che vediamo
attraversato da audaci scialpinisti. Entriamo poi
nell’accogliente rifugio Margaroli m. 2196 http://rifugiomargaroli.it
e facciamo conoscenza con
la
bionda Barbara che, con l’aiuto di Sara, da
questo anno gestisce il rifugio che rimane aperto
continuativamente da Marzo a Ottobre. Confortevolmente
seduti e al caldo ci godiamo lo splendido
scenario che si osserva dalle
ampie finestre del rifugio e approfittiamo della
bravura e disponibilità di Sara, che gentilmente ci
scatta
la foto di gruppo.
Purtroppo i soggetti a disposizioni erano questi e Sara,
nonostante la sua competenza, non poteva fare di meglio;
per i miracoli non si è ancora attrezzata. Ci
complimentiamo con le intraprendenti ragazze per la
scelta da loro effettuata e, salutandole,
ci incamminiamo in discesa
ripercorrendo il percorso fatto all’andata. Poco prima
di raggiungere di nuovo la dighetta,
deviamo a destra e saliamo
a visitare anche il
rifugio Miryam
m. 2050 (h0,50;2,10)
http://www.rifugiomiryam.org, gestito da
Cecilia che ha fatto
la stessa scelta di Barbara. Ora, con la certezza di
trovare anche nei giorni infrasettimanali i rifugi
aperti, sarà un piacere salire al Vannino e possiamo
confermare che l’accoglienza sarà ottima e molto
cordiale. Approfittando della splendida giornata, anche
un magnifico esemplare di
Leonberger si diverte a saltellare nella neve che
è ancora abbondante e molto farinosa. Lasciando il
rifugio, visitiamo l’adiacente
chiesetta il cui ingresso è ancora bloccato da
una abbondante quantità di neve. La giornata non
invoglia certo ad affrettare il rientro, per cui
gustandoci appieno
il panorama
e lo splendido scenario, scendiamo a
ricongiungerci con il percorso fatto al mattino e
ritorniamo alla seggiovia (h1,00:3,10). Per non
essere del tutto pigri, e poter dire di aver fatto una
bella ciaspolata, decidiamo di scendere a Canza per cui
indirizziamo le prue delle nostre ciaspole verso valle e
ci addentriamo nello stupendo bosco di conifere nel
quale, gli alberi spogli lasciano
intravedere scorci mozzafiato. Discesi i numerosi
tornanti, ci ritroviamo a Canza m. 1419 che ci accoglie
con le sue
caratteristiche case in
legno che sapientemente trattato e lavorato sfida
i secoli (h0,50;4,00). Ora non ci resta che
percorrere il noioso tratto di strada asfaltata che ci
riporta a Valdo dove recuperiamo l’auto al termine di
una favolosa giornata (h0,30;4,30). Più che
soddisfatti, ci apprestiamo a far ritorno a casa mentre
già stiamo programmando la prossima uscita.
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