Valle Antrona

Anello di Lareccio m. 1853

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:29-Giugno-2011                                                      

 Partenza da: Diga di Campliccioli m. 1357
 Dislivello totale: m. 600
 Difficoltà: E
 Effettivo cammino h: 4,15

Come arrivarci: Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la statale del Sempione , sino all’uscita per Villadossola. Usciti dalla statale, si svolta a sinistra, si percorre tutta la provinciale di fondovalle e in km. 16 si raggiunge Antrona ed il suo lago. Dal lago si percorre la stretta e tortuosa strada asfaltata che con 14 tornanti porta a raggiungere la diga di Campliccioli.

E’ da diverso tempo che non effettuiamo una escursione in Valle Antrona, è quindi giunto il momento di tornare a visitare una zona poco conosciuta e frequentata; la laterale Val Troncone che prende il nome dall’omonimo torrente che scorre tumultuoso sul fondovalle. Lasciata l’auto, seguiamo il sentiero segnalato che ricalca il percorso della vecchia ferrovia di servizio alla costruzione della diga che costeggia la sponda orientale dell’invaso fino al bivio del ponte Granarioli (h0,20) che non si attraversa, si procede in piano e poco dopo si giunge all’inizio della salita. Il sentiero entra in un bel bosco di abeti e si inerpica guadagnando facilmente quota sino ad arrivare nella depressione su cui sorgono le rovine dell’Alpe Torgna m. 1585 (h0,25;0,45) Oltrepassata la zona si giunge ad un altro bivio, a sinistra si sale all’Alpe ed al Passo di Valaverta; noi procediamo a destra seguendo le indicazioni per l’Alpe Lareccio. Continuiamo lungo il percorso, che attraversato alcuni canali si porta nei pressi di una pietraia immersa nella folta vegetazione che si risale tenendosi sul suo margine sinistro sino a pervenire ad un canalino, sprofondato tra i rododendri, al cui termine si raggiunge un rado lariceto. Il sentiero piega ora a destra e inizia a scendere leggermente sino ad arrivare agli abbandonati pascoli dell’Alpe Larciero m. 1770 (h0,55;1,40) con le sue baite affogate nella vegetazione. Siamo letteralmente immersi in questa oasi di verde ed intorno a noi regna il più assoluto silenzio, solo tendendo l’orecchio si ode lo scrosciare del torrente che in lontananza trascina le sue turbolente acque ad immettersi nel lago. Superiamo le baite e traversiamo a sinistra lungo il sentiero che con piacevoli saliscendi si introduce fra i larici dove si alternano spettacolari cespugli di rododendri e di mirtilli sino a che raggiungiamo una zona umida in cui una notevole quantità di eriofori, mossi da una piacevole brezza, ondeggiano come tanti batuffoli di cotone, superiamo la zona ed in breve perveniamo all’Alpe Lareccio m. 1853 (h0,30;2,10). L’alpe, circondato da cime che sembrano irraggiungibili, si presenta come una balconata sospesa su di un gradino roccioso in una spettacolare posizione che offre una grandiosa panoramica su tutta la testata della valle. Le costruzioni dell’alpe, sfidando il trascorrere del tempo, si presentano ancora in piedi ma il loro stato di conservazione è oramai irrimediabilmente compromesso ed anche le grosse travi di larice, che per anni hanno ben sopportano l’enorme peso dei tetti in piode, cedono lentamente lasciando cadere al loro interno le coperture, resistono solo gli ordinati muretti in pietra posti a delimitare quelli che furono i rigogliosi pascoli. In questo idilliaco scenario sostiamo per le solite foto di rito, mentre all’orizzonte si profilano minacciose nuvole poco rassicuranti che ci inducono a proseguire nel cammino raggiungendo quanto prima almeno il fondovalle. Riprendiamo il sentiero che scorrendo fra i bei muretti di pietra, si infila in un bellissimo bosco di pino mugo per poi iniziare a scendere, con attenzione,  in una vallecola percorsa da un piccolo torrente; pieghiamo poi a sinistra per raggiungere gli abbandonati pascoli dell’Alpe Lombraoro m. 1636 (h0,40;2,50). Dalle baite scendiamo in direzione del Torrente Troncone, che attraversiamo su instabili passerelle di fortuna, e sostiamo sulla sua riva per consumare un veloce spuntino. In lontananza si odono i primi tuoni ed il sole viene a tratti offuscato dai neri nuvoloni che nel frattempo stanno risalendo la valle. Velocemente riaffardelliamo gli zaini e, raggiunto l’Alpe Lombraoro di Sotto m. 1636, ci immettiamo sul sentiero che scende dal lago del Cingino ed in discesa percorriamo il fondo della Val Troncone con il sentiero che in alcuni tratti scorre quasi a livello del torrente offrendoci scorci particolarmente suggestivi. Procediamo speditamente e, all’improvviso, come in una immagine da cartolina, si para davanti a noi l’Alpe Granarioli o Ganarioli m. 1412, siamo nella parte posteriore del Lago di Campliccioli, sulla sponda opposta a quella percorsa in mattinata durante la salita. Non ci resta che percorrere l’ultimo tratto di sentiero che raggiunge il fabbricato della diga, che attraversiamo, per poi tornare al luogo da cui siamo partiti e riguadagnare l’auto appena in tempo per evitare di bagnarci. Infatti mentre ci cambiamo inizia a piovere ma oramai questa acqua non ci intimorisce più, anzi contribuisce a smorzare un po’ la calura della giornata.

Bellissima escursione in uno degli ambienti più integri della valle, inserito nel Parco Naturale della Valle Antrona e protetta da un parco di recente istituzione.