Valle Antrona

Laghi Pozzuoli m. 2100

Partecipanti:
 Gita effettuata in data:20-Luglio-2011                                                      

 Partenza da: Cheggio m. 1497
 Dislivello totale: m. 706
 Difficoltà: EE
 Effettivo cammino h: 5,30

Come arrivarci: Percorrere la A26 sino a Gravellona Toce, proseguire seguendo la statale del Sempione , sino all’uscita per Villadossola. Usciti dalla statale, si svolta a sinistra, si percorre tutta la provinciale di fondovalle e in km. 16 si raggiunge Antrona. Da qui si percorre la strada asfaltata che in 8 km porta a Cheggio dove parcheggiamo nei pressi della diga.

                                                                                                                              

Lasciata l’auto, una serie di cartelli segnavie riportano le varie destinazioni, il nostro itinerario odierno prevede la salita ai laghi di Pozzuoli seguendo il sentiero identificato come C25. Ci incamminiamo verso il muraglione della diga del lago Alpe dei Cavalli, che rappresenta la porta di ingresso alla Valle Loranco, e lo attraversiamo seguendo le indicazioni per il Rifugio Andolla, percorriamo la bella mulattiera, a tratti scavata nella roccia, e costeggiato tutto il bacino del lago, a circa metà lago incontriamo un caratteristico crocifisso, superato il quale si raggiunge la fine del lago per iniziare a salire verso la piana dell’Alpe Ronchelli m. 1578 (h0,50) che si presenta con la sua ordinata cappelletta. Dall’alpe proseguiamo, sempre lungo il sentiero per il rifugio, fino a raggiungere la deviazione per l’Alpe Campolamana (h0,20;1,10). Abbandoniamo il sentiero principale e scendiamo  per raggiungere la conca in cui sorgono le baite dell’Alpe Campolamana, in condizione di inesorabile  abbandono. Non raggiungiamo l’alpe ma aggiriamo il dosso erboso che si presenta alla nostra sinistra e raggiungiamo il punto in cui si deve attraversare il Torrente Loranco passando sul ponte tibetano
² (h0,10;1,20). Al primo impatto la cosa desta una certa preoccupazione ma il nostro mitico capogita Flavio www.cappef.com, visto che è stato l’ispiratore dell’itinerario, ha pensato alla nostra sicurezza e, per non metterci in difficoltà provvede ad assicurare ognuno di noi per consentirci di transitare in relativa tranquillità. Solo Claudio, sprezzante del pericolo, attraversa basandosi sulle sue sole forze; superato il punto in teoria, ma solo in teoria, più difficoltoso di tutta la giornata. Saliamo in verticale seguendo tracce di passaggio, riconoscibili da ontani tagliati con il falcetto, che si spostano decisamente a sinistra compiendo una lunga diagonale, in alcuni tratti esposta sulla sottostante vallata e con il sentiero invaso dalla vegetazione, sino a raggiungere un dosso erboso su cui ricompaiono i cartellini segnavie che confermano la via da seguire. Riprendiamo a salire il sentiero che ora si sposta sulla destra per raggiungere i resti dell’Alpe Curtitt m. 1943 (h0,50;2,10). Il sentiero prosegue ora per un breve tratto pianeggiante per poi superare un ruscello ed una viscida placca rocciosa, messa in sicurezza da catene, e ritorna ad inerpicarsi nuovamente lungo una costa pietrosa che, risalita interamente, ci permette di raggiungere finalmente la conca in cui è adagiato il primo laghetto m. 2100 (h0,50;3,00). Dopo la rituale foto di gruppo, riprendiamo il cammino e piegando verso sinistra, raggiungiamo il secondo lago, a cui fanno da corona altri piccoli specchi d’acqua. Compiendo una lunga diagonale verso sinistra, iniziamo il tratto in discesa, superiamo alcune vallette per poi immetterci in un canale che scende fino al fondovalle, una rigogliosa macchia di ontanelli rende difficoltoso la ripida discesa per arrivare al torrente. Le abbondanti precipitazioni di questi giorni e il disgelo delle nevi, ancora oggi le cime apparivano imbiancate da una nevicata fuori stagione, hanno creato numerosi rivoli che ci costringono ad effettuare delle acrobazie per superare i numerosi guadi. Attraversato il torrente, risaliamo verso le sovrastanti pareti rocciose fino ad incontrare il sentiero proveniente dall’Alpe Camasco, contrassegnato dal numero C27,  che correndo alto sul fiume compie prima un lungo tratto in saliscendi per poi abbassarsi decisamente quando siamo oramai in vista dell’inselvatichito pascolo dell’Alpe Campolamana m. 1721 che raggiungiamo chiudendo in tal modo l’anello dei laghi del Pozzuoli (h1,30;4,30). Finalmente è giunto il momento per effettuare la sosta pranzo, ci sbraghiamo sul prato antistante le baite e, mentre ci concediamo un meritata pausa,  addentiamo i nostri panini. Il tempo scorre veloce e la strada da fare è ancora tanta per cui: ricarichiamo i nostri zaini sulle spalle, effettuiamo un giro tra le fatiscenti baite, dove notiamo una targa ricordo, e riprendiamo il cammino che in breve ci porta ad immetterci sul sentiero diretto al Rifugio Andolla, non ci resta che ripercorrere il tratto fatto in salita al mattino che ci riporta al punto di partenza (h1,00;5,30).

La gita si svolge su sentieri di difficile accessibilità, situati al di fuori dei normali e più titolati percorsi,  poco o per niente frequentati, ed è da annoverare tra le escursioni del genere selvaggio che conferiscono alla giornata un sapore da escursionismo di scoperta in cui non mancano forti emozioni, ripagate da una grande soddisfazione per aver portato a termine una gran bella camminata.